Consiglio Nazionale – NADDEO (Presidente ARAN): questa era un’occasione unica per costruire una continuità contrattuale

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Il Presidente ARAN Antonio Naddeo ha dato innanzitutto risalto alla necessità di stabilire un collegamento sempre più stretto fra ARAN e ANCI, che a diverso titolo rappresentano le parti datoriali, dimostrando di essere in grande sintonia con Gaetano Manfredi e di avere una linea di vedute convergente con quelle del nostro Sindacato.

Con ciò premesso, ha anch’egli sottolineato che quello degli enti locali è un settore in crisi, dal punto di vista retributivo, organizzativo e della forza lavoro disponibile, e che i livelli stipendiali non sono competitivi come quelli degli altri comparti PA. Di conseguenza, le rivendicazioni sindacali devono essere contestualizzate nel comparto e non essere estese a tutta la Pubblica Amministrazione.

Naddeo, ha rilevato che nel 2018/21 era stato firmato un buon contratto e l’intento del Comitato di Settore per il 2022/24 era quello di migliorare e correggere, per quanto possibile alcune cose, che sono apparse inadeguate. A titolo di esempio, ha menzionato l’introduzione dell’istituto dell’age management, la possibile articolazione del lavoro su 4 giorni settimanali, la previsione del buono pasto per chi è in smart working.

Dal punto di vista economico – ha detto Naddeo – quella che si è presentata in questo periodo è una grande opportunità per costruire una continuità: la legge di bilancio ha stanziato importanti risorse per i contratti 2025/27 e anche quello seguente e con ciò permette di recuperare i ritardi accumulati negli anni precedenti.

Purtroppo, siamo arrivati a una fase di stallo, per cui due organizzazioni sindacali hanno dichiarato che non avrebbero firmato se non fossero state previste delle risorse in più.

“Quando ci si siede al tavolo per fare un contratto – ha detto testualmente – ci possono essere delle divergenze, ma deve esserci comunque l’intento comune di arrivare alla fine. A questo punto, quale è il punto di uscita? Ad oggi non c’è, e non ci sarà fino a quando qualcuno non farà un passo indietro. Che il governo possa stanziare delle risorse in più, o anche anticipare parte di quelle stabilite per il 25/27, è molto difficile se non impossibile. Anche perché poi verrà meno un anno di risorse e comunque serve una copertura del 1,8%.

Resta il fatto che si è già perso tempo prezioso: se per ipotesi il CCNL si potesse firmare entro due mesi, diventerebbe effettivo dopo l’estate; è perciò, alle condizioni attuali, è forte il rischio di slittare al 2026.

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