Brunetta: il vademecum per risollevare i Comuni

Fonte: La Gazzetta degli Enti Locali

Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, è intervenuto i alla XXXVIII Assemblea annuale dell’ANCI, evidenziando il ruolo fondamentale dei Comuni come avamposto delle istituzioni, essendo i primi soggetti deputati a erogare servizi a cittadini e imprese. Alla luce di ciò, Brunetta ha definito inaccettabile il depauperamento che tali Amministrazioni hanno subito nel corso degli ultimi anni, tra diminuzione del personale, perdita di competenze e confusione organizzativa.

La ricetta per la ripartenza

Proprio per sopperire a tali carenze e sferzare la ripresa, anche tecnologica, il Ministero ha individuato le prime azioni irrinunciabili porre in atto, molte delle quali, peraltro, già realizzate: avvio dei rinnovi contrattuali, sblocco e digitalizzazione dei concorsi pubblici; stesura del Pnrr, inclusi i progetti di cambiamento organizzativo e di formazione di tutti i dipendenti pubblici; introduzione di procedure straordinarie di reclutamento per il Pnrr. In tale contesto si inserisce la realizzazione del portale inPA per agevolare le amministrazioni nella selezione del personale necessario per i progetti; il reclutamento di 1.000 esperti per la gestione delle procedure complesse sui territori, al riguardo, sono a breve previste apposite selezioni: l’aumento dell’indennità di funzione dei sindaci e degli amministratori locali: nuove risorse per il salario accessorio; fondo per il nuovo ordinamento professionale, carriere e professionalità; un apposito fondo destinato alla formazione dei dipendenti pubblici da 50 milioni di euro nel 2022, così da concretizzare le intese già stipulate con il ministero dell’Università e con La Sapienza per favorire l’iscrizione dei dipendenti pubblici a corsi di laurea e master; il rafforzamento di Formez PA a supporto dei piccoli Comuni (decreto Pnrr), con servizio Linea Amica per il sostegno e l’assistenza agli Enti locali; infine, la semplificazione della programmazione organizzativa, sostanziatasi nel Piano integrato di attività e organizzazione (Piao), da adottare entro il 31 gennaio 2022.

Un nuovo modello assunzionale

Brunetta, nel corso del suo intervento, si è concentrato in special modo sulla semplificazione dell’attuale modello assunzionale. Al riguardo, l’intenzione del Governo sarebbe eliminare qualsiasi vincolo che impedisca la piena operatività del turnover. Un esempio concreto in tal senso è rappresentato dal decreto Reclutamento (d.l. n. 80/2021), il quale ha introdotto una disposizione che consente agli Enti locali non rispettosi dei termini vigenti per l’approvazione dei bilanci di poter comunque procedere alle assunzioni a tempo determinato, in un’ottica di attuazione del Pnrr, mentre i Comuni potranno comunque organizzare e gestire in forma aggregata selezioni uniche per la formazione di elenchi di soggetti idonei all’assunzione. Brunetta ha concluso il suo intervento chiosando sull’assistenza alla progettazione, snodo fondamentale del meccanismo attuativo del Recovery Plan: “Sarà garantita grazie all’impegno, da parte del Mef, di attivare un’azione coordinata di capacity building che coinvolge diverse realtà istituzionali tra cui Cdp, Mediocredito Centrale e Invitalia”.




Garofalo al Consiglio Nazionale Cisal

In questi giorni, il Segretario Generale Francesco Garofalo ha partecipato al Consiglio Nazionale Cisal, tenutosi a Pomezia (Roma), esprimendo sodduisfazione per l’andamento dei lavori : “Il CSA unitamente alla CISAL prosegue il suo percorso di crescita e valorizzazione nel mondo del lavoro. Siamo molto soddisfatti dei contenuti espressi al Consiglio Nazionale Cisal, ritenendo il percorso di cambiamento ancora lungo ma urgente. L’obiettivo è affrontare le sfide del Paese che riguardano i contratti nazionali, rendere ai cittadini un servizio efficiente e occuparci del benessere e della salute dei lavoratori”.

 

Il servizio del TG 2 del 10 novembre

 




Elezioni RSU: è il momento di stringere i tempi!

Nota del Segretario Generale che esorta le strutture CSA a mettersi in moto sin da ora per la campagna elettorale RSU che, mai come questa volta, è di vitale importanza per la nostra Organizzazione.

Nota del 5 novembre




Le novità della Legge di Bilancio per la PA e il Progetto PICCOLI

Gli stanziamenti per la Pubblica Amministrazione pèrevisti dalla prossima manovra finanziaria sono di circa 650 milioni per il 2022 e di 1,8 miliardi sul triennio 2022-2024, suddivisi nelle voci seguenti, che secondo il ministro Brunetta, rispettano gli impegni presi col PNRR.

Salario accessorio
La legge di bilancio prevede, a decorrere dal 2022, l’aumento fino a 200 milioni di euro annui dei fondi destinati alla contrattazione integrativa delle amministrazioni statali, da stabilire in misura percentuale rispetto al monte salari 2018. Allo stesso fine, i contratti collettivi nazionali relativi ad amministrazioni, istituzioni ed enti diversi da quelli statali potranno aumentare secondo gli stessi criteri i fondi per la contrattazione integrativa. È una spinta decisa al salario di produttività.

Ordinamento professionale e carriere
Per definire i nuovi ordinamenti professionali delle amministrazioni dello Stato stabiliti dalla contrattazione 2019-2021, inclusi i percorsi di carriera, è istituito un apposito fondo con dotazione iniziale di 200 milioni di euro dal 2022. Le amministrazioni diverse da quelle statali integrano le risorse relative ai contratti 2019-2021 sulla base dei criteri previsti dalle amministrazioni statali.

Fondo per la formazione
Per centrare l’obiettivo di una formazione dei dipendenti pubblici adeguata alle tre transizioni che l’Italia deve affrontare – digitale, ecologica e amministrativa – si istituisce un fondo con dotazione iniziale di 50 milioni di euro per il 2022. Queste risorse si aggiungono agli oltre 900 milioni previsti dal Pnrr e dai fondi strutturali per gli interventi di formazione e sviluppo organizzativo delle amministrazioni pubbliche: un imponente stanziamento di risorse per aggiornare e riqualificare il lavoro pubblico. Va in questa direzione il protocollo d’intesa già siglato con la ministra dell’Università, Maria Cristina Messa, che ha spianato la strada a convenzioni con gli atenei per offrire ai dipendenti pubblici corsi di laurea e master a condizioni agevolate. Un accordo è già stato firmato con la Sapienza Università di Roma.

Aumento dell’indennità dei sindaci e degli amministratori locali
Per supportare e rafforzare la continuità dell’azione dei sindaci, anche in relazione all’impegno aggiuntivo richiesto dall’attuazione del Pnrr, si aumenta l’indennità di funzione spettante ai primi cittadini. In totale, per finanziare la misura, sono disponibili 100 milioni per il 2022, 150 milioni per il 2023, 220 milioni a decorrere dal 2024.

Fondo per le assunzioni a tempo indeterminato
È istituito un fondo per le assunzioni a tempo indeterminato nelle amministrazioni dello Stato, degli enti pubblici non economici nazionali e delle agenzie con dotazione iniziale di 100 milioni per il 2022, 200 milioni per il 2023 e 250 milioni a decorrere dal 2024. Nel complesso, sono previste oltre 100mila assunzioni all’orizzonte nella Pubblica Amministrazione, ma anche la stabilizzazione di 33mila lavoratori della sanità assunti con contratti temporanei nel corso della lunga emergenza Covid, e poi professori, ricercatori e personale per l’Università.

I nuovi concorsi per la Pubblica Amministrazione

La legge di Bilancio autorizza i nuovi concorsi per la Pubblica Amministrazione da bandire a partire dal 1 gennaio 2022. E per le assunzioni a tempo indeterminato dello Stato, degli enti pubblici non economici nazionali e delle agenzie mette sul piatto 100 milioni per il 2022, 200 milioni per il 2023 e 250 milioni per il 2024. L’ultima stima della Funzione Pubblica era di 119 mila assunti con i concorsi già banditi o da bandire quest’anno. Una parte di queste assunzioni sono già state fatte, una parte sono proiettate al 2022, ma molte altre ne arriveranno con i concorsi pubblici che verranno banditi nei prossimi mesi. In arrivo con inuovi bandi oltre 20 mila posti dai 1.500 del ministero del Lavoro ai 4.000 per l’Agenzia delle Entrate ai magistrati.

Assunzioni negli Enti Locali – Progetto PICCOLI

Difficile stimare le assunzioni negli enti locali: per i Comuni con la popolazione inferiore a 5 mila abitanti è arrivato qualche giorno fa il progetto “P.I.C.C.O.L.I.- Piani di intervento per le competenze, la capacità organizzativa e l’innovazione locale”:  iniziativa realizzata nell’ambito del PON Governance e capacità istituzionale 2014-2020, uno degli strumenti della politica di coesione finanziati dall’Unione europea attraverso i fondi strutturali e di investimento europei. Il progetto del Dipartimento della funzione pubblica, che affida ad Anci la competenza nazionale per la progettazione partecipata e l’affiancamento alle amministrazioni locali, consiste in uno stanziamento di 42 milioni di euro in 41 mesi

“Questo intervento fa parte di un ampio ventaglio di iniziative del Governo e in particolare del Dipartimento della funzione pubblica – ha sottolineato il ministro Renato Brunetta – a supporto dei Comuni, i più penalizzati in questi anni dal blocco del turnover e dalla contrazione della spesa per investimenti sul capitale umano. Ora l’inversione di marcia è netta, grazie al progetto P.I.C.C.O.L.I., agli altri realizzati grazie ai fondi strutturali e soprattutto a quelli previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e in gran parte già tradotti in norme, con le semplificazioni, le nuove e rapide modalità di reclutamento per il personale Pnrr, i percorsi di carriera più fluidi, il rafforzamento della formazione. Un altro importante pacchetto di misure per gli enti locali troverà spazio nella legge di bilancio. Siamo davanti a un enorme investimento sulle competenze e sulle tecnologie per sostenere il cambiamento organizzativo necessario alla transizione digitale e per assicurare ai Comuni personale e strumenti adeguati. Senza mai dimenticare l’obiettivo finale: garantire a cittadini e imprese servizi efficienti e di qualità. Abbiamo le risorse e l’intelligenza per vincere questa sfida”.
“I piccoli Comuni – afferma il presidente Anci, Antonio Decaro – rappresentano l’ossatura portante del Paese: sul totale di 7.904 Comuni italiani ben 5.490 hanno una popolazione inferiore a cinquemila abitanti, rappresentano il 17% della popolazione italiana e amministrano il 54% del territorio nazionale. Custodiscono anche gran parte del patrimonio storico e naturalistico del Paese. Per questo è nostro dovere prendercene cura. Purtroppo in questi anni la frenesia e il mito della grande città ha determinato un progressivo spopolamento. E invece la pandemia ci ha fatto scoprire che esiste nel nostro Paese una riserva di luoghi e di vita che ci restituisce una dimensione nuova, salutare in cui non solo è bello vivere ma è anche possibile. Per far questo però c’è bisogno di renderli efficienti e moderni, pur conservando la loro peculiarità. È fondamentale la convergenza tra la storica battaglia dell’Anci in difesa della rete dei piccoli Comuni e gli impegni assunti dal Governo nazionale su diversi fronti. Sono stati già conseguiti risultati concreti. Si è allentata la stretta sulle assunzioni di nuovo personale. Può essere selezionato un numero maggiore di Segretari comunali. Sono arrivate in porto semplificazioni richieste da lungo tempo nella redazione dei bilanci e in altri adempimenti burocratici. Quest’anno per i piccoli Comuni sono state stanziate risorse per investimenti per 2,8 miliardi, cui va aggiunto il miliardo di euro destinato dal Pnrr al Piano nazionale borghi. Il Progetto P.I.C.C.O.L.I. è coerente e importante corollario di questi interventi, affinché l’afflusso delle risorse finanziarie e l’assunzione di nuovo personale si traducano in ciò che alla fine conta davvero: un servizio migliore ai cittadini, una risposta più rapida e completa a ogni loro esigenza nei confronti delle Amministrazioni locali”.
Il progetto P.I.C.C.O.L.I. ha visto arrivare 1.502 manifestazioni di interesse (1.399 singole e 103 in forma aggregata), per un totale di 1.988 Comuni con meno di 5.000 abitanti. Gli ambiti tematici più selezionati sono stati bilanci, contabilità, gestione del personale e riscossione dei tributi (24%), smart working (22%), acquisti e appalti pubblici (19%), semplificazione (18%), gestione associata servizi locali (17%).
L’Anci sta attualmente supportando i Comuni nella progettazione partecipata dei Piani di intervento: 471 enti hanno già trasmesso il piano al Dipartimento della funzione pubblica, 552 hanno ultimato il percorso di analisi dei fabbisogni e 612 sono al lavoro. Sono in corso le interlocuzioni con Formez PA individuato come soggetto attuatore, che fornirà sostegno per la transizione amministrativa e digitale delle amministrazioni.



Comunicato del Segretario Generale sulle trattative per il nuovo CCNL Funzioni Locali

In considerazione di quanto emerso dalla riunione di lunedì scorso, tutte le strutture sono state invitate a inviare alla Segreteria Generale con la massima tempestività eventuali proposte emendative alla bozza del testo presentato dall’Aran sulla disciplina dello smart working e su altri istituti contrattuali, ad integrazione di quanto già esposto sulla nostra piattaforma.

COMUNICATO TRATTATIVA RINNOVO CCNL FUNZIONI LOCALI




Intervento di chiusura del Segretario Generale al Consiglio Nazionale di Rimini

L’intervento del Segretario Francesco Garofalo che ha concluso i lavori di Rimini è stato rielaborato nel documento allegato, che sintetizza i punti salienti affrontati nelle quattro giornate di riunione, alla luce degli interventi fatti dai delegati presenti e di quanto emerso dalle riunioni dei Dipartimenti svoltesi nella stessa sede.

Intervento di chiusura




Dipartimento Polizia Locale: apprezzamento per il Testo Unificato

Il Dipartimento Polizia Locale CSA, riunitosi a Rimini nell’ambito del Consiglio Nazionale Fiadel/CSA, ha redatto il verbale allegato, sottoscritto dai rappresentanti di tutte le regioni, che hanno espresso apprezzamento per il testo di riforma della legge 65/86, che riassume in un unico corpo i vari disegni di legge elaborati in materia ed ha, come chiave sostanziale, il rientro nel regime di diritto pubblico, per il quale la nostra Federazione si sta battendo da tanti anni, al fine di equiparare la Polizia Locale alle altre Polizie civili dello Stato.

 

Verbale Dipartimento Polizia Locale CSA

 

 




La relazione del Segretario Generale al Consiglio Nazionale

E’ cominciato a Rimini il Consiglio Nazionale FIADEL/CSA, alla presenza di oltre 200 dirigenti e quadri sindacali. L’apertura è stata dedicata al ricordo dei dirigenti scomparsi negli ultimi due anni, a cominciare da Sandro Ligia e Walter Pallavicini, che avrebbero dovuto essere commemorati nel Consiglio 2020, annullato a causa della pandemia, per proseguire con Santino Paladino, Pasquale Bolzonella e Francesco Urbani.

Nella relazione, il Segretario Generale Garofalo ha affrontato tutti i temi politici e sindacali di stratta attualità, rimarcando la necessità di segnare il solco fra passato e futuro, dando risposte concrete non solo ai lavoratori e alle lavoratrici, ma anche ai giovani, che rappresentano il futuro del nostro Paese.

Del resto, se oggi c’è tanto distacco fra il mondo del lavoro e la politica e i sindacati stessi è perchè questi ultimi hanno smesso di lottare, cercando di ingraziarsi i centri di potere. Fiadel e CSA devono dunque recuperare i toni e i significati della lotta sindacale, affermandosi come unica alternativa attendibile alla Triplice e fulcro del sindacalismo autonomo. E il terreno è sicuramente fertile, visto che tanti lavoratori sono insoddisfatti del modo di operare da parte della triplice. Pertanto, bisogna profondere il massimo in vista della scadenza per la raccolta delle deleghe e della campagna RSU, dove dovremo cercare di aumentare la nostra rappresentatività.

Una delle strade che saranno perseguite è lo sviluppo di nuova strategia di comunicazione che sfrutta i principali canali social, che sappia raggiungere la base dei lavoratori e che veicoli nuovi contenuti, con il contributo di tutte le strutture territoriali.

Dopo Francesco Garofalo è intervenuto il Segretario Generale Cisal Francesco Cavallaro, il quale, nel confermare quanto detto da Garofalo sull’ostilità mostrata da certi sindacati nei confronti della nostra Confederazione, ha raccomandato la massima unità fra le sue componenti, così da poter affrontare con più forza le problematiche attuali e future, e far sentire la nostra voce su tutti i tavoli in cui la Cisal è presente. Cavallaro ha concluso rinnovando la disponibilità propria e della Cisal ad affiancare Fiadel e CSA in tutte le loro azioni.

LA RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE




Da domani a Rimini il Consiglio Nazionale FIADEL/CSA 2021

Si torna finalmente in presenza, dopo l’ultimo Consiglio Nazionale tenutosi a Chianciano oprmai due anni e mezzo fa. Mercoledi 20 sarà la giornata clou con la relazione del Segretario Generale, la commemorazione dei dirigenti scomparsi in questo periodo, le riunioni dei dipartimenti. Il giorno dopo si svolgerà il dibattito sulla relazione del Segretario e si parlerà sia della piattaforma per il rinnovo CCNL Funzioni Locali sia dell’organizzazione delle elezioni RSU. Nell’ultima giornata il Segretario interverrà con le proprie conclusioni.

 

Comunicato Stampa Consiglio Nazionale CSA-Fiadel




Solidali con la CGIL per il vergognoso attacco subito dai “no vax”

FIADEL/CSA esprime solidarietà alla CGIL per il vergognoso attacco subito nella propria sede nella giornata di ieri da gruppi di estremisti cosiddetti “no vax”, che nel disprezzo assoluto dei valori democratici e senza alcun rispetto per la tutela della salute pubblica, prendono a pretesto la contestazione alle misure di contenimento della pandemia per gettare terrore e panico nella cittadinanza.

La nostra Federazione prende le distanze da chiunque sostenga che il non vaccinarsi sia un’espressione di “libertà”, ritenendolo al contrario una forma di disprezzo nei confronti dei valori civili, costituzionalmente definiti.

Ciò non toglie che anche la nostra Organizzazione Sindacale sia in disaccordo col Governo per le modalità con cui ha imposto l’obbligo del Green Pass a tutte le categorie di lavoratori, e per questo stiamo facendo pressione affinchè la normativa in materia possa essere revisionata, anche con la partecipazione dei sindacati stessi.

Si tratta dunque di trovare i giusti equilibri in una disposizione che non deve in alcun modo creare discriminazioni e penalizzazioni nei riguardi dei lavoratori, i quali dal loro canto debbono avvertire la vaccinazione non come un obbligo di legge, bensì come un atto di buon senso a tutela propria, dei rispettivi familiari e delle persone con cui sono in relazione.




Riunito il tavolo di trattativa per il rinnovo del CCNL Funzioni Locali

Si è riunito oggi per la prima volta il tavolo di trattativa per il rinnovo del CCN Funzioni Locali, tra ARAN e Organizzazioni Sindacali rappresentative. E’ stato un incontro interlocutorio, nel quale l’Agenzia ha esposto il programma che intende seguire nei prossimi incontri, partendo dalla questione smart working. Il Segretario Generale Garofalo esprime condivisione coi metodi e i contenuti da affrontare, in attesa di ricevere la prima bozza del testo concernente il lavoro agile, di cui si parlerà nell’incontro che sarà convocato entro i prossimi 15 giorni.

 

Comunicato CSA 4 ottobre

 

 




Pubblico impiego, caos premi in busta: 5.444 euro in INPS e INAIL, solo 1.585 nei Comuni

Fonte: Sole 24 Ore

di GIANNI TROVATI (dal Sole 24 Ore) 

Ma che bravi i dipendenti dell’INPS e dell’INAIL, che ogni anno si meritano in media un premio da 5.444 euro all’anno; una cifra che vale il 13,4% dello stipendio lordo annuo. Non come quegli accidiosi lavoratori dei Comuni, che infatti si devono accontentare di 1.585 euro medi (5,4% della retribuzione lorda), cioè meno di un terzo di quel che arriva ai loro colleghi degli enti pubblici non economici. Per non parlare dei 54mila tecnici di università ed enti di ricerca: la loro inscalfibile pigrizia riduce a 600 euro all’anno il premio medio: il 2% della busta paga, e via andare.

Le cifre appena citate fotografano la distribuzione dei 2,2 miliardi di premi annui (6,1% della retribuzione media) agli 1,2 milioni di dipendenti contrattualizzati nei principali comparti della PA, scuola esclusa, sono vere, calcolate dalla Ragioneria generale dello Stato in un nuovo dossier collegato al Conto annuale del personale. Le considerazioni che le accompagnano sarebbero invece vere in un mondo razionale: quindi non nella nostra Pa. Perché le distanze che separano i premi in busta fra i diversi enti, spiegano i tecnici del ministero dell’Economia nel dossier, sono dovute ad «accadimenti accidentali, talvolta non coordinati, avvenuti anche in anni remoti». E non hanno rapporti con «compiti, obiettivi e caratteristiche strutturali degli enti». Per questa ragione servirebbe «un ridisegno più organico della remunerazione accessoria del dipendente pubblico, maggiormente legata alle sfide che le diverse amministrazioni si trovano ad affrontare oltre che alla salute finanziaria dei bilanci degli enti». Tradotto: nonostante i dibattiti ultradecennali su performance e valutazioni dei dipendenti pubblici, bel problema, mentre le riforme collegate al Pnrr puntano tutto sulla ricostruzione di competenze e carriere e il rinnovo contrattuale ha l’ambizione di far crescere gli stipendi anche in base alla «professionalità» maturata sul campo dai dipendenti.

I numeri messi in fila dalla Ragioneria generale mostrano la difficoltà della sfida. Un primo criterio per cercare di decifrare il quadro caotico offerto oggi dai bonus ai dipendenti pubblici può portare a una considerazione banale: le amministrazioni più ricche, dove gli stipendi medi sono più alti, sono anche le più generose nei premi: non solo in valore assoluto, però, ma anche in termini percentuali sulla retribuzione. Un criterio del genere avrebbe qualche senso nel mondo privato, dove al netto delle tante variabili in gioco il conto economico dell’azienda è anche un indicatore del valore del suo personale. Non così nel pubblico, però, dove le dimensioni del fondo per il salario accessorio, quello che finanzia anche i premi, si sono stratificate negli anni per una serie di misure che poco c’entrano con l’evoluzione operativa degli enti: gli «accadimenti accidentali» di cui parla la Ragioneria generale. Ma c’è di più.

Perché nel mondo complicato del pubblico impiego va usata una certa cautela anche nel collegare l’entità dei premi alla “fortuna” di chi li riceve. Il fondo accessorio in ogni amministrazione finanzia anche componenti «a carattere fisso e continuativo» della busta paga, come le promozioni che aumentano lo stipendio ma non la posizione gerarchica del dipendente: sono le attuali «progressioni orizzontali», che con il nuovo contratto dovrebbero trasformarsi in «differenziali stipendiali» legati alla professionalità. Siccome la torna è a dimensioni date, e la distribuzione fra voci fisse e variabili è decisa dalla politica sul personale del singolo ente, ci sono casi in cui i premi sono bassi perché sono più pesanti le voci fisse, per esempio perché ci sono state più promozioni.

Il collegamento fra la salute finanziaria degli enti e la ricchezza dei premi in busta è però confermato dal caso dei Comuni. Che offrono bonus più consistenti nelle Regioni dove i bilanci sono più in ordine, e li riducono nei territori in cui disavanzi e dissesti sono di casa. Con l’eccezione del Lazio, spinto in cima alla classifica dal peso statistico di Roma (1.754 euro all’anno il premio medio, 5,8% della retribuzione), la geografia dei bonus punta decisamente a Nord, dove spicca il terzetto composto da Veneto, Lombardia e Liguria, e penalizza il Sud con Basilicata, Sicilia e Calabria che chiudono la graduatoria nazionale. Il dipendente-tipo di un Comune calabrese può contare su premio medio da 649 euro all’anno, poco meno del 40% di quello che arriva al suo collega veneto. Anche se i Comuni sulla Sila hanno le stesse funzioni istituzionali di quelli della fu Serenissima Repubblica




FIADEL/CSA piange la scomparsa di Francesco Urbani

Un’altra delle figure storiche della nostra Organizzazione Sindacale ci ha lasciato. Francesco Urbani è stato per tanti anni punto di riferimento in Veneto, in qualità di Segretario Regionale, e nella sua provincia di residenza, Vicenza, rendendosi protagonista di infinite battaglie a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici degli Enti Locali.

Un personaggio che non amava le luci della ribalta e che è sempre stato molto vicino alla mia persona, con la massima disponibilità al dialogo e al confronto, tanto da essersi meritato, ormai da tanto tempo, la carica di Consigliere Nazionale.

Il nostro pensiero si rivolge a tutti i suoi cari e agli amici di FIADEL E CSA in Veneto coi quali ha collaborato fianco a fianco senza un attimo di sosta, impegnandosi molto in tutti questi anni nel formare i nuovi dirigenti.

Una dedica particolare voglio rivolgerla all’amico Bertuzzo, nel quale Francesco ha sempre riposto la massima fiducia, affidandogli la Segreteria Provinciale di Vicenza, che ora ha l’importante compito di portarne avanti l’opera e di onorarne la figura nel prossimo futuro.

Un abbraccio a tutti loro, ed in particolare alla sua famiglia, in attesa e con l’auspicio di poterli incontrare nell’ormai prossimo Consiglio Nazionale di Rimini.

Francesco Garofalo

 

 

Per chi volesse rivolgere le proprie condoglianze alla Famiglia:

Famiglia Urbani

Strada Biron di Sotto, 32

36100  Vicenza




CSA sollecita alla FP l’attivazione delle procedure per le linee guida previste dal decreto 127

Mancano una quindicina di giorni all’entrata in vigore delle disposizioni relative al Green Pass, ma il Governo non ha ancora provveduto a dettare le linee guida organizzative per i controlli che, per quanto riguarda regioni ed enti locali, devono essere concordate con la Conferenza Unificata. Pertanto, considerata l’importanza e l’urgenza di tali chiarimenti, il Segretario Generale ha chiesto al Ministro Brunetta di avviare sollecitamente le procedure in oggetto.

Nota CSA-FP del 28 settembre




Questione Green Pass: Garofalo scrive a Draghi e Speranza per evidenziare i punti critici del DL 127

Nella nota inviata dal Segretario Generale si pone in evidenza che, come stabilito dall’art.41 dlgs 81/2008, tutti gli oneri derivanti dall’effettuazione dei controlli sul posto di lavoro per contrastare la diffusione del Covid 19 devono essere a carico del datore, compreso il costo del tampone. Si rilevano altresì elementi di contrasto con il Regolamento 953/21 della UE e l’art.5 dello Statruto dei Lavoratori.

Nota del 27 settembre