CSA: tutelare le specificità nel contratto nazionale del comparto Funzioni Locali

Nella riunione svoltasi questa mattina tra ARAN, CGIL, CISL, UIL e CSA per la riapertura del tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto Funzioni Locali, il Segretario Generale Francesco Garofalo è intervenuto, dopo la relazione introduttiva del Presidente Sergio Gasparrini – che ha illustrato i punti principali dell’Atto di Indirizzo, fornendo altresì  alcune indicazioni operative per portare avanti il confronto coi sindacati in tempi relativamente brevi, ma tenendo come priorità il raggiungimento di un risultato di qualità – esprimendo la posizione del CSA.

La prima sottolineatura riguarda il fatto che le eccessive lungaggini che hanno colpito il rinnovo del contratto, che è fermo dal 2009, ci impongono di tener conto dei grandi cambiamenti della realtà di riferimento, a cominciare dalla riduzione dei comparti e dalla trasformazione di quello degli Enti Locali in Funzioni Locali.

Per questo, bisogna prestare attenzione alla parte giuridica del contratto, che è ormai superata, esaminando le difformità che vi sono fra quanto aveva validità nel 2009 e i successivi interventi normativi, i quali hanno certamente reso il quadro legislativo generale di settore piuttosto confuso e non di rado contraddittorio.

Garofalo ritiene che si debba ragionare su un modello contrattuale del tutto nuovo, andando ad approfondire le specificità di ciascuna categoria, ed in primo luogo della Polizia Locale e della Scuola (insegnanti, educatori asili nido e tutte le altre categorie che devono essere visionate per verificare se le rispettive funzioni sono ancora attuabili e conformi ai carichi di lavoro attualmente imposti), secondo quanto avevamo stabilito nelle precedenti contrattazioni.

Tenendo presente che il contratto varrà un anno, il lavoro deve essere svolto nella prospettiva di dare pari dignità alle categorie, che sono vessate dalla situazione tutt’altro che florida in cui versano gli Enti ormai da diversi anni.

CSA – ha sottolineato Garofalo – tiene alla valorizzazione della contrattazione decentrata e pertanto dobbiamo anche capire cosa rimarrà agli Enti dei fondi stanziati per il rinnovo del contratto del pubblico impiego. In altri termini, il nuovo contratto deve reggere il sistema e dare altresì equilibrio ai carichi di lavoro. Non possiamo tenere personale che lavora in modo spietato e poi non siamo nelle condizioni di dare loro il diritto.

Il Segretario Generale ha poi concentrato l’attenzione sulle problematiche della Polizia Locale.  Il CSA resta della posizione che la priorità assoluta debba essere data a una vera e sostanziale riforma di legge, come il Sindacato sta rivendicando da tanto tempo, al fine di dare al Corpo una dignità specifica. Ora, poiché i tempi di tale modifica sono tuttora ignoti, si può e si deve cogliere l’occasione del rinnovo del contratto per riconoscere alla Polizia Locale gli stessi diritti che hanno le altre forze di polizia.

Infine, Garofalo si è detto favorevole all’ipotesi che il dibattito sul contratto, pur svolgendosi su un filone unico come auspicato dal Presidente ARAN, debba prevedere dei tavoli monotematici. Le Funzioni Locali sono una grande occasione, perché ciò ci permette di analizzare e risolvere le singole specificità, ferma restando la priorità di andare incontro alle diverse difficoltà che attualmente affliggono gli enti locali.

Pertanto, il CSA resterà fermo sulle proprie posizioni ed evidenzierà il lavoro dei propri Dipartimenti, preannunciando all’ARAN che sarà avanzata una piattaforma contrattuale per un lavoro propositivo, nel rispetto delle esigenze manifestate dai lavoratori.

 

FILE AUDIO DELL’INTERVENTO DI FRANCESCO GAROFALO




Strepitoso risultato della FIADEL nelle elezioni RSU Igiene Ambientale

Con grande soddisfazione Vi comunico che la nostra organizzazione raccoglie finalmente i frutti del capillare lavoro svolto in questi anni consolidando, nelle elezioni RSU Igiene Ambientale pubblico e privato, la propria posizione fra le prime organizzazioni sindacali di settore.

Un risultato che testimonia la volontà dei lavoratori – espressa col voto – di continuare a dare fiducia alla FIADEL nel perseguimento degli obiettivi futuri, tra cui figura in primis la certezza dei propri diritti sindacali.

In attesa di ulteriori risultati definitivi, ma di piccole realtà, posso affermare infatti che la FIADEL – a differenza di quanto trionfalisticamente comunicato in questi giorni da alcuni sindacati confederali, lasciandoci piuttosto interdetti – si attesta al primo posto in numerose grandissime aziende in tante regioni d’Italia, quali ad esempio: Lazio (AMA Roma), Lombardia (AMSA Milano), Campania (ASIA Napoli), Veneto (Etra Padova), Piemonte (De Vizia Torino), Friuli (Sager Udine), Puglia (Barsa Barletta), Sicilia (Consorzio Seneco Catania), mentre in altre importanti realtà raggiunge il secondo posto.

Da Segretario Generale FIADEL, non posso che esprimere la massima gratitudine nei confronti dei quadri dirigenziali, dei lavoratori e delle lavoratrici, e assicuro loro sin da ora che sarà cura del sottoscritto far rispettare gli impegni assunti dai nostri quadri dirigenziali nei confronti dei lavoratori medesimi.

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo




25 novembre: Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne

COMUNICATO

 

CSA Regioni Autonomie Locali e FIADEL, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, promuovono una serie di iniziative sul territorio nazionale, in ricordo e a condanna alle tante violenze che si praticano quotidianamente.

 

A tal proposito viene adottato uno slogan che meglio interpreta il nostro pensiero:

“La violenza non è forza , ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla.”

(Benedetto Croce)

 

E’ vergognoso che in una società civile e moderna come la nostra, il fenomeno della violenza sulle donne, invece di regredire, si amplia di giorno in giorno. L’aumento dei casi e l’alto numero delle morti (149 nel 2016) deve far riflettere in primo luogo le istituzioni, nonostante nel 2015 sia stato adottato il “Piano Straordinario contro la violenza sessuale e di genere” previsto dalla legge contro il femminicidio del 2013.

Ancor oggi manca, sul piano sociale, un reale interesse a contrastare il fenomeno, mentre del tutto lacunosa è la formazione nelle scuole e nelle università. Peggio ancora è considerare che la magistratura, i commissariati e soprattutto le aule dei tribunali mettono spesso in discussione la parola delle donne vittime di violenza (oltre la metà dei casi viene puntualmente archiviato), tanto che 8 donne su 10 rinunciano alla denuncia.

Infatti, molte sopravvissute ai tentativi di omicidio da parte del partner denunciano che per uscire dal tunnel della violenza sono entrate in un altro tunnel, quello della giustizia italiana, dove hanno faticato per essere credute e protette: vite stravolte, senza mai potersi mettere al sicuro da chi ne minaccia l’esistenza.

Il Piano Straordinario varato del Governo Renzi, sin dall’inizio criticato dalle organizzazioni interessate si è rivelato alla prova dei fatti inefficace se non addirittura nocivo. Di particolare rilievo è il fatto che esso non solo si basa su una confusa “governance multilivello”, ma pone considerevoli problemi giuridici di coordinamento a livello locale – vanificando il funzionamento delle reti territoriali già esistenti, indispensabili per una adeguata protezione e sostegno alle donne – e inoltre frammenta in maniera disorganica la distribuzione delle risorse.

Pertanto, è diventata ormai pressante la necessità di dar vita ad un cambiamento sostanziale dei metodi di tutela e assistenza.

Alla luce di tutte queste considerazioni, il CSA RAL e la FIADEL, con tutte le loro Strutture, vogliono offrire il proprio contributo al sostegno della causa delle donne vittime di violenza.

In proposito, seguiranno indicazioni organizzative sugli eventi predisposti.

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo




Sulla contabilizzazione dei fondi per la contrattazione decentrata

Una CIRCOLARE ENTIONLINE chiarisce le modalità di contabilizzazione dei fondi della contrattazione decentrata, che talvolta non viene eseguita correttamente dai Comuni, sulla base del principio contabile applicato 4/2 allegato al Dlgs 118/2011 e dalla pronuncia della Corte dei Conti del Molise che, con DELIBERAZIONE N.161 del 18 luglio 2017 ha fornito  importanti chiarimenti sul tema.




Torino: firmati gli accordi sul telelavoro

Città di Torino: gli accordi firmati coi sindacati su Telelavoro e Smartworking Area Comparto e Area dirigenza




Nuova Sezione per il sito CSA

E’ stata attivata la sezione COMUNICAZIONI DAI TERRITORI, per dare il giusto risalto alle iniziative e alle comunicazioni delle Segreterie Provinciali e Regionali CSA.

La directory è visualizzata nella barra in alto di colore azzurro. Da lì accedere alla regione a cui si è interessati




FIADEL: positive indicazioni dai primi risultati delle votazioni RSU

Elezioni RSU – RLSSA Igiene Ambientale  2017

 

COMUNICATO

 

Molto positive per FIADEL le prime indicazioni sui risultati delle elezioni

Dai primi risultati ricevuti, che risultano ancora essere incompleti, sull’andamento delle elezioni RSU-RLSSA 2017 per il settore Igiene Ambientale, si evince che la FIADEL continua ad essere uno dei maggiori sindacati nello scenario delle aziende pubbliche e private del comparto.

Di particolare conforto è il fatto che la nostra O.S. ha ottenuto in molte grandi aziende consensi così forti da attestarsi quale primo Sindacato.

Restando ovviamente in attesa del quadro completo dei risultati delle votazioni – anche per evitare di lasciarmi andare a premature esultanze, come altri stanno facendo – esprimo comunque grande soddisfazione per il consenso che i lavoratori e le lavoratrici hanno dato alla FIADEL.

Contestualmente, ringrazio tutte le Strutture Territoriali per l’ottimo lavoro svolto in sede di campagna elettorale, auspicando che i prossimi aggiornamenti possano darci analoghe soddisfazioni.

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo




Comunicato del Segretario Generale sull’aggressione di un vigile a Bari

COMUNICATO

A seguito del gravissimo fatto accaduto alcuni giorni fa a Bari, che ha visto coinvolto un agente della Polizia Locale, aggredito nell’esercizio delle sue funzioni da un poliziotto in borghese, il quale poco prima aveva picchiato un privato cittadino, la Segreteria Generale CSA – unico sindacato autonomo rappresentativo del comparto Funzioni Locali – esprime in primo luogo la propria solidarietà e vicinanza al collega vittima di questo increscioso episodio, augurandosi che egli possa superare rapidamente il trauma fisico e morale che ha subito.

Nel contempo, la Segreteria Generale CSA si è già attivata per salvaguardare non solo il collega colpito, ma l’intero Corpo di Polizia Locale di Bari e nazionale, che ha visto vergognosamente infangare la propria divisa, pur avendo mantenuto, nella circostanza e come sempre avviene, un comportamento rigorosamente rispettoso delle norme che disciplinano il servizio sociale da essi svolto, a tutela della sicurezza dei cittadini.

A tal fine – oltre alle iniziative che saranno intraprese dalla Segreteria Regionale CSA Puglia – abbiamo già predisposto una nota scritta indirizzata al Ministero degli Interni e al Ministro Funzione Pubblica per denunciare dettagliatamente l’accaduto ed ottenere l’avviamento immediato di tutte le procedure previste in tali circostanze per accertare le responsabilità dei singoli personaggi coinvolti e riconoscere all’agente che ha subito l’aggressione tutte le tutele che gli devono essere concesse.

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo

Cliccare qui per accedere all’articolo di Repubblica.it che riporta i fatti nel dettaglio




L’incontro Aran-Sindacati sul rinnovo del contratti del Pubblico Impiego

Il 28 agosto si è svolta la riunione fra Aran e Confederazioni sindacali, a cui ha partecipato anche una nostra delegazione, in cui sono state affrontate varie problematiche, fra cui la principale è quella della contraddizione degli effetti del cosiddetto bonus di 80 euro e l’aumento di 85 previsto per il prossimo rinnovo contrattuale.

Infatti, c’è il rischio che per alcune fasce di retribuzione gli effetti del rinnovo contrattuale potrebbero essere assorbiti dalla corrispondente perdita di quote di bonus.

Pubblichiamo visualizzare il testo del comunicato CISAL  da noi sottoscritto cliccare qui

 




Napoli: Il Segretario Generale replica agli attacchi del M5S

Il testo della lettera inviata oggi dal Segretario Generale Francesco Garofalo al Sindaco di Napoli, al Presidente del Consiglio Comunale, all’Assessore al Personale, al Direttore Generale, al Servizio Prerogative Sindacali, per replicare alle dichiarazioni rese dal Capo Gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Comunale contro la nostra Organizzazione Sindacale.

Nella seduta consiliare di ieri, 4 settembre, il Capo Gruppo del Movimento 5 Stelle ha fatto dichiarazioni che pongono il CSA nelle condizioni di chiedersi dove sia giunta la politica italiana.

Il testè citato Capo Gruppo, nel discutere di un atto deliberativo di proposta della giunta, associa incomprensibilmente lo stesso alle scelte libere dei dipendenti di associarsi o meno al nostro sindacato.

Un atto gravissimo, per il quale stiamo valutando gli estremi per ricorrere alla Magistratura competente.

Desta ancora maggiore preoccupazione la pretesa di avere copia degli atti inerenti la volontà di ogni singolo lavoratore di scegliere un sindacato al quale aderire.

Si potrebbe banalizzare sorridendo per la palese non conoscenza della Costituzione. D’altra parte, noi pensiamo ci sia poco da banalizzare, e siamo preoccupati per la deriva dei baluardi democratici, dove la “politica” pensa di essere ancora ai tempi dei podestà.

Dispiace vedere che chi si propone come una novità, avanza pretese antidemocratiche, che neanche la vecchia e vituperata politica si è mai sognata di imporre.

Non c’interessa entrare in polemica con alcuno ed abbiamo grande rispetto per l’organo elettivo comunale, ma allo stesso tempo non consentiremo mai ai partiti di condizionare o dirigere il nostro Sindacato.

I lavoratori e quanti hanno dato la vita per la libertà dal fascismo, questa libertà se la sono conquistata.

Per quanto su esposto siamo certi che gli atti inerenti la vita del Sindacato saranno tutelati da ingerenze politiche, in ossequio alle norme Costituzionali.

Ciò non toglie, comunque, la grande amarezza che provo, ancora una volta, nel dover subire un attacco becero e di stampo servili stico, attuato col solo obiettivo di favore qualcuno che tende a minare il lavoro legittimamente e correttamente svolto dai dirigenti sindacali della mia Organizzazione Sindacale al Comune di Napoli.

Con altrettanto rammarico che mi trovo costretto a ribadire che chi si permette di fare illazioni a titolo gratuito nei nostri confronti, dovrebbe invece preoccuparsi di collaborare per una politica sana nell’intero Comune di Napoli, svolgendo il proprio ruolo a favore non solo dei lavoratori che mi onoro di rappresentare, ma di tutte quelle famiglie e cittadini che in questo momento si trovano a subire, nella propria città, le conseguenze di una politica nazionale fallimentare .

Oggi non abbiamo bisogno di demagogia, ma del saper fare cose giuste a vantaggio di tutti i cittadini!

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo




Il Report del Segretario Generale – Luglio 2017

Con l’approssimarsi della pausa estiva, il Segretario Generale ha predisposto, come è divenuta ormai tradizione, il proprio Report a carattere politico/sindacale, relativo al periodo trascorso fra l’assemblea di Chianciano ed oggi.

Si evidenzia che, stavolta, sono state realizzate due versioni del Report, una per CSA e l’altra per FIADEL, che differiscono solo nella parte conclusiva, visualizzabili tramite i link sottostanti.

REPORT CSA

REPORT FIADEL

 




Sanremo: il CSA proclama lo stato di agitazione per gli agenti di PL

Pubblichiamo un articolo dove il segretario regionale ligure CSA, Fulvio Monfrecola, illustra  motivi per i quali il sindacato ha proclamato lo stato di agitazione per gli agenti di Polizia Locale di Sanremo.

Riposi soppressi, ercuperi non concessi, ferie vietate nei periodi clou, servizi prolungati in occasione di manifestazioni. E’ ormai da tempo che gli agenti della Polizia Municipale di Sanremo sono costretti a subire questa situazione, dovuta anche al fatto che sono sotto organico (sole 59 unità).

VISUALIZZA L’ARTICOLO




Comunicazione del Segretario Generale in vista delle elezioni RSU

Con l’approssimarsi delle elezioni RSU 2018/20, tutte le strutture e i dirigenti CSA sono chiamati ad attivarsi col massimo impegno.

In primo luogo, bisogna verificare presso gli enti la correttezza della rilevazione delle deleghe e la corrispondenza dell’importo, da noi indicato, delle trattenute, che comunque non dovrà essere inferiore alla soglia minima, come già comunicatoVi nelle precedenti note.

Raccomando, altresì, che la documentazione inerente riporti solo l’intestazione “CSA – Regioni Autonomie Locali” senza riferimento ad ulteriori sigle e che sia prestata la massima attenzione a tutte le fasi procedurali, per evitare di incorrere in annullamenti che farebbero scendere il nostro livello di rappresentatività.

Stiamo vivendo un momento a dir poco cruciale della nostra storia e, a mio avviso, ci sono tutte le premesse affinché si possa delineare una posizione di maggiore forza del CSA nello scenario sindacale nazionale. Per tale motivo il lavoro va orientato su un duplice binario: da un lato, definire le future piattaforme contrattuali relative alle varie categorie delle Funzioni Locali; dall’altro, muoversi capillarmente sui territori per individuare le persone che vogliono impegnarsi nell’attività sindacale e quindi candidarsi alle RSU.

Ribadisco, con estrema convinzione, che alla luce del grande lavoro che abbiamo svolto in questi ultimi anni, con estremo sacrificio da parte di tutti,  e dei nuovi incrementi che hanno rafforzato la nostra rappresentatività territoriale, si possa ambire a grandissimi traguardi.

Indispensabile condizione affinché ciò si concretizzi realmente è che vi sia uno sforzo reale e convinto delle nostre strutture e dei nostri dirigenti, nessuno escluso, mettendo da parte eventuali personalismi o gelosie di sorta.

Nel frattempo, faremo di tutto per imporci sul tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, anche al fine di recuperare quanto più possibile quello che è stato perso in questi lunghi anni di attesa, con l’intento di portare avanti politiche di risposta reale alle esigenze degli enti locali, puntando sulla professionalità di ciascuna categoria.

In tale prospettiva abbiamo come punto fermo la posizione strategica assunta da alcune componenti del CSA, che attraverso i rispettivi Dipartimenti – Polizia Locale, Scuola, Regioni/Province, Quadri/Tecnici, Camere di Commercio, Welfare e Pari Opportunità – stanno facendo un egregio lavoro, affinché ognuno veda riconosciuto il proprio ruolo e i diritti che gli spettano e che gli sono stati negati in tutti questi anni.

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo




Incontro all’ARAN per il rinnovo contrattuale

 

Si è svolto oggi il previsto incontro tra le OO.SS. rappresentative nel pubblico impiego e l’ARAN, sui temi relativi alla stagione contrattuale 2016/18.

Tale incontro, nei giorni scorsi, ha fatto diffondere la convinzione che si è giunti concretamente all’apertura delle trattative per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

In realtà non sono state ancora emanate le consuete direttive all’ARAN dai vari comitati di settore e pare che solo quelle relative al comparto Amministrazioni Centrali sia prossima all’emanazione e pertanto, in assenza di tale fondamentale passaggio, è ben difficile immaginare che si possa aprire concretamente la contrattazione tra l’Agenzia di rappresentanza contrattuale delle pubbliche amministrazioni e le Federazioni di categoria rappresentative nei vari nuovi comparti.

Ciò nonostante, è palese che il quadro normativo di riferimento ha subito consistenti modifiche con i recenti interventi legislativi e che taluni di questi interventi introducono o modificano norme comuni a tutti i comparti, non afferenti a specialità contrattuali, e che sarebbe opportuno cercare di avere una gestione sollecita di tali aspetti, al fine di offrire alla contrattazione dei comparti un quadro stabile di riferimento.

Resta ovviamente aperto il rilevante aspetto economico che a nostro avviso è ben lungi dall’essere definito.

In tal senso si è espressa la delegazione CISAL, che pur confermando la propria disponibilità all’avvio di un immediato confronto collaborativo su tutti gli aspetti che non afferiscono all’autonomia contrattuale dei singoli comparti, ma che hanno un effetto “cornice” e che derivano da provvedimenti legislativi, ha precisato che la dimensione degli importi per i rinnovi contrattuali, i famosi 85 euro, sono assolutamente inadeguati e, invece, occorrono stanziamenti decisamente più consistenti. Considerato che la prossima legge di stabilità è ancora da definire, è necessario che sia rivisto lo stanziamento.

Anche un altro capitolo, come quello della previdenza complementare, che pure è salito all’onore delle cronache e si ritiene bisognoso di interventi di sostegno, paga una contraddizione di fondo: è ben congruo parlare di interventi sulla previdenza complementare, magari destinando una parte delle risorse contrattuali, quando, per il lungo periodo di blocco dei contratti, i lavoratori pubblici hanno subito anche un danno che pagheranno per il resto della vita con il mancato adeguamento del montante contributivo.

Nei prossimi giorni si delineerà se si procederà con il proseguo del confronto tra confederazioni rappresentative e l’Agenzia, sui temi generali come su detto, o se, in presenza di un’eventuale accelerazione dell’atto di indirizzo per il settore Amministrazioni Centrali, si potrà direttamente avviare il confronto in tale settore cogliendo anche la possibilità di effettuare un approccio ai temi più generali e comuni.

Riservandoci di diffondere con tempestività i prossimi aggiornamenti, si inviano cordiali saluti.

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo

 

 

 

 

 

 




Dipartimento Regioni: Verbale della riunione del 23 maggio

 

In apertura, il Segretario Generale illustra le finalità dell’incontro, fissando come primo punto la raccolta di firme avviata tempo addietro tra i lavoratori e le lavoratrici iscritti per verificarne il consenso ad avviare delle azioni legali al fine di far abrogare la Legge Delrio. Secondo Garofalo, in base a quanto ha potuto constatare personalmente, c’è la volontà di tornare allo stato antecedente al referendum costituzionale e pone in particolare l’accento sugli appartenenti al corpo di Polizia Provinciale, che si trovano in una situazione di stallo e, di fatto, non possono più espletare la propria attività.

La questione va esaminata categoria per categoria e regione per regione, in quanto i trasferimenti attuati da ciascun Ente Regione hanno seguito criteri difformi. Ma il problema riguarda tutta l’Italia e pertanto il Dipartimento, afferma il Segretario, deve avere ben chiara la situazione per poter poi predisporre una piattaforma con cognizione di causa. In sostanza, si tratta di coniugare la doverosa battaglia che va fatta contro una legge che è anticostituzionale a tutti gli effetti, e l’azione volta a ricomporre le declaratorie contrattuali in base a quanto è accaduto.

Tutta la vicenda si interseca con la rappresentatività e le prossime elezioni RSU. I trasferimenti di personale hanno alterato gli equilibri in tal senso, il che impone di trovare un meccanismo per salvaguardare le nostre posizioni e così evitare che i sindacati confederali acquistino maggiore forza.

Prima ancora, però, bisogna elaborare proposte concrete e sostenibili. Secondo Garofalo, tornare alla situazione pre-Delrio sarebbe un bene. La realtà è che la provincia, nel frattempo, è stata svuotata nelle funzioni e in taluni casi hanno subito la sovrapposizione dell’Area Metropolitana e dell’Area Vasta. Ma il fatto più grave è che le Province oggi non hanno più il ristorno dei fondi dal governo centrale, bensì soltanto una quota parte.

Passando all’esame delle singole realtà regionali, Luigi Serra ha affermato che in Piemonte la situazione è insostenibile; ben 800 dipendenti sono stati trasferiti dalla Provincia alla Regione, una parte come “riallocati” lavorano nelle funzioni che la Regione si è ripresa, una parte come “distaccati”, svolgono funzioni riprese dalla Regione ma delegate alla Provincia, e sono comunque pagati dalla Regione. Quindi il problema è che il fondo sul quale sono inserite queste 800 persone è il loro fondo provinciale storico, proporzionalmente più basso di quello regionale.  In prospettiva quindi si aspettano un aumento, poiché le indennità sono maggiori in Regione che in Provincia, e nessuno vuole fare il passo indietro. E tali criticità vanno di pari passo con le RSU.

Daniela Brini conferma che i colleghi della Provincia sono restii a tornare indietro, e se proprio questo dovesse accadere, dovrebbe essere assicurato un aumento salariale.

In aggiunta a quanto indicato dai colleghi della Regione Piemonte, rendo noto che nel corso della raccolta firme per l’abolizione della Delrio, diversi lavoratori della Città Metropolitana di Torino si sono rifiutati di firmare la petizione auspicando un trasferimentodelle funzioni e del personale alla Regione che come ente offre maggiore garanzia di solidità e uno stipendio più alto (AkimZanforlin).

Garofalo interviene per sottolineare che, a prescindere dalle RSU, bisogna innanzitutto rasserenare i lavoratori e sviluppare una piattaforma che li salvaguardi al di là della loro attuale collocazione. I dipendenti di Regioni, Province ed Enti Locali devono essere tutti uguali. Di fatto, il problema non è tanto il Contratto Nazionale quanto i Contratti Decentrati, dove si sono create situazioni di disparità che non dovrebbero esserci.

Per quanto riguarda il Piemonte, alla luce dei trasferimenti attuati, bisogna capire su quanti RSU puntare per avere un risultato migliore. Se gli 800 di cui si parlava non votano CSA gli equilibri in regione si spostano enormemente; pertanto va fatta un’analisi precisa e successivamente predisporre la piattaforma.

In tale prospettiva, un punto nodale da chiarire è se ci si deve battere contro la Delrio a prescindere dai lavoratori. Si osserva infatti che livellare oggi i due mondi significa livellare i contratti decentrati, con la conseguenza di scendere, anziché salire. Più a monte, il problema è come muoversi per far sì che il Contratto Nazionale riporti al centro la soddisfazione dei dipendenti, stabilendo un livello di garanzia per tutti.

Santino Paladino, dopo aver fatto presente che in Sicilia la situazione è drammatica, afferma che innanzitutto bisogna tutelare i dipendenti che possono ritrovarsi da un momento all’altro senza stipendio. Quanto alla raccolta delle firme, bisogna dargli un seguito, anche se non sarà facile, perché è un’azione che ci fa distinguere dal nulla delle altre organizzazioni sindacali. A suo avviso, inoltre, dovremmo inserirci sul discorso della conversione in legge del DL 50 del 24 aprile, recante iniziative a favore degli enti territoriali. Da questa riunione dovrebbe uscire un documento che dica ai dipendenti delle province italiana che c’è un sindacato che sta provvedendo a portare proposte concrete. Perciò dobbiamo proporci anche come soggetto politico e cercare dei contatti negli ambienti politici. In merito, è evidente che qualcosa sta cambiando, lo stesso PD ha fatto dei passi indietro rispetto alla Delrio. Comunque, il massimo obiettivo è quello di far sì che i contributi in favore delle province, delle regioni a statuto ordinario, finalizzati rispettivamente all’esercizio delle funzioni fondamentali siano innalzati da 110 a 650 milioni. L’80% di questi enti non può chiudere il bilancio e quando si va in dissesto si comincia subito a parlare di esuberi e mobilità. Oltretutto, afferma ancora Paladino, la Sicilia è esclusa dal DL 50. In conclusione, afferma che bisogna al più presto predisporre un documento in merito e cercare di farlo arrivare direttamente alla Ministra Madia.

Anche Pierfrancesco Lincol sostiene che nella propria regione i lavoratori trasferiti non vogliono tornare alle province, perché mancano adeguate garanzie sullo stipendio. Poi la partecipazione alle RSU va da sé. Ora bisogna stringere legami fra le varie strutture territoriali per recuperare qui dipendenti delle province che, nel passaggio alla regione, si sono persi per strada. In definitiva, propone che la Segreteria Generale dia una direttiva per il coordinamento delle segreterie provinciali e regionali CSA.

Tullio Chetta (Lecce) afferma che bisognerebbe spostare l’attenzione dai lavoratori ai cittadini, che si trovano ad avere strade e scuole non manutenute e che magari devono fare centinaia di chilometri per proporre un’istanza. Proprio per evitare lunghi spostamenti la Regione Puglia, ad es. per la funzione turismo, ha aggirato il problema lasciando propri dipendenti in avvalimento presso le province. Facendo capire alla gente che questi disagi sono provocati da una legge malsana, di cui le province ed i loro dipendenti sono stati le vittime, il consenso nei nostri confronti salirebbe enormemente. Pertanto, dobbiamo fare in modo che le province riacquistino le loro funzioni, e il passo conseguente sarà il ritorno del personale. Sta di fatto che in molte province i dipendenti non percepiscono lo stipendio e diversi presidenti delle stesse si sono cautelati facendo denunce presso le Procure. Infine, è auspicabile che i cittadini tornino a esprimere i loro rappresentanti presso le Province attraverso il voto a suffragio universale.

Angelo Rossi (Lombardia) presenta un documento  con il quesito concernente la rappresentanza RSU provocata dallo sconquasso delle province, facendo presente che, in base all’art.2 del CCNQ del 10.2.2015, le RSU è formata da tutti i componenti trasferiti nella nuova amministrazione o ufficio, i quali continuano a svolgere le funzioni di componente RSU esclusivamente nell’amministrazione o ufficio dove sono assegnati che riguardano però l’intera RSU della Amministrazione Provinciale in quanto unica sede di lavoro e non solo sulle RSU relativamente alle funzioni trasferite.L’altro quesito riguarda gli RSU trasferiti che non possono votare i CCDI dei regionali in quanto ad oggi sono ancora titolari dei loro fondi e che fino a nuovo CCNL tali fondi sono ancora separati. E chiede che l’Ufficio Legislativo si incarichi di verificare se è possibile impugnare la disposizione.

Secondo il prof. Coco, responsabile dell’Ufficio Legislativo, la soluzione indicata dal citato articolo, valida per periodi di normalità, non può essere applicata nella particolare situazione venutasi a verificare con la soppressione delle province ed il ricollocamento di quote di personale presso altri enti fra cui le regioni. Infatti, questi trasferimenti alterano gravemente gli equilibri maggioritari che si erano realizzati presso gli enti di appartenenza, con violazione dei principi fondamentali che presiedono alle eventuali procedure di rimozione di rappresentanti sindacali. A suo avviso, quindi, la soluzione più plausibile sembrerebbe quella di riportare nelle predette amministrazioni di appartenenza (province) i rappresentanti ed innanzitutto quelli eletti alle RSU, fino alla scadenza del loro mandato, senza ulteriori effetti.

Per quanto riguarda invece la più ampia problematica dello stato giuridico degli istituti provinciali, Coco ha fatto presente che è opportuno sfatare un pregiudizio piuttosto negativo, riguardante l’eventuale rientro di personale ricollocato, qualora la provincia fosse restituita alla sua identità legislativa e costituzionale pregressa, ovvero vigente prima dell’entrata in vigore della legge Delrio. Giova a riguardo osservare che al momento attuale non esiste alcuna preclusione che impedisca al personale ricollocato presso altri enti di permanervi per il tempo necessario previsto dai relativi contratti. Pertanto questa impostazione “salva” perfettamente sia la libertà degli ex-provinciali di continuare a usufruire del nuovo posto ottenuto, sia di promuovere, come sembra giusto e necessario, il ripristino integrale dell’ordinamento provinciale, posto che essendo venuta meno la riforma costituzionale Renzi/Boschi, attualmente ci si trova al cospetto di una specie di mostro giuridico, ossia di una soppressione totale o parziale delle province, mentre esse continuano ad esercitare il ruolo di istituto costituzionale, assegnato loro dalla Carta del 1948.

Sulla Delrio, ha aggiunto Rossi, c’è chi effettivamente sta facendo marcia indietro. Se la legge è anticostituzionale, il problema sussiste. Ma non è la raccolta di firme a fare la differenza. Girando per le province lombarde è stato rilevato che, al di là Bergamo, il CSA non è rappresentato. A Pavia è stato fatto qualcosa ma siamo in salita, recuperare lo svantaggio è dura. Quanto alla questione fondi dobbiamo capire innanzitutto quale è l’intenzione del governo; ma per sbloccarli è chiaro che bisogna innalzare il tetto. E pure la triplice sta lavorando su questo. La regione Lombardia, aggiunge, sta accorpando più funzioni possibili e in pratica sta facendo sparire le province, sino a puntare all’obiettivo più alto di indire un referendum per ottenere addirittura l’autonomia. In definitiva, invita il Segretario a fare una scelta di campo, in chiave meramente sindacale, elaborando proposte condivisibili e che non ci si ritorcano contro.

Franco Colacelloe Carlo Cirasolaaffermano di aver incontrato delle contestazioni quando ha presentato la raccolta delle firme. Da un lato, la Regione Lombardia ha garantito lo stipendio a tutti i dipendenti per farli rimanere nelle province. Dall’altro, le 242 unità inserite nella regione Puglia fanno parte del suo patrimonio e l’azione di accorpamento che riguarda polizia provinciale, biblioteche, musei ecc. rende ancora più problematico il ritorno di tali lavoratori alle province.

Infine, Roberto Milano ha detto che se cancelliamo le province ammettiamo il controllo diretto dello Stato sui comuni, con l’Area Metropolitana che fa da controllore, e così si torna indietro di 40 anni.

Non essendoci altri interventi, Garofalo ringrazia tutti gli intervenuti per l’importante contributo dato alla discussione, che rafforza la centralità del Dipartimento Regioni/Province nell’ambito del CSA. Concorda con chi afferma che le scelte che andremo a fare non dovranno diventare un boomerang, perché se perdiamo i lavoratori delle province, le RSU e la rappresentatività non saremo più nelle condizioni di operare. In pratica, la predisposizione di un documento di carattere generale può andar bene, purché l’organizzazione non si esponga alle critiche degli altri. La questione essenziale è di ripristinare le funzioni delle Province, poi spetterà al governo valutare quanti dipendenti servono.

Come sindacato, il nostro dovere è di tenere tutto sotto controllo, in quanto ben sappiamo che c’è qualcuno che si sta dando da fare per farci fuori dalle RSU; dobbiamo cominciare a dare fastidio organizzando la protesta laddove ce ne sia bisogno; dare dei segnali chiari alla politica su quello che vogliamo e possibilmente avere incontri specifici; definire posizioni e salario.

In conclusione, l’intervento riepilogativo del Segretario generale evidenzia innanzitutto che, come dirigenti sindacali, non dobbiamo ragionare da politici ma da sindacalisti. Per questo, il lavoro del Dipartimento va strutturato per capire cosa è accaduto in tutte le province e quali sono i danni provocati al CSI dal passaggio del personale dalle province alle regioni. La strategia va tarata su quello che ci serve e quindi predisporre la piattaforma con cui formulare chiaramente le nostre richieste, compresa l’abrogazione della Delrio, valutandone altresì la sostenibilità economica.

Angelo Rossi (Lombardia), in qualità di coordinatore del Dipartimento, si incarica di predisporre al più presto un documento di base, che sarà poi girato a tutti i componenti dello stesso, per le opportune osservazioni. Su richiesta di Paladino, sarà elaborato anche un documento che tocchi i problemi emergenti delle province, con richiesta al governo di inserire nell’iter di conversione del DL 50.