Di seguito, il testo comunicato relativo alla riunione tenutosi alla Unioncamere Nazionale coi sindacati relativamente alla riforma delle Camere di Commercio
Care Colleghe e cari Colleghi,
il 27 gennaio u.s. si è tenuto presso la sede di Unioncamere Nazionale tra i Sindacati rappresentativi della funzione pubblica (CSA RAL, CGIL, CISL, UIL), il Segretario Generale di Unioncamere Dr. Tripoli e il Dr. Caporale un incontro di aggiornamento sui temi della riforma delle Camere di Commercio.
Con riguardo allo stato di avanzamento dei lavori Unioncamere si è limitata a qualche accenno su alcune tematiche, senza peraltro fornire alla parte Sindacale (come spesso avviene) alcuna documentazione sull’oggetto della discussione.
Ad oggi nessuna concreta risposta alle richieste già formulate da parte sindacale.
Riguardo agli accorpamenti Unioncamere ha riferito che altre Camere di Commercio, rispetto alle attuali accorpate, avrebbero espresso volontà di accorparsi.
E’ stato ribadito che gli accorpamenti devono essere governati in maniera tale da non generare esuberi di personale salvaguardando le professionalità esistenti.
Il Segretario dr. Tripoli ha comunicato che per le Camere accorpate ed in corso di accorpamento, (ma presumibilmente per tutte), verrà predisposta una scheda nella quale saranno valorizzati gli ambiti sui cui lavorare (sedi – sedi staccate – aziende speciali – personale).
Il CSA, al fine di evitare il verificarsi di una chiusura indiscriminata di sedi, sedi secondarie, sedi staccate prescindendo, tra l’altro, dalla necessità delle imprese di avere l’erogazione dei servizi nel territorio ove queste operano (i servizi on line spesso non sono in grado di sopperire pienamente al servizio fornito dallo sportello territoriale), ha sollecitato Unioncamere a monitorare / vigilare affinché il processo degli accorpamenti garantisca nei territori la sussistenza di sedi secondarie/staccate soprattutto laddove sono presenti importanti distretti produttivi.
Relativamente alle Aziende speciali Unioncamere ha comunicato che saranno ridimensionate tendenzialmente secondo due direttrici:
– verticale ossia considerando la possibilità di conferimento di alcune aziende speciali in società nazionali (con diramazioni territoriali) ove caratterizzate da uguale mission
– orizzontale ossia con aggregazioni su base regionale (una o più per regione o infraregionale).
E’ stato ribadito come, in ogni caso, le aggregazioni non debbano generare esuberi di personale.
Sul tema della sostenibilità finanziaria Unioncamere ha comunicato che sta lavorando su un progetto finalizzato alla richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico teso ad aumentare del 20% il diritto annuale. E’ stato ribadito come il taglio del 50% del diritto annuale metta a rischio la sostenibilità finanziaria delle Camere di Commercio e come a questa stortura vada messo rimedio al più presto.
Con riguardo alla determinazione di costi standard per servizi camerali, Unioncamere ha comunicato di averne sospeso i lavori potendo, tale determinazione, incidere negativamente sulla questione del personale. (In proposito Vi ricordo la nota della nostra Segreteria Nazionale trasmessa, anche all’Unione, in data 16 gennaio 2017 ad oggetto “Impugnazione dell’art. 10 della legge 124/2015 da parte di alcune Giunte Regionali” nella quale abbiamo evidenziato che “Poteva anche presumersi, quantomeno, che i suddetti tagli non si fermassero lì, bensì preludessero ad una prossima o graduale, ma definitiva, soppressione dell’intero sistema camerale, grazie alla cancellazione del criterio delle dotazioni organiche e all’avvento universale dei cc.dd. “indicatori di riferimento di costo e fabbisogno” (art. 33, quarto comma, della riforma costituzionale Renzi/Boschi) usati in qualità di strumenti della soluzione finale di enti, istituti e piante occupazionali”).
Infine Unioncamere circa i ricorsi al Decreto di riforma delle Camere di Commercio finora presentati alla Corte Costituzionale (Regione Toscana e Lombardia) ha comunicato che, a loro modo di vedere, tali ricorsi non dovrebbero ostacolare l’iter previsto dal decreto considerato il tempo che potrebbe impiegare la Corte Costituzionale per esprimersi in merito.
Il CSA è dell’avviso che non sia da sottovalutare la possibilità che i ricorsi presentati dalle suddette Regioni (e da altre Regioni che nel frattempo si dovessero unire alle precedenti) possano mettere nel nulla il Decreto di riforma delle Camere di Commercio e tutti gli atti ad esso conseguenti.
Il prossimo incontro è previsto per la seconda metà del mese di febbraio al quale ne seguiranno altri, presumibilmente in date ravvicinate, considerato che entro il mese di giugno dovrebbero chiudersi le intese politiche tra Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico.
Lucia Grasso