E’ scomparso Pasquale Bolzonella

Profondo cordoglio per la scomparsa del nostro grande dirigente sindacale Pasquale Bolzonella, figura storica della FIADEL e protagonista di tante battaglie sindacali a difesa dei lavoratori dell’Igiene Ambientale.

 

COMUNICATO DEL SEGRETARIO GENERALE




Nasce il Comitato consultivo per la transizione amministrativa

Su iniziativa del ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta è statoo istituito il Comitato consultivo per la transizione amministrativa, che garantirà un ruolo di supporto nell’ambito del processo di trasformazione dell’apparato pubblico. Tra i ventuno membri figurano rappresentanti di PA centrali e locali, autorità indipendenti, aziende e associazioni.

Secondo il ministro Brunetta la riforma non può prescindere da un organo che accerti lo stato di attuazione delle iniziative e dei progetti: “Il contributo del Comitato sarà prezioso per segnalarci tempestivamente gli eventuali correttivi e interventi aggiuntivi che si renderanno necessari. Per questo ho voluto esponenti del mondo dell’impresa e delle banche accanto a grandi e piccole amministrazioni. Si cambia soltanto insieme”. Detta attività di monitoraggio coinvolgerà l’implementazione e la reingegnerizzazione dei processi legati alla digitalizzazione delle PA; saranno inoltre individuate di volta in volta le best practices e si cercherà di favorire collaborazioni tra pubblico e privato, sempre nel rispetto delle specificità e particolarità dei territori.

Questi i componenti del Comitato: Piero Antonelli, Direttore generale dell’UPI; Laura Aria, Commissario dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AgCom); Paolo Calcagnini, Vice Direttore generale di Cassa depositi e prestiti; Vincenzo Caridi, Direttore Direzione centrale Tecnologia, informatica e innovazione dell’Inps; Ernesto Ciorra, Direttore Funzione Innovazione e Sostenibilità di Enel; Giordano Colarullo, Direttore generale di Utilitalia; Silvia Giacomelli, Capo Divisione Economia e diritto della Banca D’Italia; Alessia Grillo, Segretario generale della Conferenza delle Regioni; Vanni Le Donne, Capo Divisione Sviluppo organizzativo della Banca D’Italia; Riccardo Maltoni, Direttore Organizzazione di Poste Italiane; Maria Vittoria Marongiu, Direttore generale dell’Aran; Marcello Minenna, Direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli; Federico Monaco, Direttore generale Servizi fiscali dell’Agenzia delle Entrate; Veronica Nicotra, Segretario generale dell’Anci; Daria Perrotta, Presidenza del Consiglio dei ministri; Filippo Romano, Dirigente Ufficio Vigilanza e vigilanze speciali dell’ANAC; Raffaella Saporito, SDA Bocconi; Stefano Stinchi, Direttore Divisione Pubblica amministrazione di Microsoft Italia; Stefano Tomasini, Direttore Sistemi informativi dell’Inail; Gianfranco Torriero, Vice Direttore generale di Abi; Giuseppe Tripoli, Segretario generale di Unioncamere.




Chiarimenti sull’aspettativa per il dipendente che svolge attività professionali o imprenditoriali

Il dipendente pubblico che intenda avviare un’attività professionale e imprenditoriale può godere del collocamento in aspettativa, senza assegni né decorrenza dell’anzianità, per un periodo massimo di dodici mesi. È comunque esclusa da tale ipotesi la stipula di contratti di lavoro subordinato con datori di lavoro privati. Lo ha chiarito il Dipartimento della Funzione pubblica con il parere del 24 marzo 2021, n. 19365.

Il quesito rivolto al Dipartimento concerne la possibilità per il dipendente di una Provincia di svolgere contemporaneamente un’attività di lavoro subordinato presso un privato sfruttando l’aspettativa ex articolo 18 della legge n. 183/2010. Secondo il Dipartimento questa disposizione, come modificata dall’articolo 4, comma 2, della legge n. 56/2019, consente ai dipendenti pubblici di essere collocati in aspettativa, privi di assegni e senza decorrenza dell’anzianità, qualora gli stessi siano intenzionati ad avviare attività economiche o imprenditoriali.

Per tale periodo non si applicano le disposizioni in tema di incompatibilità dettate dall’articolo 53 del d.lgs n. 165/2001, norma che impedisce ai dipendenti pubblici l’esercizio del commercio, dell’industria, dell’attività professionale o l’assunzione di impieghi alle dipendenze di privati. Dunque, considerando che l’aspettativa di cui trattasi agisce in deroga alla disciplina generale sopraccitata, la stessa dev’essere concessa previo esame della documentazione presentata dall’interessato. Ad ogni modo, conclude il Dipartimento, poiché il legislatore del 2019 fa cenno alle sole attività professionali e imprenditoriali, si ritiene comunque preclusa ai dipendenti pubblici la stipula di contratti di lavoro subordinato con datori di lavoro privati, per quanto attiene al regime dell’aspettativa in esame.

 IL PARERE DEL DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA DEL 24 MARZO 2021, N. 19365.




A Regioni ed Enti locali il 39,5% dei fondi Recovery con l’incognita attuazione

Fonte: Il Sole 24 Ore

di GIANNI TROVATI

Si avvicina l’emanazione del decreto legge destinato a definire la governance del Piano di ripresa e resilienza. Attualmente, il Piano si articola in una serie di missioni e progetti che dovranno ricevere attuazione concreta, soprattutto alla luce del meccanismo di erogazione dei fondi in questione: lo Stato riceverà le risorse in base ai pagamenti effettivi e alla realizzazione dei progetti. Dunque, predisporre una macchina amministrativa e regolamentare incapace di portare a termine le iniziative vorrà dire, immancabilmente, condannare l’efficacia del Recovery Plan, soprattutto per quanto concerne gli investimenti a favore degli Enti locali.
Un numero lo spiega meglio di tutti. Gli enti territoriali avranno il ruolo di soggetti attuatori di investimenti per quasi 90 miliardi. Per la precisione, in base alla tabella presentata dal governo nel corso della Conferenza Unificata che ha sancito l’intesa sul Pnrr, si tratta di 87,4 miliardi. Cioè il 39,5% delle risorse mobilitate dal Piano.
La quota di interesse diretto degli enti territoriali illustra meglio di ogni dibattito una verità semplice. O si trovano meccanismi in grado di garantire con ragionevole certezza tempi di spesa umani e non biblici per i fondi collegati alle varie missioni, oppure il destino reale del Recovery Plan è segnato. E con lui le prospettive del Paese di superare i traumi prodotti dalla recessione ventennale prima e dal crollo economico da pandemia poi.
Il presidente dell’ANCI Antonio Decaro l’ha spiegato in tutte le salse nei giorni passati. «Se le regole restano quelle attuali, il 2026 non sarà l’anno in cui termineremo gli impegni di spesa». La conseguenza, ovvia, è che non arriveranno tutti i fondi del Recovery, che sono appunto subordinati alla rendicontazione sul rispetto dei cronoprogrammi concordati con la commissione Ue e con il Consiglio europeo.

Sul punto, a far tremare le amministrazioni locali è soprattutto una parola: «bandi». Non per un’allergia alla “concorrenza” fra progetti e fra amministrazioni. Il fatto è che «bandi» significa «decreti», spesso interministeriali. E decreti interministeriali significano mesi per la costruzione dei parametri, la definizione dei documenti necessari, il tira e molla per l’intesa nelle conferenze, Stato-Regioni e Unificata. E spesso contenziosi su questo o quel criterio che determina le assegnazioni.
L’alternativa, indicata dall’esperienza recente che ha superato con successo le perplessità iniziali è quella delle assegnazioni dirette, sulla falsariga del «modello spagnolo» che ha permesso alla spesa reale in conto capitale dei Comuni di crescere anche nel 2020 colpito dal Covid (+3,6%) rispetto a un 2019 nel quale già si era registrata un’impennata (+14,6%) sull’anno prima.
Nel documento presentato dalle Regioni si è sottolineata l’esigenza di «condividere al più presto i singoli progetti sottostanti a ciascuna missione e definire i soggetti attuatori». Il resto dovrebbe arrivare dal decreto Recovery in programma per metà maggio, che nelle intenzioni del ministro per la Pa Renato Brunetta dovrebbe cancellare i vecchi tetti al reclutamento e permettere la selezione rapida dei tecnici e degli esperti necessari a gestire gli investimenti. Per conoscere il destino del Pnrr non serviranno anni. Basteranno poche settimane.




Smart working: nella PA via la soglia minima del 50%

A seguito dell’approvazione del Decreto Proroghe, d.l. n. 56/2021) recante alcune disposizioni urgenti in materia di proroga dei termini legislativi, in considerazione del prosieguo dello stato di emergenza sanitaria da Coronavirus, la vigenza del lavoro agile semplificato e senza soglie è stata prolungata fino a dicembre.

Si torna pertanto alla normalità, con l’eliminazione della soglia minima del 50% per lo smart working nella Pubblica Amministrazione. Fino alla definizione della disciplina del lavoro agile nei contratti collettivi del pubblico impiego, e comunque non oltre il 31 dicembre 2021, le amministrazioni pubbliche potranno continuare a ricorrere alle modalità semplificate relative al lavoro agile, ma sono liberate da ogni rigidità.

“Facciamo tesoro della sperimentazione indotta dalla pandemia e del prezioso lavoro svolto dal ministro Dadone – ha sottolineato il titolare del dicastero ella Funzione pubblica, Renato Brunetta – per introdurre da un lato la flessibilità coerente con la fase di riavvio delle attività produttive e commerciali che stiamo vivendo e dall’altro lato la piena autonomia organizzativa degli uffici. Fino a dicembre le amministrazioni potranno ricorrere allo smart working a condizione che assicurino la regolarità, la continuità e l’efficienza dei servizi rivolti a cittadini e imprese. Un percorso di ritorno alla normalità, in piena sicurezza, concordato con il Comitato tecnico-scientifico e compatibile con le esigenze del sistema dei trasporti”.

A regime, dall’inizio del 2022, la norma conferma l’obbligo per le amministrazioni di adottare i Pola (Piani organizzativi del lavoro agile) entro il 31 gennaio di ogni anno, riducendo però dal 60% al 15%, per le attività che possono essere svolte in modalità agile, la quota minima dei dipendenti che potrà avvalersi dello smart working.




Il messaggio del Segretario Generale per il Primo Maggio

Il messaggio del Segretario Generale Francesco Garofalo ai lavoratori e alle lavoratrici per la festività del 1° maggio.

 

Messaggio 1°maggio Francesco Garofalo




Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Pubblichiamo il testo integrale del PNRR trasmesso dal Governo al Parlamento. Si segnala, in particolare, la parte inerente la Pubblica Amminisatrazione, nelle pagine da 44 a 51, che si sviluppa su quattro assi principali: Accesso, per snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione e favorire il ricambio generazionale – Buona amministrazione, per semplificare norme e procedure – Competenze, per allineare conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze del mondo del lavoro e di una amministrazione moderna – Digitalizzazione, quale strumento trasversale per meglio realizzare queste riforme.

Piano Nazionale Ripresa e Resilienza




IL 25 aprile per riaffermare l’unità nazionale

«Il difficile momento che stiamo vivendo limita le modalità di celebrazione ma desidero con uguale intensità, in questo 25 aprile, Festa della libertà di tutti gli italiani, ricordare il sacrificio di migliaia di connazionali che hanno lottato nelle fila della Resistenza e combattuto nelle truppe del Corpo Italiano di Liberazione, di quanti furono deportati, internati, sterminati nei campi di concentramento e delle donne e degli uomini di ogni ceto ed estrazione che non hanno fatto mancare il loro sostegno, pagando spesso duramente la loro scelta»;

«Ora più che mai è necessario rimanere uniti in uno sforzo congiunto che ci permetta di rendere sempre più forti e riaffermare i valori e gli ideali che sono alla base del nostro vivere civile, quel filo conduttore che, dal Risorgimento alla Resistenza, ha portato alla rinascita dell’Italia»

(citazione del Presidente della Republbica Sergio Mattarella




Ancora una pagina FIADEL/CSA su La Repubblica

Nelle edizioni di Roma (oggi – 23 aprile) e Napoli (domani 24-aprile), la nostra O.S. è nuovamente presente sul quotidiano La Repubblica, con una pagina in cui si parla di rinnovo dei contratti, della piattaforma CSA per il CCNL Funzioni Locali e di lavoro pubblico in tempi di Covid 19

Anteprima – Focus sindacati




Il governo nel Def: nuovi contratti dei dipendenti pubblici nel 2022, dei dirigenti nel 2023

I rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici saranno firmati nel 2022. E quelli dei dirigenti nel 2023. La previsione è del governo, scritta a pagina 28 dell’allegato al Def che illustra le «analisi e tendenze della finanza pubblica». E delinea un calendario più realistico rispetto a quelli che prospettano una firma quest’anno. Perché sul piano politico l’accelerazione impressa dal Patto di Palazzo Chigi fra governo e sindacati è stata netta. Ma su quello pratico la strada non è breve.

Per portare gli aumenti nelle buste paga di gennaio 2022, come ipotizzato per esempio in ambienti sindacali almeno per i comparti delle Funzioni centrali (ministeri, agenzie ed enti pubblici nazionali) e sanità, il contratto va firmato al massimo entro il 20 dicembre. Ma questa è solo l’ultima tappa di una procedura complessa. La prima stazione è rappresentata dall’atto di indirizzo, che fissa i principi guida per i negoziati. Nel caso di Regioni e sanità, l’atto di indirizzo vanno all’esame del governo, che ha 20 giorni per verificarne la compatibilità con gli indirizzi di politica economica. Poi partono le trattative, che sfociano nell’«ipotesi di accordo». L’accordo è un’«ipotesi» perché prima di trasformarsi in un contratto deve superare una fitta griglia di verifiche, da parte dei comitati di settore e della Ragioneria generale, e deve essere certificata dalla Corte dei conti. Sul testo che ha ricevuto il bollo della magistratura contabile viene messa la firma definitiva. L’esperienza insegna che calcoli e timbri richiedono almeno due mesi, per cui l’accordo sull’ipotesi andrebbe firmato entro la metà di ottobre. E quattro mesi dall’avvio della macchina all’accordo stabilirebbero un record assoluto.

Per il momento siamo ai preliminari. Giovedì scorso è stato firmato l’accordo quadro sui comparti, che contempla un rinvio di tre mesi per le aree dirigenziali inceppate sul problema della collocazione dei dirigenti tecnici della sanità.

Nulla ovviamente vieta di accelerare al massimo. E al ministero della Pa i motori viaggiano a pieni giri. La direttiva «madre» è pronta (l’ha anticipata Il Sole 24 Ore del 26 marzo), l’atto di indirizzo per le Funzioni centrali è in attesa del via libera da parte del ministero dell’Economia, e il ministro Brunetta è stato netto nel chiedere di accelerare anche agli altri comparti, sanità in testa.

Il Def però è esplicito nella previsione delle firme l’anno prossimo per i dipendenti (e per sicurezza e difesa), e quello successivo per i dirigenti. E da questa previsione fa discendere i numeri della spesa per gli stipendi pubblici. Che quest’anno arriverà a 176,5 miliardi (+1,8% rispetto al 2020) mentre crescerà in modo più vivace nel 2022 (+5.4% a 186 miliardi) anche perché con le firme dei contratti arriveranno gli arretrati.




Fondo Perseo-Sirio: No all’adesione per silenzio assenso

Comunicato del Segretario Generale sulla l’ipotesi di accordo sulle modalità di adesione al fondo Perseo-Sirio, anche mediante forme di silenzio-assenso, sottoscritta l’8 aprile u.s dall’ARAN con le OO.SS. convocate, fra cui non figurava il CSA.

comunicato fondo perseo




Corso di preparazione Polizia Locale- proroga termine presentazione domanda

L’iscrizione si effettua, entro il 18 aprile, compilando la Scheda di adesione allegata e inviandola via email, unitamente alla ricevuta del bonifico, all’indirizzo cisalformazione@gmail.com

Corso di preparazione PL- proroga termine presentazione domanda  




Illegittimo il ricorso alle ferie dell’anno corrente per fronteggiare la emergenza Covid

Pubblichiamo una importante sentenza del Tribunale di Milano – Sezione Lavoro che ha accolto il ricorso presentato da una lavoratrice del Comune di Pieve Emanuele contro la condotta mantenuta dal Comune stesso di collocarla in ferie, utilizzando n.6 giorni maturati nell’anno 2020, non potendo essa svolgere la propria prestazione in modalità agile durante il periodo emergenziale, invece di riconoscerle l’esenzione dal servizio con regolare retribuzione, come stabilito dall’art. 87, co. 3, d.l. n. 18/2020.

SENTENZA TRIBUNALE MILANO




Il messaggio augurale per Pasqua del Segretario Generale

Nell’augurare a tutti voi una felice e serena Pasqua, vi comunichiamo che venerdì 2 aprile gli uffici della Segreteria Nazionale saranno chiusi. Arrivederci a martedì 6 aprile.

Messaggio augurale per Pasqua del Segretario Generale

 




Il Segretario Generale Garofalo incontra il Ministro Brunetta

Comunicato sull’incontro tenutosi ieri fra il Ministro Funzione Pubblica Renato Brunetta e la delegazione CISAL.

Comunicato 30 marzo

Patto_Innovazione_Lavoro_Pubblico_Coesione_Sociale_MinPA