Replica del Segretario Generale ad un articolo calunnioso
Il 4 aprile il quotidiano online Il Desk ha pubblicato un articolo (vedi oltre) nel quale alcuni esponenti della CIGL si scagliano contro il CSA per la vicenda della migrazione di un migliaio di dipendenti del Comune di Napoli dalla CGIL stessa alla nostra O.S. Pronta è stata la replica del Segretario Generale Francesco Garofalo, che nella giornata di ieri ha fatto pervenire alla testata la seguente nota.
Ancora una volta mi vedo costretto a replicare alle nefandezze riportate dagli organi di stampa nei nostri confronti e, nello specifico, dall’articolo pubblicato dal quotidiano online Il Desk, intitolato “Comune di Napoli, grandi manovre sindacali: l’ira della Cgil”. Un articolo che non rispecchia assolutamente la verità dei fatti e che, nelle proterve dichiarazioni degli esponenti CGIL intervenuti, dimostra palesemente lo stato di autodistruzione di chi ha monopolizzato ed ingannato per decenni le classe lavoratrici, come una chiara ammissione di sconfitta.
Un sistema, tipico dei famosi “sindacati storici”, fondato su manovre sleali ed illegittime, mirato a distruggere il grande cammino che l’Organizzazione Sindacale che mi onoro di rappresentare sta facendo da diversi anni, a testa alta, senza mai piegarsi alla volontà di chi si sente leso citando il “pluralismo sindacale”.
Se questo pluralismo è quello del Quartier Generale, io penso che tutti i lavoratori abbiano capito che proprio in ciò stia il vero fallimento delle suddette organizzazioni, a partire da Napoli per poi dilagare su tutto il territorio nazionale.
Molti pezzi storici – compreso il sottoscritto – hanno abbandonato, ancorché a malincuore, nel tempo i sindacati confederali, abdicando anche alla propria matrice politica, per entrare in un Sindacato libero, che non facesse più da cinghia di trasmissione dei politici e dei dirigenti che si sono alternati sia al Comune di Napoli, sia sul piano nazionale, nei governi “amici”.
Non possiamo nascondere, infatti, che molti esponenti della triplice, e soprattutto della CGIL, figurano, e non solo da oggi, nei quadri dirigenziali e politici del sistema paese, che sta portando alla demolizione del mondo del lavoro e dei lavoratori stessi, che si vedono da tempo costretti a subire vere e proprie violenze, quali il mancato rinnovo dei contratti nazionali – vicenda che si trascina ormai da 7 anni – e la privazione di quelle forme di lotta e di trattativa che un “vero sindacato” avrebbe dovuto difendere. In pratica, accettano supinamente le truffe del Jobs Act.
Oggi, io osservo con orgoglio, perché sono stato il primo a farlo, che nella nota in oggetto anche i “forti” vogliono ipocritamente appellarsi al pluralismo sindacale, che in questo Paese non si è mai concretizzato. Ma so bene che si tratta soltanto di una dichiarazione di facciata.
Riguardo ad alcuni passaggi dell’articolo, devo purtroppo far presente che:
1) Chi scrive non conosce nemmeno la nostra esatta denominazione, definendoci Conferenza sindacati autonomi.
2) L’esodo dei lavoratori e delle lavoratrici dalla CGIL e dei tanti quadri di altre OO.SS., tra cui la stessa CGIL, nella persona dell’ultima dirigente Francesca Pinto, che dopo aver dimostrato lealtà nei confronti di chi fino ad oggi rappresentava, nel momento in cui non si è più riconosciuta in quel sindacato ha deciso, con coraggio, di lasciarlo. Ciò è stata una libera scelta sua e dei suoi iscritti, che hanno bisogno di un sindacato libero e democratico, che si schieri al loro fianco per risolvere le problematiche che in tutti questi anni hanno attraversato il Comune di Napoli e i relativi dipendenti. Chi lo dice è uno che è stato, in passato, presidente della RSU del Comune di Napoli e che pertanto conosce bene tutte le vicissitudini e le lotte sindacali fatte, ma ancor di più ha vissuto quotidianamente la fallimentare politica sindacale svoltasi negli ultimi anni nel Comune di Napoli. Ma oggi, chi si difende dal proprio male definisce gli altri “sindacato giallo”, finendo, così, con il proiettare su altri le proprie lacerazioni e le proprie connivenze con il potere. E lo testimonia proprio la scelta di tanti lavoratori di farsi tutelare da un’organizzazione che non ha mai avuto alcun vincolo di dipendenza politica.
3) Diverse persone sono state citate dall’articolo in modo inopportuno, perché non hanno alcun incarico sindacale e non hanno alcuna conoscenza di quanto sta avvenendo a Napoli, e a loro esprimo tutta la mia solidarietà.
Infine, mi corre l’obbligo di informare che l’estensore dell’articolo non sa (o fa finta di non sapere) che la nostra O.S. è da oltre dieci anni che combatte per difendere le proprie prerogative, che purtroppo sono state depredate in modo vergognoso dai sindacati confederali, e nonostante ciò è cresciuta e continua a crescere in modo esponenziale. Ora, non siamo più disposti ad accettare ulteriori soprusi e, pertanto, vi informo che andremo avanti per la nostra strada, restituendo dignità ai lavoratori e a tutti quelli che si vedono più rappresentati dalla nostra organizzazione.
Il Segretario Generale
Francesco Garofalo
Da: IL DESK (quotidiano online)
Comune di Napoli, grandi manovre sindacali: l’ira della Cgil
4 aprile 2017
Continuano il rafforzamento della Csa e l’emorragia dal primo sindacato italiano, che diffonde una dura nota: “Contrasteremo con tutti i mezzi chi vuol rendere il sindacato un luogo nel quale prevalgono logiche individualistiche. Noi non baratteremo mai i diritti con i favori”
A Palazzo San Giacomo sarebbero in atto altre manovre per indebolire le organizzazioni sindacali storiche dei lavoratori e favorire la nascita di un sindacato autonomo molto legato ad una cordata di dirigenti comunali. La Csa, Conferenza sindacati autonomi avrebbero stranamente aumentato il numero di aderenti e di tessere, “conquistando curiosamente” le simpatie di qualche storico militante sindacale. Nelle ultime ore, il sindacato autonomo ha raccolto l’adesione di Francesca Pinto, dipendente comunale, ex coordinatrice dei della Cgil Funzione Pubblica. Dura la reazione del primo sindacato dei lavoratori italiani. Una nota è stata diffusa dai segretari napoletani e regionali Alfredo Garzi, Salvatore Tinto, Federica Fiocca, Rosanna Ferreri, Ileana Remini, Gaetano Placido, Antonio Santomassimo, Giosuè Di Maro “Noi, la Cgil, difenderemo in tutte le sedi il diritto dei lavoratori del Comune di Napoli a scegliere liberamente il proprio sindacato, senza subire ritorsioni – sottolineano i dirigenti della Cgil – Noi contrasteremo con tutti i mezzi chi vuol rendere il sindacato un luogo nel quale prevalgono logiche individualistiche. Noi non baratteremo mai i diritti con i favori – continuano i dirigenti sindacali – Abbiamo radici solide per non temere la mercificazione della libertà di scelta e siamo certi che al di là delle pressioni delle ultime ore i lavoratori del Comune di Napoli comprenderanno che la dignità ha un prezzo molto più alto del valore di una tessera”.
Chi ha avuto esperienza nel sindacato sostiene che il passaggio rapido di un migliaio di iscritti da un’organizzazione sindacale ad un’altra, in un’azienda pubblica o privata, nella stragrande maggioranza dei casi si può realizzare solo grazie ai ‘suggerimenti’ e ai ‘consigli’ di dirigenti, capi e capetti. Non è un caso se quindici alti dirigenti comunali hanno subito aderito al cosiddetto neo sindacato indipendente. Stando ai soliti bene informati, al Comune di Napoli, l’operazione “cambio casacca sindacale” sarebbe sostenuta dal capo di gabinetto e direttore generale Attilio Auricchio, eminenza grigia di Palazzo San Giacomo e dal capitano dei vigili, Gennaro Martinelli, ex tesserato dei sindacati confederali. Entrambi si sono distinti nelle ultime elezioni comunali tentando di costituire una lista di candidati per il consiglio comunale per accreditarsi, aumentare il peso contrattuale sul piano politico e sindacale. Il rafforzamento del sindacato Csa sarebbe finalizzato a ‘contrattare’ alcuni distacchi e permessi sindacali retribuiti, considerato che il Csa è firmatario di accordi contrattuali nazionali. “Il sindaco Luigi de Magistris dovrebbe intervenire immediatamente per impedire la nascita di sindacati gialli, sindacati di comodo – afferma un lavoratore comunale – Bisogna rispettare ruolo, funzioni e storia di tutte le organizzazioni sindacali confederali e di base. Rispettare il pluralismo sindacale, significa rispettare la democrazia partecipativa. L’amministrazione comunale dovrebbe mantenersi distante dalla costituzione delle rappresentanze sindacali e dal tesseramento”. L’appello cadrà nel vuoto? Intanto, circolano voci, inciuci e non si contano le promesse di promozioni, di premi di risultato, migliori inquadramenti. Voci e promesse che alimentano tensioni, divisioni, disaffezione, malcontento tra i lavoratori e le lavoratrici e minano la politica del cambiamento.
Ciro Crescentini