Incontro all’ARAN per il rinnovo contrattuale

 

Si è svolto oggi il previsto incontro tra le OO.SS. rappresentative nel pubblico impiego e l’ARAN, sui temi relativi alla stagione contrattuale 2016/18.

Tale incontro, nei giorni scorsi, ha fatto diffondere la convinzione che si è giunti concretamente all’apertura delle trattative per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

In realtà non sono state ancora emanate le consuete direttive all’ARAN dai vari comitati di settore e pare che solo quelle relative al comparto Amministrazioni Centrali sia prossima all’emanazione e pertanto, in assenza di tale fondamentale passaggio, è ben difficile immaginare che si possa aprire concretamente la contrattazione tra l’Agenzia di rappresentanza contrattuale delle pubbliche amministrazioni e le Federazioni di categoria rappresentative nei vari nuovi comparti.

Ciò nonostante, è palese che il quadro normativo di riferimento ha subito consistenti modifiche con i recenti interventi legislativi e che taluni di questi interventi introducono o modificano norme comuni a tutti i comparti, non afferenti a specialità contrattuali, e che sarebbe opportuno cercare di avere una gestione sollecita di tali aspetti, al fine di offrire alla contrattazione dei comparti un quadro stabile di riferimento.

Resta ovviamente aperto il rilevante aspetto economico che a nostro avviso è ben lungi dall’essere definito.

In tal senso si è espressa la delegazione CISAL, che pur confermando la propria disponibilità all’avvio di un immediato confronto collaborativo su tutti gli aspetti che non afferiscono all’autonomia contrattuale dei singoli comparti, ma che hanno un effetto “cornice” e che derivano da provvedimenti legislativi, ha precisato che la dimensione degli importi per i rinnovi contrattuali, i famosi 85 euro, sono assolutamente inadeguati e, invece, occorrono stanziamenti decisamente più consistenti. Considerato che la prossima legge di stabilità è ancora da definire, è necessario che sia rivisto lo stanziamento.

Anche un altro capitolo, come quello della previdenza complementare, che pure è salito all’onore delle cronache e si ritiene bisognoso di interventi di sostegno, paga una contraddizione di fondo: è ben congruo parlare di interventi sulla previdenza complementare, magari destinando una parte delle risorse contrattuali, quando, per il lungo periodo di blocco dei contratti, i lavoratori pubblici hanno subito anche un danno che pagheranno per il resto della vita con il mancato adeguamento del montante contributivo.

Nei prossimi giorni si delineerà se si procederà con il proseguo del confronto tra confederazioni rappresentative e l’Agenzia, sui temi generali come su detto, o se, in presenza di un’eventuale accelerazione dell’atto di indirizzo per il settore Amministrazioni Centrali, si potrà direttamente avviare il confronto in tale settore cogliendo anche la possibilità di effettuare un approccio ai temi più generali e comuni.

Riservandoci di diffondere con tempestività i prossimi aggiornamenti, si inviano cordiali saluti.

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo

 

 

 

 

 

 




Assemblea Napoli: riflessi delle agenzie di stampa

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Rassegna 1

Rassegna 2




Il CSA rafforza le sinergie col Comune di Napoli

COMUNICATO STAMPA – 6 giugno

Questa mattina, presso il Teatro Totò in Napoli, si è tenuta la prima assemblea pubblica coi lavoratori del Comune di Napoli e le delegazioni dei lavoratori della Regione Campania iscritti al CSA – Regioni Autonomie Locali.

Un momento importante di confronto per un sindacato innovativo, che vuole affrontare il futuro dei lavoratori delle Funzioni Locali in un ritrovato spirito sinergico tra vertici e base sindacale, con la partecipazione dei quadri provinciali e regionali dell’Organizzazione Sindacale, del Direttore Generale del Comune di Napoli Attilio Auricchio, dell’Assessore alla Polizia Municipale e Politiche Giovanili Alessandra Clemente, a cui si aggiunge la significativa presenza dei dirigenti del Comune di Napoli.

Di fronte a centinaia di lavoratori, Il Segretario Generale CSA Francesco Garofalo  ha concluso i lavori lanciando un nuovo progetto sindacale che, partendo dal Comune di Napoli – dove CSA e Fiadel  costituiscono il primo sindacato in assoluto nei comparti di riferimento – porterà al consolidamento delle azioni che già da anni le due OO.SS. hanno avviato sul territorio nazionale, affermandosi nella loro unitarietà come sindacato autonomo, libero e senza compromessi.




Si infittisce il mistero sugli aumenti di stipendio per il pubblico impiego

L’aumento di 85 euro per i dipendenti pubblici sembra ancora lontano dall’essere applicato. Renzi, in prossimità del voto referendario, ne fece un’arma di seduzione nei confronti dei sindacati confederali, i quali abboccarono senza alcuna remora. Ma quello che doveva essere un rinnovo contrattuale da firmare e da applicare nell’immediato, è diventato, dopo la caduta del Governo, un’araba fenice, che ogni tanto riappare e poi scompare repentinamente.

L’ultimo (ma non certo definitivo) atto della vicenda si è avuto in questi giorni in Consiglio dei Ministri, durante l’esame del DEF. Stando a quanto denunciato – udite, udite! – dalla CGIL, cioè dallo stesso sindacato che a suo tempo sbandierò l’accordo del 30 novembre come un grande “successo”, il documento di programmazione ne parla ancora in maniera vaga, confusa, come di un qualcosa che richiede ancora una “specifica valutazione”.

Entrati nell’ottavo anno di attesa per il rinnovo del contratto, siamo sempre al punto di partenza. Anzi, è già stato fatto un passo indietro, perché i 2,8 miliardi annunciati da Palazzo Chigi per i contratti non bastano assolutamente a garantire nemmeno per la metà il noto aumento di 85 euro: secondo i calcoli governativi, si arriverebbe al massimo a 35,9 euro! E, nonostante le pronte smentite del ministro Padoan, il quale ha riaffermato che il Governo si assumerà i propri impegni, il come e il quando sono ancora scritti nel cielo.

Alla luce di tutto ciò, si conferma quella che era stata la nostra immediata impressione dopo  la sottoscrizione de suddetto accordo governo-sindacati, e cioè che oltre a ritenerlo iniquo in quanto sperequativo nei confronti dei dipendenti degli enti locali e non specificamente mirato alle fasce di reddito più basse (infatti, si parlava di un aumento “medio” dei salari, per il triennio), esprimevamo seri dubbi sulla sua applicabilità, in mancanza delle necessarie coperture finanziarie che, alla meglio, avrebbero potuto essere previste nel prossimo mese di dicembre.

Inutile dire che ci troviamo di fronte all’ennesima presa in giro, che poi altro non è che un modo ipocrita di far slittare a tempo indeterminato la soluzione del problema, che significherebbe avviare una trattativa concreta, seria e credibile, orientata verso un rinnovo contrattuale che possa dare benefici reali ed incondizionati ai lavoratori e alle lavoratrici, nonché alle loro famiglie. Ed è su questo obiettivo che continueremo a combattere, senza accettare alcuna soluzione di compromesso!

 

Il Segretario Generale CSA

Francesco Garofalo




Polizia Locale: verso lo stato di agitazione nazionale

La costante e concreta azione sindacale portata avanti quotidianamente dal CSA, iniziata con lo sciopero nazionale del 2015  e proseguita con il massiccio sciopero del 2016, ha  prodotto i primi frutti.

Il risultato si concretizza con l’approvazione definitiva da parte del Senato della Repubblica della legge sulla “sicurezza delle città”. La legge ripristina , finalmente, la normativa “pre-salva Italia” con il riconoscimento della “causa di servizio” e spese mediche.

È solo un primo passo, il risultato definitivo si avrà quando saranno accolte le altre richieste della categoria , fino ad allora,adiamo avanti a piccoli passi, ma con la tenacia  la costanza e la concretezza che da sempre ci contraddistingue.

La norma ha confermato un’altra delle nostre richieste, cioè il ripristino della possibilità a tutti i comuni in linea con le norme di finanza pubblica di utilizzare per il 2017 l’80% delle risorse del personale andato in pensione e dal 2018 il 100% ai fini assunzionali.

Il CSA, con il dipartimento Polizia Locale, impegnato in prima linea per il riconoscimento dei diritti della categoria continuerà a tenere alta la pressione sulle istituzioni.

Infatti, riteniamo ancora insoddisfatte le richieste e le prerogative che in tutti questi anni ha chiestola Categoria, specialmente nei punti nodali:

  • mancanza della Polizia Provinciale all’interno del decreto;
  • pensione privilegiata;
  • non da ultimo – ma anzi ritenendola fondamentale – l’equiparazione della Polizia Locale alle altre Forze di Polizia ad ordinamento civile.

Per tale motivo, i sottoscritti, nella giornata di domani concorderanno le future iniziative affinché il tutto venga ricondotto nella giusta direzione, preannunciando già da ora lo stato di agitazione della categoria.

Sempre nella giornata di domani, vi informeremo sulle future mobilitazioni.

In allegato, lo stralcio della norma approvata dal Senato che riguarda la nostra vertenza.

 

 

F.to   Il Responsabile Nazionale                                                 F.to    Il Segretario Generale

Dipartimento Polizia Locale CSA                                                           Francesco Garofalo

Luigi Marucci

 

 

 

DOCUMENTO ALLEGATO

A.S. 2754: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”

Articolo 7 (…) – Il comma 2-bis, aggiunto dalla Camera dei deputati, dispone che negli anni 2017 e 2018 i comuni che, nell’anno precedente, hanno rispettato gli obiettivi del pareggio di bilancio di cui all’articolo 9 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, possono assumere a tempo indeterminato personale di polizia locale nel limite di spesa individuato applicando le percentuali stabilite dall’articolo 3, comma 5, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 ( per il 2017: 80 per cento della spesa del personale cessato nell’anno precedente; 100 per cento dal 2018), alla spesa relativa al personale della medesima tipologia cessato nell’anno precedente, fermo restando il rispetto degli obblighi di contenimento della spesa di personale di cui all’articolo 1, commi 557 e 5 562, della legge 27 dicembre 2006, n. 2961 . Le cessazioni di cui al periodo precedente non rilevano ai fini del calcolo delle facoltà assunzionali del restante personale secondo la percentuale di cui all’articolo 1, comma 228, della legge 28 dicembre 2015, n. 2082 . I commi da 2-ter a 2-sexies, inseriti dalla Camera dei deputati, dispongono in merito all’equo indennizzo e al rimborso delle spese di degenza per causa di servizio nei confronti del personale della polizia locale. Agli oneri valutati in 2,5 mln di euro annui a decorrere dal 2017 si provvede a valere sul Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge n. 282 del 2004. Si stabilisce che con decreto ministeriale vengano stabiliti i criteri e le modalità di rimborso delle spese sostenute dai comuni per la corresponsione dei benefici in esame. Inoltre, si dispone che le commissioni deputate agli accertamenti delle condizioni per l’equo indennizzo e il rimborso delle spese operino nell’ambito delle risorse umane finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. Infine, viene inserita una apposita clausola di salvaguardia (riduzione degli stanziamenti iscritti nello stato di previsione del Ministero dell’interno) nel caso in cui si verifichi uno scostamento dell’andamento degli oneri in esame rispetto alle previsioni di spesa.




Ecco il nuovo che avanza: Grillo vuole abolire i sindacati!

Follia allo stato puro. In altro modo non si può descrivere la presa di posizione del leader di M5S contro i sindacati. Sulla stessa linea  dei governi  precedenti, a cominciare da quello di Berlusconi che, nel 2009, attraverso la legge Brunetta, diede una forte stretta all’attività sindacale, riducendo anche gli ambiti della contrattazione collettiva,  per proseguire con Matteo Renzi, che sin da quando era sindaco di Firenze avrebbe voluto inserire i sindacati nel suo tanto declamato processo di rottamazione, per poi colpirli costantemente, da premier, con frasi fra il dileggio e il disprezzo.

Evidentemente, né Berlusconi, né Grillo né Renzi conoscono la storia del sindacalismo in Italia, né tantomeno riescono a percepire l’assoluta centralità che il sindacato ha nella Costituzione Italiana, per la salvaguardia del lavoro, dei lavoratori e dello Stato Democratico.

Il fatto oltremodo grave è che mentre Berlusconi sta tentando faticosamente di ricompattare il centrodestra, e Renzi è impegnato perlopiù in battaglie di retroguardia, Beppe Grillo è il numero uno del partito candidato ad assumere la guida del paese. E sentir dire da un possibile, futuro premier certe cose, non solo fa male ma desta anche una forte preoccupazione.

Certo, se Grillo se la fosse presa solo con “certi” sindacati, con quel sistema di intrecci e connivenze che anche noi di Fiadel e CSA combattiamo da anni, allora saremmo stanti anche disposti ad applaudirlo.

Ma la sua altro non è che l’ennesima uscita distruttiva, che colpisce il sindacato come istituzione. E questo non possiamo accettarlo!

Queste le sue parole, riportate sul suo Blog e poi riprese da La Repubblica, nell’articolo pubblicato l’11 aprile nell’articolo avente per titolo “Il programma grillino: via i sindacati”: “Difendere il lavoratore significa anche promuovere forme nuove di democrazia e partecipazione sui luoghi di produzione, tagliando al tempo stesso i vecchi privilegi e le incrostazioni di potere del sindacato tradizionale. La presenza e l’incidenza del lavoratore nella governance della propria impresa, per il Movimento 5 stelle, va disintermediata.”

La storia ci insegna che quando il sindacato è venuto meno il suo posto è stato preso dal corporativismo, dove lavoratori e datori di lavoro dovevano essere teoricamente un tutt’uno a servizio dello Stato. Inutile dire, poi, che all’atto pratico i padroni hanno rafforzato le loro prerogative, riducendo la mano d’opera allo stato servile.

Beppe Grillo ha gettato la maschera: ecco cosa si nasconde dietro l’assenza di un programma politico! Il suo è un parlare per luoghi comuni, per frasi ad effetto, all’insegna di un donchisciottismo fine a se stesso, che vuole solo indignare senza nemmeno rendersi conto che, così parlando, finisce per distruggere ulteriormente il già vilipeso e maltrattato mondo del lavoro!

Fiadel e CSA, nel rivendicare il ruolo e il significato autentico del sindacato, porteranno avanti tutte le iniziative necessarie per difendere i lavoratori e le lavoratrici dai soprusi che questa politica sta attuando nei loro confronti.

Oggi, abbiamo ancora più forte la convinzione che in questo paese nessuno ci è amico; anzi, nel proporci come alternativa abbiamo subito attacchi violenti e vergognosi, soprattutto da parte di quei sindacati che, col loro silenzio assordante, hanno favorito la decadenza del sindacalismo.

Per questo, ci sentiamo ancora più motivati nel dare concretezza alla decisione presa dal Consiglio Nazionale di dar vita a un movimento politico che sia al nostro esclusivo servizio e che si faccia carico delle istanze che, da sempre, ci caratterizzano come Organizzazioni Sindacali Autonome.

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo




Replica del Segretario Generale ad un articolo calunnioso

Il 4 aprile il quotidiano online Il Desk ha pubblicato un articolo (vedi oltre) nel quale alcuni esponenti della CIGL si scagliano contro il CSA per la vicenda della migrazione di un migliaio di dipendenti del Comune di Napoli dalla CGIL stessa alla nostra O.S. Pronta è stata la replica del Segretario Generale Francesco Garofalo, che nella giornata di ieri ha fatto pervenire alla testata la seguente nota.

Ancora una volta mi vedo costretto a replicare alle nefandezze riportate dagli organi di stampa nei nostri confronti e, nello specifico, dall’articolo pubblicato dal quotidiano online Il Desk, intitolato “Comune di Napoli, grandi manovre sindacali: l’ira della Cgil”. Un articolo che non rispecchia assolutamente la verità dei fatti e che, nelle proterve dichiarazioni degli esponenti CGIL intervenuti, dimostra palesemente lo stato di autodistruzione di chi ha monopolizzato ed ingannato per decenni le classe lavoratrici, come una chiara ammissione di sconfitta.

Un sistema, tipico dei famosi “sindacati storici”, fondato su manovre sleali ed illegittime, mirato a distruggere il grande cammino che l’Organizzazione Sindacale che mi onoro di rappresentare sta facendo da diversi anni, a testa alta, senza mai piegarsi alla volontà di chi si sente leso citando il “pluralismo sindacale”.

Se questo pluralismo è quello del Quartier Generale, io penso che tutti i lavoratori abbiano capito che proprio in ciò stia il vero fallimento delle suddette organizzazioni, a partire da Napoli per poi dilagare su tutto il territorio nazionale.

Molti pezzi storici – compreso il sottoscritto – hanno abbandonato, ancorché a malincuore, nel tempo i sindacati confederali, abdicando anche alla propria matrice politica, per entrare in un Sindacato libero, che non facesse più da cinghia di trasmissione dei politici e dei dirigenti che si sono alternati  sia al Comune di Napoli, sia sul piano nazionale, nei governi “amici”.

Non possiamo nascondere, infatti, che molti esponenti della triplice, e soprattutto della CGIL, figurano, e non solo da oggi, nei quadri dirigenziali e politici del sistema paese, che sta portando alla demolizione del mondo del lavoro e dei lavoratori stessi, che si vedono da tempo costretti a subire vere e proprie violenze, quali il mancato rinnovo dei contratti nazionali – vicenda che si trascina ormai da 7 anni – e la privazione di quelle forme di lotta e di trattativa che un “vero sindacato” avrebbe dovuto difendere. In pratica, accettano supinamente le truffe del Jobs Act.

Oggi, io osservo con orgoglio, perché sono stato il primo a farlo, che nella nota in oggetto anche i “forti” vogliono ipocritamente appellarsi al pluralismo sindacale, che in questo Paese non si è mai concretizzato. Ma so bene che si tratta soltanto di una dichiarazione di facciata.

Riguardo ad alcuni passaggi dell’articolo, devo purtroppo far presente che:

1)        Chi scrive non conosce nemmeno la nostra esatta denominazione, definendoci Conferenza sindacati autonomi.

2)        L’esodo dei lavoratori e delle lavoratrici dalla CGIL e dei tanti quadri di altre OO.SS., tra cui la stessa CGIL, nella persona dell’ultima dirigente Francesca Pinto, che dopo aver dimostrato lealtà nei confronti di chi fino ad oggi rappresentava, nel momento in cui non si è più riconosciuta in quel sindacato ha deciso, con coraggio, di lasciarlo. Ciò è stata una libera scelta sua e dei suoi iscritti, che hanno bisogno di un sindacato libero e democratico, che si schieri al loro fianco per risolvere le problematiche che in tutti questi anni hanno attraversato il Comune di Napoli e i relativi dipendenti. Chi lo dice è uno che è stato, in passato, presidente della RSU del Comune di Napoli  e che pertanto conosce bene tutte le vicissitudini e le lotte sindacali fatte, ma ancor di più ha vissuto quotidianamente la fallimentare politica sindacale svoltasi negli ultimi anni nel Comune di Napoli. Ma oggi, chi si difende dal proprio male definisce gli altri “sindacato giallo”, finendo, così, con il proiettare su altri le proprie lacerazioni e le proprie connivenze con il potere. E lo testimonia proprio la scelta di tanti lavoratori di farsi tutelare da un’organizzazione che non ha mai avuto alcun vincolo di dipendenza politica.

3)        Diverse persone sono state citate dall’articolo in modo inopportuno, perché non hanno alcun incarico sindacale e non hanno alcuna conoscenza di quanto sta avvenendo a Napoli, e a loro esprimo tutta la mia solidarietà.

Infine, mi corre l’obbligo di informare che l’estensore dell’articolo non sa (o fa finta di non sapere) che la nostra O.S. è da oltre dieci anni che combatte per difendere le proprie prerogative, che purtroppo sono state depredate in modo vergognoso dai sindacati confederali, e nonostante ciò è cresciuta e continua a crescere in modo esponenziale. Ora, non siamo più disposti ad accettare ulteriori soprusi e, pertanto, vi informo che andremo avanti per la nostra strada, restituendo dignità ai lavoratori e a tutti quelli che si vedono più rappresentati dalla nostra organizzazione.

 

                                                                                                                                                                     Il Segretario Generale

                                                                                                                                                                       Francesco Garofalo


Da: IL DESK (quotidiano online)

Comune di Napoli, grandi manovre sindacali: l’ira della Cgil
4 aprile 2017

Continuano il rafforzamento della Csa e l’emorragia dal primo sindacato italiano, che diffonde una dura nota: “Contrasteremo con tutti i mezzi chi vuol rendere il sindacato un luogo nel quale prevalgono logiche individualistiche. Noi non baratteremo mai i diritti con i favori”
A Palazzo San Giacomo sarebbero in atto altre manovre per indebolire le organizzazioni sindacali storiche dei lavoratori e favorire la nascita di un sindacato autonomo molto legato ad una cordata di dirigenti comunali. La Csa, Conferenza sindacati autonomi avrebbero stranamente aumentato il numero di aderenti e di tessere, “conquistando curiosamente” le simpatie di qualche storico militante sindacale. Nelle ultime ore, il sindacato autonomo ha raccolto l’adesione di Francesca Pinto, dipendente comunale, ex coordinatrice dei della Cgil Funzione Pubblica. Dura la reazione del primo sindacato dei lavoratori italiani. Una nota è stata diffusa dai segretari napoletani e regionali Alfredo Garzi, Salvatore Tinto, Federica Fiocca, Rosanna Ferreri, Ileana Remini, Gaetano Placido, Antonio Santomassimo, Giosuè Di Maro “Noi, la Cgil, difenderemo in tutte le sedi il diritto dei lavoratori del Comune di Napoli a scegliere liberamente il proprio sindacato, senza subire ritorsioni – sottolineano i dirigenti della Cgil – Noi contrasteremo con tutti i mezzi chi vuol rendere il sindacato un luogo nel quale prevalgono logiche individualistiche. Noi non baratteremo mai i diritti con i favori – continuano i dirigenti sindacali – Abbiamo radici solide per non temere la mercificazione della libertà di scelta e siamo certi che al di là delle pressioni delle ultime ore i lavoratori del Comune di Napoli comprenderanno che la dignità ha un prezzo molto più alto del valore di una tessera”.
Chi ha avuto esperienza nel sindacato sostiene che il passaggio rapido di un migliaio di iscritti da un’organizzazione sindacale ad un’altra, in un’azienda pubblica o privata, nella stragrande maggioranza dei casi si può realizzare solo grazie ai ‘suggerimenti’ e ai ‘consigli’ di dirigenti, capi e capetti. Non è un caso se quindici alti dirigenti comunali hanno subito aderito al cosiddetto neo sindacato indipendente. Stando ai soliti bene informati, al Comune di Napoli, l’operazione “cambio casacca sindacale” sarebbe sostenuta dal capo di gabinetto e direttore generale Attilio Auricchio, eminenza grigia di Palazzo San Giacomo e dal capitano dei vigili, Gennaro Martinelli, ex tesserato dei sindacati confederali. Entrambi si sono distinti nelle ultime elezioni comunali tentando di costituire una lista di candidati per il consiglio comunale per accreditarsi, aumentare il peso contrattuale sul piano politico e sindacale. Il rafforzamento del sindacato Csa sarebbe finalizzato a ‘contrattare’ alcuni distacchi e permessi sindacali retribuiti, considerato che il Csa è firmatario di accordi contrattuali nazionali. “Il sindaco Luigi de Magistris dovrebbe intervenire immediatamente per impedire la nascita di sindacati gialli, sindacati di comodo – afferma un lavoratore comunale – Bisogna rispettare ruolo, funzioni e storia di tutte le organizzazioni sindacali confederali e di base. Rispettare il pluralismo sindacale, significa rispettare la democrazia partecipativa. L’amministrazione comunale dovrebbe mantenersi distante dalla costituzione delle rappresentanze sindacali e dal tesseramento”. L’appello cadrà nel vuoto? Intanto, circolano voci, inciuci e non si contano le promesse di promozioni, di premi di risultato, migliori inquadramenti. Voci e promesse che alimentano tensioni, divisioni, disaffezione, malcontento tra i lavoratori e le lavoratrici e minano la politica del cambiamento.
Ciro Crescentini

 




Consiglio Nazionale: stralci dell’intervento del prof.Coco

Intervento prof. Coco – 1° parte

Intervento prof. Coco – 2° parte

Intervento prof. Coco – 3° parte




Il videomessaggio del Sindaco De Magistris al Consiglio Nazionale




Consiglio Nazionale: considerazioni del Segretario Generale

Considerazioni del Segretario Generale  sull’attività svolta negli ultimi 12 mesi e sui nuovi programmi da attuare

In questi ultimi anni, ed in particolare negli ultimi dodici mesi, la nostra Organizzazione Sindacale ha fatto passi da gigante dal punto di vista strutturale, rilanciando i rapporti con le strutture territoriali e l’attività dei Dipartimenti – che sono stati implementati nel numero e nei componenti –; costituendo un Ufficio Legislativo che quotidianamente segue tutte le nostre problematiche, ben al di là delle questioni puramente legali; organizzando scioperi e manifestazioni di piazza, come quelli che hanno avuto per protagonisti i lavoratori e le lavoratrici della Polizia Locale e dell’Igiene Ambientale; ampliando la rete delle relazioni con altre organizzazioni sindacali autonome, per molte delle quali siamo diventati un vero e proprio punto di riferimento, e divenendo polo d’attrazione per tutti quelli che non si riconoscono più in Cigl, Cisl e Uil.

Ma, soprattutto, FIADEL e CSA sono state le uniche ad avere il coraggio di porsi in aperto contrasto con la politica e i sindacati confederali, che non hanno mai sposato le nostre rivendicazioni a difesa dei lavoratori. Non solo, hanno cercato di metterci il bastone fra le ruote, forse spaventati dalla nostra incisività nel denunciare, con puntualità e precisione, tutte le iniziative intraprese dal Governo, ed avallate dai sindacati, contro i lavoratori e le lavoratrici; in maniera sleale peraltro, perché il tutto si cela dietro il paravento di rendere la macchina dello Stato più flessibile e moderna, di incentivare le imprese e l’occupazione, persino di creare un nuovo stato sociale.

Niente di tutto questo, ma l’esatto contrario!

Avendo già esternato queste problematiche in tutti gli interventi pubblici a cui ho partecipato nel 2016 e nella prima parte dell’anno in corso, nonché nei Report semestrali pubblicati sul nostro sito internet e inviati a tutte le strutture – che vengono ora integrati dalla Informativa generale sulla situazione politico-legislativa del 1° trimestre 2017 (vedi Allegato 2) – in questa sede mi limiterò a fare una panoramica generale, per poi proiettarmi verso l’immediato futuro.

C’è una data che ha fatto da spartiacque nel nostro modo di concepire e vivere il Sindacato. E questa data è il 4 dicembre, giorno in cui la maggioranza assoluta del popolo italiano ha detto NO alla riforma costituzionale voluta dal premier Renzi, anche a costo, come poi è successo, di lasciare l’incarico in caso di sconfitta.

Su questo fronte, come voi tutti ricorderete, siamo stati i primi, come Organizzazioni Sindacali, a schierarci e ad attivare in varie sedi territoriali i comitati referendari, avendo come intento primario la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, che la riforma avrebbe messo seriamente in predicato.

Nel perdurante silenzio delle Confederazioni, abbiamo predisposto dei materiali informativi, fra cui il Guida Ragionata realizzata dal responsabile dell’Ufficio Legislativo prof.Coco, che è stata ufficialmente presentata a Napoli il 7 novembre u.s. alla presenza del Sindaco Luigi De Magistris, il quale ha sposato in pieno le nostre idee.

Ebbene, superato felicemente lo scoglio referendario, è arrivato il momento di determinare in proprio il nostro futuro, rinunciando definitivamente a cercare qualsiasi forma di sostegno nella politica stessa e nei sindacati confederali.

La “politica amica” è pura illusione; un’illusione che rischia di tramutarsi in autolesionismo, per quanto – in linea assolutamente teorica – siano proprio quelli gli ambiti in cui le istanze della base, dei cittadini e dei lavoratori, dovrebbero incontrare accoglimento e attenzione.

Pertanto, stiamo puntando sul rafforzamento della nostra visibilità attraverso la costituzione di una forma di aggregazione che ci consenta di penetrare nel modo politico e far sentire la nostra voce, che sino ad oggi è stata soffocata, e che sia orientata verso una autentica rivoluzione culturale sul piano sociale.

In sostanza, tale aggregazione costituisce la massima espressione della capacità e della forza che abbiamo sempre avuto  di mantenerci autonomi nelle idee, nel colore politico e nell’azione sindacale, e ancor di più di opporci alle subdole manovre che sono state messe in atto contro di noi col chiaro, unico obiettivo di sopprimerci.

Mi riferisco, in particolare, alla ben nota e annosa vicenda della revoca della rappresentatività del nostro Sindacato – frutto di una subdola manovra ben architettata dall’Aran, in combutta coi sindacati confederali e col supporto della Funzione Pubblica – che ha dato vita ad una estenuante battaglia legale e sindacale che ancora non si è conclusa.

Peraltro, a seguito del reperimento di documenti di estrema importanza per l’esito della annosa vertenza con l’Aran e il DFP, siamo in grado di affermare di disporre di ulteriori potenzialità per giungere ad una soluzione delle nostre problematiche, di notevole efficacia e giustizia.

Ebbene, questo significa calpestare i principi costituzionalmente definiti di democrazia e parità di trattamento, col risultato di penalizzare non solo la nostra OO.SS. in quanto tale, ma altresì di porre una pregiudiziale nei confronti di migliaia di lavoratori e lavoratrici!

La bontà e la trasparenza del nostro lavoro, comunque, hanno avuto il riscontro che meritano, come testimonia il fatto che, in questi anni, siamo riusciti ad attrarre nel nostro ambito tante altre realtà sindacali.

Adesso, è il momento di fare il salto di qualità e giocare d’anticipo, allargandola nostra visuale d’osservazione oltre le questioni meramente sindacali. Non possiamo più rimanere estranei a tutti i grandi temi che attraversano il Paese, a cominciare proprio dal deficit della politica – che non riuscire più a calarsi nelle problematiche reali del Paese, finendo così per scavare un solco netto coi cittadini – dalla disoccupazione giovanile galoppante, dallo smarrimento che i lavoratori avvertono in chiave futura, ed in particolare quelli delle pubbliche amministrazioni ed enti locali. Su di loro i riflettori sono costantemente puntati soltanto per metterne in evidenza la parte marcia e senza mai dare risalto al grande apporto che essi danno nello svolgimento dei  rapporti fra Stato e cittadini. Lavoratori che aspettano ancora concretezza nei Contratti Nazionali per un futuro lavorativo certo.

Sotto quest’ultimo aspetto, numerose sono le considerazioni che si dovrebbero fare. A partire dall’inaccettabile accordo che i sindacati confederali hanno stipulato il 28 novembre scorso col presidente del Consiglio. Non è solo una questione di soldi, ma di sistema. Noi che da 7 anni attendiamo un congruo rinnovo del CCNL del pubblico impiego, e che siamo stati costretti ad assistere  a ripetuti rinvii della trattativa coi sindacati, probabilmente sempre a causa della difficoltà di trovare la necessaria copertura finanziaria, non possiamo avallare che una questione così delicata venga risolta con una contrattazione frettolosa, dove è stata prospettata una soluzione – quella dell’aumento di 85 euro in busta paga – che ricalca  grossolanamente quella adottate per il contratto dei metalmeccanici, e che nelle modalità di applicazione desta numerose perplessità, come vedremo poi in uno dei documenti allegati in cartella.

Un’iniziativa, quella del Governo, non mirata ad offrire un reale sostegno al personale del settore pubblico, ma soltanto al tentativo di rabbonire i sindacati in vista del voto referendario del 4 dicembre.

Ora che si è tornati a dibattere sulla questione, continueremo senza sosta a confrontare la nostra posizione sui tavoli contrattuali, senza accettare alcun tipo di compromesso (ulteriori approfondimenti sulla questione Unti Locali sono riportati nell’ Allegato 4).

E’ ora di finirla con questa politica di demolizione sociale! E la nostra coscienza, che è maturata in vista del referendum costituzionale, ci ha imposto di schierarci per evitare una la catastrofe che qualcuno, in modo leggero, ci stava confezionando. Ora, quel valore aggiunto che noi abbiamo rappresentato con quelle scelte non va disperso. In concreto, dobbiamo rafforzare la nostra politica sindacale in un mondo politico che non vuole riconoscerci; dobbiamo fare del tutto per essere presenti nelle aziende, negli enti locali e pubblici per salvaguardarne il futuro e per scongiurare quanto è accaduto con le Province che, a causa della Legge Delrio, non sono state più garantite dalla Costituzione e perciò sono state deprivate delle loro funzioni di servizio sociale, sino ad arrivare alla conseguenza più estrema: la tragedia di Rigopiano.

FIADEL e CSA in futuro dovranno immaginare di diventare ancora più forti per consolidare una realtà che oggi è sotto gli occhi di tutti: siamo l’unico, vero sindacato del “mondo autonomo”, e come tale punto di riferimento per tutti coloro che si riconoscono nei nostri programmi e che vogliono la rinascita del Paese attraverso progetti e iniziative condivisi, che non possono restare inevasi.

Tutti insieme, siamo chiamati a difendere i valori della Vera Costituzione, il che significa pure ripristinare i diritti dei lavoratori e pertanto ci batteremo per far abrogare le leggi che in questi anni li hanno mortificati, ed in particolare la Legge Fornero, i Jobs Act 1 e 2 e la Legge Madia.

Inoltre, l’Ufficio Legislativo sta valutando le modalità di opposizione a quanto è già stato realizzato in merito allo smantellamento delle Province, delle Camere di Commercio e di tutto quanto entra in palese contrasto con la Costituzione.

Ora, si è aperto uno scenario nel quale la nostra Organizzazione dovrà essere al centro, per affrontare il ripristino di quanto appena accennato, e la nostra battaglia continuerà nel percorso intrapreso di difendere il lavoro pubblico e privato.

Ci impegneremo al massimo affinchè tutti i danni prodotti in questi anni da leggi scellerate vengano cancellati, e per ricondurre l’azione della politica sui binari della giusta correttezza e dell’applicazione delle norme della Costituzione.

Ai lavoratori e alle lavoratrici, invio l’esortazione ad esserci sempre più vicini, a darci fiducia e ad appoggiare le nostre campagne, il cui obiettivo è soltanto uno: dare loro certezze, tranquillità e dignità.

Infine, rivolgo anche alle forze sociali di questo Paese – ed in particolare a quelle che hanno seguito il nostro percorso verso il NO alla riforma costituzionale – l’invito ad unirsi alle nostre iniziative, per intraprendere un percorso comune.

 

L’attività dell’ufficio Legislativo

Accogliendo le richieste che da tempo pervenivano alla Segreteria Generale circa la necessità di usufruire, da parte dei dirigenti e degli iscritti alla O.S. di parei concernenti aspetti particolarmente complessi della legislazione ordinaria e contrattuale, la Segreteria Generale FIADEL-CSA ha istituito un apposito Ufficio Legislativo per adempiere a tali incombenze, che mirano anche ad uniformare sotto alcuni profili giuridici dell’azione sindacale.

All’incarico di responsabile nazionale del suddetto Ufficio è stato nominato il prof. Avv. Nicola Coco, che all’occorrenza si avvale di consulenti esterni, muniti di qualificati titoli accademici, ovvero maturati presso Pubbliche Amministrazioni.

Sino alla data odierna ha trattato circa 20 richieste Attinenti a vari settori di interesse del sindacato, ampliando, in base ai quesiti posti, il raggio di ricerca e valutazione tecnica delle proposte e dei disegni di legge presentati al Parlamento, a cominciare dal testo della riforma costituzionale Renzi/Boschi, successivamente respinta dalla consultazione popolare.

 

Il lavoro dei dipartimenti

Nel corso di questi ultimi 12 mesi abbiamo messo in calendario un intenso ciclo di riunioni dei Dipartimenti, da quelli già in essere a quelli di nuova costituzione. In particolare:

  • Quadri e Tecnici (si veda l’Allegato 7 concernente le proposte da portare in discussione nella riunione di Dipartimento convocata per il 30 aprile a Chianciano)
  • Camere di Commercio (si veda l’ Allegato 5 per le questioni inerenti l’opposizione all’art.10 della Legge Madia e l’intervento del Dipartimento Camere di Commercio Csa all’incontro indetto da Unioncamere.
  • Regioni/Province (si veda l’Allegato 8 – Verbale della riunione del 12 dicembre 2016)
  • Scuola (si veda l’Allegato 9 – Verbale della riunione del 6 dicembre 2016)
  • Sanità (si veda l’Allegato 10 – Verbale della riunione del 24 gennaio 2017)
  • Welfare e Assistenza Sociale (si veda l’Allegato 11 Verbale della riunione del 19 dicembre 2016)
  • Pari Opportunità e Politiche di Genere (si veda l’Allegato 11)
  • Polizia Locale. (si veda l’Allegato 6– parere dell’Ufficio Legislativo sul disegno di legge Naccarato).

L’intento è di far seguire ogni area di interesse della nostra organizzazione da gruppi omogenei di persone, con l’impegno di raccordarsi coi lavoratori per verificare la posizione che la nostra Organizzazione Sindacale andrà ad assumere nel momento in cui si aprirà la discussione sul rinnovo del contratto degli enti locali (ora Funzioni Locali).

Una attività che è dunque orientata verso la creazione di una piattaforma quanto più completa possibile e soprattutto vicina alle problematiche reali dei lavoratori stessi. Considerando la complessità e la delicatezza del lavoro da svolgere, esso richiede tempistiche adeguate.

Colgo però l’occasione per sollecitare i Dipartimenti a stringere i tempi, in quanto gli impegni che ci attendono sono molteplici.

Un discorso a parte va fatto per il Dipartimento Polizia Locale, dove va evidenziato l’ottimo lavoro svolto dal presidente Ospol Luigi Marucci e dai nostri dirigenti, che con tenacia stanno portando avanti da tanti anni una battaglia che nessun altro vuole sostenere, per far si che venga al più presto emanata  una nuova legge che permetta al comparto di godere della tutela e della dignità riconosciuta alle Forze di Polizia. Le manifestazioni e gli scioperi che abbiamo indetto nei mesi scorsi sono stati il passaggio fondamentale per il rilancio delle nostre rivendicazioni, le quali dovranno sfociare in tempi brevi in una proposta di legge coerente, condivisa e con concrete possibilità di giungere in porto.

Nel frattempo, considerato che il comparto rientra nelle Funzioni Locali, bisognerà lavorare in funzione dei relativi rinnovi contrattuali, e il Dipartimento dovrà attivarsi nell’immediato per sviluppare una proposta che – in attesa dell’arrivo di una legge specifica – permetta di sviluppare dei contratti a parte per la Polizia Locale.

Da ultimo, sta proseguendo l’iter parlamentare il “decreto sicurezza”, in cui viene ribadito che la Polizia Locale collabora con la Polizia di Stato, ma nulla di nuovo prevede per lo status giuridico della categoria, ma grazie a un emendamento presentato alla Camera, adesso anche i vigili possono usufruire dei benefici dell’equo indennizzo e del rimborso delle spese di degenza da causa di servizio. Rimane tuttavia esclusa la pensione privilegiata, anche per invalidità al 100% e la perequazione salariale con le altre forze di polizia.

Si conclude così una lunga battaglia, intrapresa e vinta esclusivamente dal CSA, giacchè le altre sigle sindacali, a cominciare dalla triplice, si sono solo pedissequamente e tardivamente accodate a codesta iniziativa.

Per quanto riguarda il settore Igiene Ambientale, rivolgo un caldo abbraccio a Luigi Verzicco, Vittorio D’Albero e tutti i dirigenti che in questi 12 mesi si sono adoperati per il raggiungimento di due importantissimi traguardi quali i rinnovi dei contratti FISE/Assoambiente e Utilitalia (quest’ultimo, integrato dall’accordo del 13 marzo, riguardante i nuovi testi degli articoli 21-22-25 – Vedi allegato – Verbale di accordo 13 marzo 2017). E’ merito loro se la FIADEL ha acquisito tanta autorevolezza nello scenario sindacale del comparto e se migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici hanno partecipato alle manifestazioni di piazza, ai cortei e agli scioperi indetti per dare sostegno alle proprie legittime aspettative. D’altra parte, i traguardi raggiunti non devono costituire un punto d’arrivo ma di partenza, per migliorare ulteriormente alcuni punti, a vantaggio dei lavoratori stessi e per implementare la qualità del servizio.

In cartella troverete una scheda di approfondimento (Allegato 3).

 

CONCLUSIONI

Il compito da noi assunto nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici in tutti questi anni continueremo a portarlo avanti con tenacia e senza esclusione di colpi, per tutelare il lavoro e i contratti nazionali. Vogliamo altresì  portare avanti, contestualmente, un processo innovativo e costruttivo per le nuove generazioni, affinchè si ricreino per esse le condizioni per entrare nel mondo del lavoro, con dignità e con tutte le necessarie tutele. Inoltre, dovremo continuare ad adoperarci per mantenere gli Enti e le Aziende da noi rappresentati, non solo in funzione di una maggiore salvaguardia dei lavoratori ed elle lavoratrici stessi, ma anche per offrire un servizio sempre più efficiente alla cittadinanza.

Francesco Garofalo




Il Consiglio Nazionale FIADEL/CSA di Chianciano

E’ convocato nei giorni 30/31 marzo e 1 aprile 2017 presso l’Hotel Villa Ricci sito in Chianciano Terme, Viale G. Di Vittorio n. 51 il Consiglio Nazionale FIADEL/CSA con il seguente programma:

  • arrivo previsto la mattina del giorno giovedì 30 marzo;
  • Consiglio Nazionale FIADEL/CSA il giorno venerdì 31 marzo;
  • Termine dei lavori il giorno 1 aprile con le conclusioni del Segretario Generale e atti consequenziali.

Sarà discusso il seguente

       ORDINE DEL GIORNO

      30 marzo 2017 ore 11.00

  1. Convocazione Attivo Nazionale Settore Igiene Ambientale – Commento e valutazione sul contratto Nazionale FISE/UTILITALIA;
  2. Predisposizione organizzativa prossime elezioni RSU Settore I.A.;

ore 16.00

  1. Incontro con il Segretario Generale dei vari gruppi regionali e provinciali per la valutazione sui futuri modelli organizzativi CSA e FIADEL.
  2. Varie ed eventuali

 ORDINE DEL GIORNO

31 marzo 2017 ore 9.00

  • Apertura Consiglio Nazionale FIADEL e Quadri dipartimenti CSA/FIADEL nazionali e territoriali;
  • Relazione del Segretario Generale;
  • Dibattito sulla relazione dei Consiglieri Nazionali;
  • Nuovo modello organizzativo proiettato sul rafforzamento e l’innovazione delle nuove linee programmatiche del sindacato;
  • Presa d’atto della relazione finanziaria;
  • Organizzazione prossime elezioni RSU Settore I.A. e prossime rilevazioni deleghe CSA;
  • Varie ed eventuali.

ORDINE DEL GIORNO

1 aprile  2017 ore 9.00

  1. Conclusioni del Segretario Generale e atti consequenziali.

Vista l’importanza degli argomenti da trattare si invitano tutti i Consiglieri Nazionali alla partecipazione e di delegare altro Consigliere Nazionale solo se si è impossibilitati per motivi gravi a partecipare ai lavori del Consiglio; il Consiglio è allargato ai quadri sindacali territoriali, RSU ed iscritti.

Si rammenta altresì che ai sensi dell’art. 13 dello statuto nazionale “il Consigliere Nazionale decade autonomamente dall’incarico dopo tre assenze ingiustificate anche se non consecutive”.

Si rappresenta che, nel corso dei lavori, le Federazioni potranno effettuare il Tesseramento per l’anno in corso.

Si fa altresì presente che le prenotazioni dovranno essere effettuate direttamente dalle Federazioni presso l’Hotel Villa Ricci al seguente numero 0578/63906; gli accordi presi sono a conferma dei costi sostenuti nelle recenti convocazioni, comprendendo  per il trattamento di  pensione  completa, a carico delle Federazioni, i seguenti importi:

  • Pensione Completa € 49.00 a persona al giorno in camera doppia;
  • Pensione completa € 43.00 a persona al giorno in camera tripla;
  • Supplemento camera singola al gg. € 15.00;
  • Pasto escluso dalla pensione € 22,00.



Convocazione Segreteria Nazionale – 9 marzo

La Segreteria Nazionale della FIADEL è convocata in Roma, via Goito n. 17, il giorno giovedì 09 marzo ore 9.00 per discutere il seguente

ORDINE DEL GIORNO

  1. Relazione del Segretario Generale;
  2. Predisposizione organizzativa del Consiglio Nazionale del 30/31 marzo e 1 aprile 2017;
  3. Approvazione relazione finanziaria;
  4. Ipotesi costituzione di un movimento politico nazionale per le future esigenze ed il rafforzamento delle linee sindacali;
  5. Predisposizione organizzativa prossima rilevazione deleghe Enti Locali;
  6. Predisposizione organizzativa prossime elezioni RSU settore Igiene Ambientale;
  7. Varie ed eventuali.



La posizione del CSA sulla riforma del pubblico impiego

Mercoledì scorso la Ministra della Semplificazione e della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, ha convocato le maggiori organizzazioni sindacali, tra cui il CSA, presente nella delegazione CISAL, per discutere  sul riordino della disciplina del lavoro pubblico”, in vista dell’emanazione del Testo Unico sul pubblico impiego.

Cliccare qui per leggere le proposte avanzate dalle nostre sigle




Incontro alla Unioncamere sulla riforma delle Camere di Commercio

Di seguito, il testo comunicato relativo alla riunione tenutosi alla Unioncamere Nazionale coi sindacati relativamente alla riforma delle Camere di Commercio

 

Care Colleghe e cari Colleghi,

il 27 gennaio u.s. si è tenuto presso la sede di Unioncamere Nazionale tra i Sindacati rappresentativi della funzione pubblica (CSA RAL, CGIL, CISL, UIL), il Segretario Generale di Unioncamere Dr. Tripoli e il Dr. Caporale un incontro di aggiornamento sui temi della riforma delle Camere di Commercio.

Con riguardo allo stato di avanzamento dei lavori Unioncamere si è limitata a qualche accenno su alcune tematiche, senza peraltro fornire alla parte Sindacale (come spesso avviene) alcuna documentazione sull’oggetto della discussione.

Ad oggi nessuna concreta risposta alle richieste già formulate da parte sindacale.

Riguardo agli accorpamenti Unioncamere ha riferito che altre Camere di Commercio, rispetto alle attuali accorpate, avrebbero espresso volontà di accorparsi.

E’ stato ribadito che gli accorpamenti devono essere governati in maniera tale da non generare esuberi di personale salvaguardando le professionalità esistenti.

Il Segretario dr. Tripoli ha comunicato che per le Camere accorpate ed in corso di accorpamento, (ma presumibilmente per tutte), verrà predisposta una scheda nella quale saranno valorizzati gli ambiti sui cui lavorare (sedi – sedi staccate – aziende speciali – personale).

Il CSA, al fine di evitare il verificarsi di una chiusura indiscriminata di sedi, sedi secondarie, sedi staccate prescindendo, tra l’altro, dalla necessità delle imprese di avere l’erogazione dei servizi nel territorio ove queste operano (i servizi on line spesso non sono in grado di sopperire pienamente al servizio fornito dallo sportello territoriale), ha sollecitato Unioncamere a monitorare / vigilare affinché il processo degli accorpamenti garantisca nei territori la sussistenza di sedi secondarie/staccate soprattutto laddove sono presenti importanti distretti produttivi.

Relativamente alle Aziende speciali Unioncamere ha comunicato che saranno ridimensionate tendenzialmente secondo due direttrici:

– verticale ossia considerando la possibilità di conferimento di alcune aziende speciali in società nazionali (con diramazioni territoriali) ove caratterizzate da uguale mission

– orizzontale ossia con aggregazioni su base regionale (una o più per regione o infraregionale).

E’ stato ribadito come, in ogni caso, le aggregazioni non debbano generare esuberi di personale.

Sul tema della sostenibilità finanziaria Unioncamere ha comunicato che sta lavorando su un progetto finalizzato alla richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico teso ad aumentare del 20% il diritto annuale. E’ stato ribadito come il taglio del 50% del diritto annuale metta a rischio la sostenibilità finanziaria delle Camere di Commercio e come a questa stortura vada messo rimedio al più presto.

Con riguardo alla determinazione di costi standard per servizi camerali, Unioncamere ha comunicato di averne sospeso i lavori potendo, tale determinazione, incidere negativamente sulla questione del personale. (In proposito Vi ricordo la nota della nostra Segreteria Nazionale trasmessa, anche all’Unione, in data 16 gennaio 2017 ad oggetto “Impugnazione dell’art. 10 della legge 124/2015 da parte di alcune Giunte Regionali” nella quale abbiamo evidenziato che “Poteva anche presumersi, quantomeno, che i suddetti tagli non si fermassero lì, bensì preludessero ad una prossima o graduale, ma definitiva, soppressione dell’intero sistema camerale, grazie alla cancellazione del criterio delle dotazioni organiche e all’avvento universale dei cc.dd. “indicatori di riferimento di costo e fabbisogno” (art. 33, quarto comma, della riforma costituzionale Renzi/Boschi) usati in qualità di strumenti della soluzione finale di enti, istituti e piante occupazionali”).

Infine Unioncamere circa i ricorsi al Decreto di riforma delle Camere di Commercio finora presentati alla Corte Costituzionale (Regione Toscana e Lombardia) ha comunicato che, a loro modo di vedere, tali ricorsi non dovrebbero ostacolare l’iter previsto dal decreto considerato il tempo che potrebbe impiegare la Corte Costituzionale per esprimersi in merito.

Il CSA è dell’avviso che non sia da sottovalutare la possibilità che i ricorsi presentati dalle suddette Regioni (e da altre Regioni che nel frattempo si dovessero unire alle precedenti) possano mettere nel nulla il Decreto di riforma delle Camere di Commercio e tutti gli atti ad esso conseguenti.

Il prossimo incontro è previsto per la seconda metà del mese di febbraio al quale ne seguiranno altri, presumibilmente in date ravvicinate, considerato che entro il mese di giugno dovrebbero chiudersi le intese politiche tra Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico.

Lucia Grasso




Le Province vanno ripristinate e rifinanziate immediatamente!

La criminale noncuranza degli ex riformatori e dei continuisti ha contribuito efficacemente alla strage dell’hotel di Rigopiano.

Tecnicamente si dovrebbe parlare di omicidio colposo plurimo, ma “strage” è assai più evocativa di quanto è accaduto a seguito del crollo dell’hotel di Rigopiano anche perché, se è pur vero che il codice penale stabilisce, per questo tipo di reato, la necessità che si tratti di delitto doloso, non sembra certo un certo sconfinamento nell’area della intenzionalità.

Si parla, ovviamente, della questione dei soccorsi e degli ostacoli che hanno impedito un tempestivo intervento degli operatori sul luogo del disastro, non prescindendo, naturalmente, da altre varie cause concorrenti o meno al verificarsi dell’evento, quali i ritardi dell’allarme (in cui pare sussistere qualche dubbio circa la solerzia della prefettura) o le stesse condizioni dell’immobile prima della slavina, probabilmente non proprio floride.

In realtà, il fattore palesemente nuovo rispetto ad altre emergenze come le recenti e recentissime catastrofi naturali (a cominciare dal sisma-bis di Amatrice) consiste specificamente nella carenza e nell’inefficienza di mezzi meccanici idonei al trasporto, in tempi brevi e brevissimi, e dei, ancorché cospicui, contingenti di personale da impiegare nelle opere di salvataggio di (almeno) quaranta persone rimaste intrappolate nelle macerie dell’albergo.

Infatti, ci si è subito (o quasi) accorti che l’unica turbina-spazzaneve – che sarebbe stata fondamentale per aprire un grande varco nella neve accumulatasi sulla carreggiata – si trovava altrove ed in riparazione (!).

Quanto agli elicotteri, parimenti indispensabili al trasporto rapido di soccorritori, si “scopriva” che, i due disponibili nelle vicinanze, non erano in grado di volare per avarie o, più pedestremente, per mancanza di carburante. A quest’ultimo riguardo, verrà poi diffusa la voce che gli elicotteri … non volano di notte, specie se usati da piloti inesperti o, comunque, poco conoscitori dei luoghi: probabilmente, una balla o un puerile alibi così come quello della ripetutissima “eccezionalità” di condizioni meteo o ambientali, mentre è noto universalmente come, nella stagione invernale, nevicate copiose e temperature polari, sono la regola annuale, a partire da metà novembre.

Il “mistero” degli elicotteri si svelava, quindi, accertandone l’appartenenza a quel tale Corpo forestale dello Stato che il Ministro Martina, prima e la Ministra Madia dopo, avevano destinato alla soppressione o, meglio, all’accorpamento con l’Arma Benemerita, tant’è che uno dei tanti decreti e decretini emanati dal Governo Renzi – tramite l’arcinota e torrentizia legge delega n. 124/15 – disciplinava questo transito del quale, sia detto per inciso, nessuno riesce ancora a comprenderne la ragione.

Ora, che la Madia fosse rimasta basita dalla falcidia dei suoi decretini, da parte della Corte Costituzionale (comunque, quello della Forestale era stato fatto salvo) o che, una volta deciso l’accorpamento non ci si fosse preoccupati delle relative procedure di applicazione, il risultato è stato lo standby del personale costretto a sospendere il servizio in attesa di successivi ordini cui è, ovviamente, correlata la messa in disuso dei mezzi e della loro manutenzione, anche e soprattutto a seguito del taglio (quello, rapidissimo!) dei fondi e bilanci del “disciolto” Corpo (dal 1° gennaio 2017).

D’altronde, è risaputo che la stasi della Forestale e quella, quasi contestuale, della Polizia provinciale abbiano inferto un danno gravissimo alla tutela ambientale, a partire proprio dalla vigilanza, prevenzione e intervento di tutti i sinistri cagionati da eventi sismici ed idrogeologici che, attualmente, non svolge nessuno.

Per quanto attiene alla situazione catastrofica della rete viaria, la musica non cambia, salvo che per il nome del proponente (Delrio), nonché per il numero progressivo (n. 56/14).

Infatti, già da tempo si sapeva che la normativa che aveva abolito (in parte) le province, in attesa dell’approvazione della riforma costituzionale ove si stabiliva la loro definitiva soppressione, si era premunita di consentire immediatamente l’ “esproprio” (o la mancata erogazione che è lo stesso) di una percentuale del 68% delle risorse destinate alla manutenzione ordinaria delle strade (provinciali) e dell’84% di quelle dirette alla manutenzione straordinaria. Per completare il discorso già avviato, si può osservare che, negli ultimi anni, gli organici della polizia provinciale sono passati da 2700 a 700 unità su tutto il territorio nazionale. Era inutile cercarli in quella tragica notte: stavano bighellonando, come i 20 mila colleghi amministrativi, tra tribunali, uffici regionali e comunali in attesa di una loro accoglienza dopo l’esodazione delriana.

Per giustizia equitativa, con simili responsabilità, ciascuno dei personaggi coinvolti andrebbe giudicato secondo il suo grado di colpevolezza, in base ad una valutazione dei fatti non molto lontana da quella che ha determinato la ragguardevole pena detentiva inflitta al famoso comandante della nave Concordia (anche il numero dei deceduti è piuttosto simile).

Ma questo è compito della magistratura.

Per quanto riguarda gli aspetti istituzionali e legislativi, emerge a tutto tondo la necessità e l’urgenza di ripristinare integralmente le Province restituendo loro tutte le prerogative, funzioni, competenze e composizione (elettiva diretta dei consiglieri, presidenti e giunte) non trattandosi più di un semplice problema politico o giuridico, bensì di un evento luttuoso di notevoli proporzioni che, oltre ad accrescere lo shock di una società già tanto duramente provata dal susseguirsi si sismi devastanti, degrada ulteriormente la coesione sociale e, non in ultimo, l’immagine del Paese all’estero, come ampiamente dimostrato dalla comparsa di vignette satiriche su Charlie Hebdo – ripugnanti e ciniche quanto si vuole ma la satira è uguale per tutti! – che ritraggono la Morte arrivare a Rigopiano sugli sci (come i poveri soccorritori) mentre tre italiani discettano di penne (ironizzando sul nome della limitrofa città) gratinate, al pomodoro e lasagne.

E, infine, si ricordi che la “legge Delrio” è decaduta dal 4 dicembre u.s., risultando vincolata alla riforma cancellata dal referendum e, per l’effetto, essendo viziata da lampante incostituzionalità per cui, ove la attuale compagine governativa “continuista” mostrasse un minimo di sensibilità e rispetto per il pubblico interesse (ed ora anche per incolpevoli vittime) dovrebbe disporne l’autoabrogazione e stanziare o, meglio, ri-stanziare i fondi di spettanza delle province. Anche perché l’inverno è ancora assai lungo!

 

L’Ufficio Legislativo