Strepitoso risultato della FIADEL nelle elezioni RSU Igiene Ambientale

Con grande soddisfazione Vi comunico che la nostra organizzazione raccoglie finalmente i frutti del capillare lavoro svolto in questi anni consolidando, nelle elezioni RSU Igiene Ambientale pubblico e privato, la propria posizione fra le prime organizzazioni sindacali di settore.

Un risultato che testimonia la volontà dei lavoratori – espressa col voto – di continuare a dare fiducia alla FIADEL nel perseguimento degli obiettivi futuri, tra cui figura in primis la certezza dei propri diritti sindacali.

In attesa di ulteriori risultati definitivi, ma di piccole realtà, posso affermare infatti che la FIADEL – a differenza di quanto trionfalisticamente comunicato in questi giorni da alcuni sindacati confederali, lasciandoci piuttosto interdetti – si attesta al primo posto in numerose grandissime aziende in tante regioni d’Italia, quali ad esempio: Lazio (AMA Roma), Lombardia (AMSA Milano), Campania (ASIA Napoli), Veneto (Etra Padova), Piemonte (De Vizia Torino), Friuli (Sager Udine), Puglia (Barsa Barletta), Sicilia (Consorzio Seneco Catania), mentre in altre importanti realtà raggiunge il secondo posto.

Da Segretario Generale FIADEL, non posso che esprimere la massima gratitudine nei confronti dei quadri dirigenziali, dei lavoratori e delle lavoratrici, e assicuro loro sin da ora che sarà cura del sottoscritto far rispettare gli impegni assunti dai nostri quadri dirigenziali nei confronti dei lavoratori medesimi.

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo




25 novembre: Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne

COMUNICATO

 

CSA Regioni Autonomie Locali e FIADEL, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, promuovono una serie di iniziative sul territorio nazionale, in ricordo e a condanna alle tante violenze che si praticano quotidianamente.

 

A tal proposito viene adottato uno slogan che meglio interpreta il nostro pensiero:

“La violenza non è forza , ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla.”

(Benedetto Croce)

 

E’ vergognoso che in una società civile e moderna come la nostra, il fenomeno della violenza sulle donne, invece di regredire, si amplia di giorno in giorno. L’aumento dei casi e l’alto numero delle morti (149 nel 2016) deve far riflettere in primo luogo le istituzioni, nonostante nel 2015 sia stato adottato il “Piano Straordinario contro la violenza sessuale e di genere” previsto dalla legge contro il femminicidio del 2013.

Ancor oggi manca, sul piano sociale, un reale interesse a contrastare il fenomeno, mentre del tutto lacunosa è la formazione nelle scuole e nelle università. Peggio ancora è considerare che la magistratura, i commissariati e soprattutto le aule dei tribunali mettono spesso in discussione la parola delle donne vittime di violenza (oltre la metà dei casi viene puntualmente archiviato), tanto che 8 donne su 10 rinunciano alla denuncia.

Infatti, molte sopravvissute ai tentativi di omicidio da parte del partner denunciano che per uscire dal tunnel della violenza sono entrate in un altro tunnel, quello della giustizia italiana, dove hanno faticato per essere credute e protette: vite stravolte, senza mai potersi mettere al sicuro da chi ne minaccia l’esistenza.

Il Piano Straordinario varato del Governo Renzi, sin dall’inizio criticato dalle organizzazioni interessate si è rivelato alla prova dei fatti inefficace se non addirittura nocivo. Di particolare rilievo è il fatto che esso non solo si basa su una confusa “governance multilivello”, ma pone considerevoli problemi giuridici di coordinamento a livello locale – vanificando il funzionamento delle reti territoriali già esistenti, indispensabili per una adeguata protezione e sostegno alle donne – e inoltre frammenta in maniera disorganica la distribuzione delle risorse.

Pertanto, è diventata ormai pressante la necessità di dar vita ad un cambiamento sostanziale dei metodi di tutela e assistenza.

Alla luce di tutte queste considerazioni, il CSA RAL e la FIADEL, con tutte le loro Strutture, vogliono offrire il proprio contributo al sostegno della causa delle donne vittime di violenza.

In proposito, seguiranno indicazioni organizzative sugli eventi predisposti.

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo




Comunicato del Segretario Generale sull’aggressione di un vigile a Bari

COMUNICATO

A seguito del gravissimo fatto accaduto alcuni giorni fa a Bari, che ha visto coinvolto un agente della Polizia Locale, aggredito nell’esercizio delle sue funzioni da un poliziotto in borghese, il quale poco prima aveva picchiato un privato cittadino, la Segreteria Generale CSA – unico sindacato autonomo rappresentativo del comparto Funzioni Locali – esprime in primo luogo la propria solidarietà e vicinanza al collega vittima di questo increscioso episodio, augurandosi che egli possa superare rapidamente il trauma fisico e morale che ha subito.

Nel contempo, la Segreteria Generale CSA si è già attivata per salvaguardare non solo il collega colpito, ma l’intero Corpo di Polizia Locale di Bari e nazionale, che ha visto vergognosamente infangare la propria divisa, pur avendo mantenuto, nella circostanza e come sempre avviene, un comportamento rigorosamente rispettoso delle norme che disciplinano il servizio sociale da essi svolto, a tutela della sicurezza dei cittadini.

A tal fine – oltre alle iniziative che saranno intraprese dalla Segreteria Regionale CSA Puglia – abbiamo già predisposto una nota scritta indirizzata al Ministero degli Interni e al Ministro Funzione Pubblica per denunciare dettagliatamente l’accaduto ed ottenere l’avviamento immediato di tutte le procedure previste in tali circostanze per accertare le responsabilità dei singoli personaggi coinvolti e riconoscere all’agente che ha subito l’aggressione tutte le tutele che gli devono essere concesse.

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo

Cliccare qui per accedere all’articolo di Repubblica.it che riporta i fatti nel dettaglio




Napoli: Il Segretario Generale replica agli attacchi del M5S

Il testo della lettera inviata oggi dal Segretario Generale Francesco Garofalo al Sindaco di Napoli, al Presidente del Consiglio Comunale, all’Assessore al Personale, al Direttore Generale, al Servizio Prerogative Sindacali, per replicare alle dichiarazioni rese dal Capo Gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Comunale contro la nostra Organizzazione Sindacale.

Nella seduta consiliare di ieri, 4 settembre, il Capo Gruppo del Movimento 5 Stelle ha fatto dichiarazioni che pongono il CSA nelle condizioni di chiedersi dove sia giunta la politica italiana.

Il testè citato Capo Gruppo, nel discutere di un atto deliberativo di proposta della giunta, associa incomprensibilmente lo stesso alle scelte libere dei dipendenti di associarsi o meno al nostro sindacato.

Un atto gravissimo, per il quale stiamo valutando gli estremi per ricorrere alla Magistratura competente.

Desta ancora maggiore preoccupazione la pretesa di avere copia degli atti inerenti la volontà di ogni singolo lavoratore di scegliere un sindacato al quale aderire.

Si potrebbe banalizzare sorridendo per la palese non conoscenza della Costituzione. D’altra parte, noi pensiamo ci sia poco da banalizzare, e siamo preoccupati per la deriva dei baluardi democratici, dove la “politica” pensa di essere ancora ai tempi dei podestà.

Dispiace vedere che chi si propone come una novità, avanza pretese antidemocratiche, che neanche la vecchia e vituperata politica si è mai sognata di imporre.

Non c’interessa entrare in polemica con alcuno ed abbiamo grande rispetto per l’organo elettivo comunale, ma allo stesso tempo non consentiremo mai ai partiti di condizionare o dirigere il nostro Sindacato.

I lavoratori e quanti hanno dato la vita per la libertà dal fascismo, questa libertà se la sono conquistata.

Per quanto su esposto siamo certi che gli atti inerenti la vita del Sindacato saranno tutelati da ingerenze politiche, in ossequio alle norme Costituzionali.

Ciò non toglie, comunque, la grande amarezza che provo, ancora una volta, nel dover subire un attacco becero e di stampo servili stico, attuato col solo obiettivo di favore qualcuno che tende a minare il lavoro legittimamente e correttamente svolto dai dirigenti sindacali della mia Organizzazione Sindacale al Comune di Napoli.

Con altrettanto rammarico che mi trovo costretto a ribadire che chi si permette di fare illazioni a titolo gratuito nei nostri confronti, dovrebbe invece preoccuparsi di collaborare per una politica sana nell’intero Comune di Napoli, svolgendo il proprio ruolo a favore non solo dei lavoratori che mi onoro di rappresentare, ma di tutte quelle famiglie e cittadini che in questo momento si trovano a subire, nella propria città, le conseguenze di una politica nazionale fallimentare .

Oggi non abbiamo bisogno di demagogia, ma del saper fare cose giuste a vantaggio di tutti i cittadini!

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo




Il Report del Segretario Generale – Luglio 2017

Con l’approssimarsi della pausa estiva, il Segretario Generale ha predisposto, come è divenuta ormai tradizione, il proprio Report a carattere politico/sindacale, relativo al periodo trascorso fra l’assemblea di Chianciano ed oggi.

Si evidenzia che, stavolta, sono state realizzate due versioni del Report, una per CSA e l’altra per FIADEL, che differiscono solo nella parte conclusiva, visualizzabili tramite i link sottostanti.

REPORT CSA

REPORT FIADEL

 




Aumentano le perplessità sull’eventuale rinnovo contrattuale

Lettera aperta del Segretario Generale

In questi giorni, siamo venuti a conoscenza – anche attraverso alcuni documenti nei quali CGIL, CISL e UIL cantavano vittoria per il prossimo rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni pubblici, relativamente al triennio 2016/18 – di un atto di indirizzo che non fa altro che confermare i dubbi e le perplessità che manifestammo all’indomani dell’accordo stipulato tra il ministero della Funzione Pubblica e i sindacati confederali il 30 novembre u.s.

Quello che è stato un autentico “colpo di mano” fatto dal Governo Renzi in prossimità del referendum costituzionale – col chiaro intento di cercare disperatamente consensi sul fronte sindacale, presagendo una bocciatura che si sarebbe poi rivelata addirittura più sonante di quella prevedibile – viene descritto dal documento in oggetto come “rilevante punto di sintesi” delle ”condizioni di contesto” necessarie per l’apertura del negoziato.

Prima ancora di discutere sui dettagli dell’accordo – che per altro sono ben noti a tutti –  si deve in nuovamente constatare che il rinnovo contrattuale in oggetto riguarda i soli dipendenti della pubblica amministrazione centrale e non anche quelli degli enti locali, dei quali non si fa menzione nel documento in oggetto, se non in un breve paragrafo, nel quale si ribadisce che “per i comparti di contrattazione relativi a Funzioni locali, Istruzione e Ricerca, Sanità, i rispettivi comitati di settore saranno chiamati ad impartire successi indirizzi, anche a completamento della parte generale del presente documento.”

Il tutto, con la “benedizione” di CIGL-CISL-UIL, che evidentemente hanno sacrificato i lavoratori degli enti locali sull’altare della promessa di Renzi di aumentare il salario medio mensile di 85 euro. Promessa che, per altro, si è rivelata vacua sin dalle prime battute. Come si ricorderà, da parte nostra le perplessità furono subito enormi, trovando poi conferma nell’annuncio da parte del Consiglio dei Ministri che gli stanziamenti sarebbero stati di 2,8 miliardi complessivi. Una cifra che garantirebbe al massimo un aumento di 36 euro!

Naturalmente, l’impegno  sottoscritto dal Governo per dare attuazione ai contenuti dell’intesa del 30 novembre 2016 rimane subordinato al reperimento delle ulteriori risorse finanziarie necessarie, cosa che dovrebbe avvenire inserendo l’apposita quota di stanziamento nella prossima legge di bilancio. In sostanza, allo stato attuale lo stanziamento c’è, ma senza copertura.

E il fatto che questa copertura sia del tutto ipotetica lo testimonia un altro passaggio del documento, dove si afferma che: “qualora si determinino nuovi oneri ovvero nuovi risparmi di spesa rispetto a quelli considerati ai fini del saldi di finanza pubblica, i medesimi sono corrispondentemente posti a carico delle risorse contrattuali.”

Piuttosto nebulosa è la questione “partecipazione sindacale”. Il documento parla genericamente di un ampliamento delle forme  di tale partecipazione, rispetto a quanto disposto dal DL 95/2012, “anche sugli aspetti riguardanti l’organizzazione del lavoro, per i quali resta preclusa la contrattazione ma, a differenza da quando previsto dal DL 150/2009, è ammissibile una forma di coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, che non sia esclusivamente limitata all’informazione. Compito della contrattazione collettiva nazionale sarà, dunque, quello di declinare le tipologie e le corrispondenti modalità dei modelli partecipativi, a tal fine prevedendo, oltre alla informazione, anche ambiti di consultazione sindacale.”

Tale indirizzo non sembra certo supportare la “ripresa di nuove e più efficaci relazioni sindacali”, come indicato nella Premessa del documento. Semmai, può trattarsi solo di un lieve, risibile ammorbidimento della rigidità con la quale il decreto legislativo 150/2009 aveva confinato la partecipazione sindacale sulle decisioni assunte dalle singole amministrazioni, che era stata solo appena edulcorata dal DL 95/2012, che ha reso possibile l’esame congiunto, se ed in quanto previsto dalla contrattazione nazionale, esclusivamente sulle misure inerenti la gestione del rapporto di lavoro.

In definitiva, ribadiamo la nostra disapprovazione per una iniziativa che va ad allargare ulteriormente la forbice fra il contratto nazionale del pubblico impiego e i CCN relativi agli enti locali, andando a deprimere ulteriormente i lavoratori degli Enti locali, oggi Funzioni locali.

Considerando che siamo ormai gli ultimi a schierarci a difesa di questo comparto, già da tempo stiamo lavorando alla predisposizione di proposte concrete per colmare le distanze fra le due tipologie di contratto e per evitare che la situazione altamente deficitaria in cui versano le casse degli enti locali possa essere causa del prolungamento di un’attesa che, per i lavoratori delle Funzioni locali, è diventata da tempo insostenibile.

In sostanza, per i lavoratori delle Funzioni locali, andremo a chiedere, per quanto irrisoria, la stessa cifra che sarà riconosciuta ai dipendenti delle amministrazioni centrali, che andrà perlomeno a coprire il vuoto lasciato dalla lunga vacanza accumulata dal rinnovo contrattuale.

Vi terremo informati sugli sviluppi della questione, così anche da evitare che la diffusione incontrollata di notizie non veritiere possa generare ulteriore turbamento negli ambienti lavorativi.

 

Il Segretario Generale

Francesco Garofalo

 




Lettera aperta del Segretario Generale al lavoratori del Comune di Napoli

A seguito della prima assemblea pubblica tenutasi ieri a Napoli, con una folta rappresentanza di lavoratori iscritti al nostro Sindacato che espletano il proprio servizio nelle strutture del Comune partenopeo, vorrei rivolgere un vivo ringraziamento a tutti i partecipanti, ed in particolare agli esponenti comunali ed istituzionali – in primis, al Direttore Generale del Comune 

di Napoli Attilio Auricchio, all’Assessore alla Polizia Municipale e Politiche Giovanili Alessandra Clemente e a svariati dirigenti del Comune di Napoli – che ci hanno onorato della loro presenza, ed esprimere un elogio a Franca Pinto, Roberta Stella, Gennaro Martinelli e a tutti i quadri ai vari livelli per essersi adoperati nella parte organizzativa, contribuendo in  maniera decisiva alla piena riuscita dell’iniziativa.

 

Il CSA ha lanciato all’assemblea segnali importanti ed inequivocabili, come mai nessun altro aveva fatto ed è vivo il mio compiacimento per aver colto, da parte delle istituzioni, piena condivisione sui temi trattati. E ciò rappresenta la miglior garanzia affinchè nel prossimo futuro si possa procedere insieme, ed in sintonia, verso il miglioramento delle condizioni di lavoro e al tempo stesso dell’efficientamento dell’apparato organizzativo comunale e dei servizi resi alla cittadinanza.

Napoli sta crescendo, e lo sta facendo tra mille difficoltà, sotto la guida di persone capaci, esperte e sensibili. Perciò, da parte della nostra Organizzazione Sindacale – che nel capoluogo campano è il primo sindacato in assoluto nei comparti di riferimento  – è intenzione primaria quella di offrire al Comune e, conseguentemente, agli organi amministrativi della Provincia e della Regione, la massima collaborazione, sempre nel rispetto dei rispettivi ruoli e competenze.

Il CSA, con questo nuovo progetto sindacale, altamente innovativo, ha riaffermato nell’assemblea di Napoli la propria autonomia e libertà, caratteristiche che lo distinguono da tutte le altre OO.SS. E l’approvazione riscossa da parte dell’Assemblea è un incentivo forte per proseguire su questa strada con fermezza.

Purtroppo, mi corre l’obbligo di segnalare che la bellissima immagine di questa giornata che abbiamo vissuto a Napoli è stata sporcata da un articolo apparso su Il Mattino in data odierna, che ci sorprende e ci offende profondamente.

Un quotidiano autorevole come questo dovrebbe apprezzare iniziative come quella realizzata da CSA – dove si è parlato di legalità e legittimità, alla presenza di personalità di altissimo spessore morale – in una città come quella di Napoli che è in difficoltà perenne, non solo economica ma direi soprattutto di valori.

E’ inaccettabile che si venga ad infangare in modo becero un dirigente di questo Sindacato che – come è stato affermato nell’articolo medesimo – è uomo libero e innocente fino a prova contraria, il quale sta facendo valere, nell’iter processuale le proprie ragioni al fine di dimostrare la propria totale estraneità ai fatti nei quali sarebbe coinvolto. E noi siamo certi che la magistratura, verso la quale nutriamo la massima fiducia, sarà in grado di ricostruire i fatti facendo emergere la verità e quindi riaffermando la piena integrità del nostro dirigente.

In proposito, annuncio che sarà cura del nostro ufficio legale esaminare con attenzione i contenuti dell’articolo in oggetto per contestare le inesattezze in esso riportate.

Nell’esprimere piena fiducia al lavoro che il nostro Segretario regionale porta avanti per un sindacato libero, trasparente e onesto, faccio presente a tutti i lavoratori del Comune di Napoli e a tutte le Delegazioni che hanno partecipato all’assemblea che non saranno certo questi modi squallidi a fermare la crescita di CSA e FIADEL. Anzi, le nostre OO.SS. continueranno a portare avanti a testa alta gli impegni assunti coi lavoratori, per dare maggiore dignità al lavoro che essi tutti i giorni svolgono al servizio degli enti e dei cittadini.

Colgo perciò l’occasione per rivolgere l’invito alla dirigenza sindacale ai vari livelli di stare sempre più vicino ai lavoratori, che in questa fase di profonda crisi non possono essere abbandonati alle loro problematiche, come altri hanno fatto in tutti questi anni.

Il Segretario Generale CSA

Francesco Garofalo

 

 

 

 

 




Il messaggio del Segretario Generale per il 1° maggio

La Festa del Lavoro è l’autentica icona delle classi lavoratrici, nata per ricordare le battaglie portate avanti nella seconda metà dell’800 su scala internazionale per ottenere il riconoscimento di diritti che allora non esistevano, e che nel corso delle epoche è andata costantemente a rinnovarsi, riempiendosi di nuovi significati, di nuovi valori e di nuove sfide.

Quale è, oggi, il senso più profondo di questa celebrazione? Per quanto possa sembrare paradossale, oggi sono ancora attuali le parole scritte su un volantino diffuso a Napoli nel 1890, che recitava:  “Lavoratori  ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora.”

A quasi 130 anni di distanza, i problemi sono gli stessi. Il 1° maggio, dunque, non può essere una semplice rievocazione, ma un momento di rivendicazione forte affinchè il popolo possa riappropriarsi di quei diritti che sembravano ormai acquisiti e inattaccabili, ma che invece gli ultimi governi hanno messo seriamente a repentaglio.

Non solo, mentre certi attacchi sono diventati palesi sino alla sfacciataggine, le esodazioni e i licenziamenti sono sempre più massicci. Così, quello che sta vivendo il mondo del lavoro in Italia è un momento drammaticamente difficile, dove la migliore delle prospettive è quella di conservare il posto, con le unghie e con i denti, dove la disoccupazione continua a galoppare, dove i giovani vedono ridurre ai minimi termini la possibilità di un’occupazione quantomeno dignitosa.

Come Organizzazioni Sindacali, avevamo pensato ad una manifestazione “nostra” da indire per il 1° maggio. Poi, abbiamo ritenuto più opportuno pensare ad un programma di convegni e manifestazioni da spalmare nel corso del tempo, perché in tal modo saremo più vicini ai lavoratori e li renderemo altresì più partecipi al nostro progetto.

Il nostro obiettivo rimane quello di sviluppare una piattaforma concreta, per dare ai lavoratori e alle lavoratrici dei comparti da noi tutelati le risposte che attendono e per recuperare quanto hanno perso in questi anni, con il perdurare della mancanza del Contratto Nazionale.

Per quanto riguarda il settore Igiene Ambientale, superata in maniera soddisfacente la fase del rinnovo contrattuale, dovremo rafforzare alcuni aspetti cardine per quanto riguarda la sicurezza e i carichi di lavoro, la garanzia del mantenimento delle aziende e l’ottenimento di maggiori certezze sia per i lavoratori stessi, sia per il miglioramento della qualità dei servizi offerti alla cittadinanza.

Pertanto, l’augurio che rivolgo a tutti loro è di mantenere sempre la stessa tenacia e lo stesso coraggio  nel difendere i propri diritti e la stessa fiducia nei nostri confronti come organo di rappresentanza, che per quanto alcuni, a livello istituzionale, cercano di svilire, sarà sempre una voce libera, forte, mai disposta ad abbassare la guardia.

Buon Primo Maggio a tutti!

 

Francesco Garofalo




Consiglio Nazionale: le conclusioni di Francesco Garofalo

 

Conclusioni Segretario Generale Francesco Garofalo – 1° parte

Conclusioni Segretario Generale Francesco Garofalo – 2° parte

Conclusioni Segretario Generale Francesco Garofalo – 3° parte

Conclusioni Segretario Generale Francesco Garofalo – 4° parte




Alcuni stralci della Relazione del Segretario Generale al Consiglio Nazionale

Relazione Segretario generale – 1° parte

Relazione Segretario generale – 2° parte

Relazione Segretario generale – 3° parte

Relazione Segretario generale – 4° parte

Relazione Segretario generale – 5° parte

Relazione Segretario generale – 6° parte

Relazione Segretario generale – 7° parte

Relazione Segretario generale – 8° parte

 




Consiglio Nazionale: considerazioni del Segretario Generale

Considerazioni del Segretario Generale  sull’attività svolta negli ultimi 12 mesi e sui nuovi programmi da attuare

In questi ultimi anni, ed in particolare negli ultimi dodici mesi, la nostra Organizzazione Sindacale ha fatto passi da gigante dal punto di vista strutturale, rilanciando i rapporti con le strutture territoriali e l’attività dei Dipartimenti – che sono stati implementati nel numero e nei componenti –; costituendo un Ufficio Legislativo che quotidianamente segue tutte le nostre problematiche, ben al di là delle questioni puramente legali; organizzando scioperi e manifestazioni di piazza, come quelli che hanno avuto per protagonisti i lavoratori e le lavoratrici della Polizia Locale e dell’Igiene Ambientale; ampliando la rete delle relazioni con altre organizzazioni sindacali autonome, per molte delle quali siamo diventati un vero e proprio punto di riferimento, e divenendo polo d’attrazione per tutti quelli che non si riconoscono più in Cigl, Cisl e Uil.

Ma, soprattutto, FIADEL e CSA sono state le uniche ad avere il coraggio di porsi in aperto contrasto con la politica e i sindacati confederali, che non hanno mai sposato le nostre rivendicazioni a difesa dei lavoratori. Non solo, hanno cercato di metterci il bastone fra le ruote, forse spaventati dalla nostra incisività nel denunciare, con puntualità e precisione, tutte le iniziative intraprese dal Governo, ed avallate dai sindacati, contro i lavoratori e le lavoratrici; in maniera sleale peraltro, perché il tutto si cela dietro il paravento di rendere la macchina dello Stato più flessibile e moderna, di incentivare le imprese e l’occupazione, persino di creare un nuovo stato sociale.

Niente di tutto questo, ma l’esatto contrario!

Avendo già esternato queste problematiche in tutti gli interventi pubblici a cui ho partecipato nel 2016 e nella prima parte dell’anno in corso, nonché nei Report semestrali pubblicati sul nostro sito internet e inviati a tutte le strutture – che vengono ora integrati dalla Informativa generale sulla situazione politico-legislativa del 1° trimestre 2017 (vedi Allegato 2) – in questa sede mi limiterò a fare una panoramica generale, per poi proiettarmi verso l’immediato futuro.

C’è una data che ha fatto da spartiacque nel nostro modo di concepire e vivere il Sindacato. E questa data è il 4 dicembre, giorno in cui la maggioranza assoluta del popolo italiano ha detto NO alla riforma costituzionale voluta dal premier Renzi, anche a costo, come poi è successo, di lasciare l’incarico in caso di sconfitta.

Su questo fronte, come voi tutti ricorderete, siamo stati i primi, come Organizzazioni Sindacali, a schierarci e ad attivare in varie sedi territoriali i comitati referendari, avendo come intento primario la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, che la riforma avrebbe messo seriamente in predicato.

Nel perdurante silenzio delle Confederazioni, abbiamo predisposto dei materiali informativi, fra cui il Guida Ragionata realizzata dal responsabile dell’Ufficio Legislativo prof.Coco, che è stata ufficialmente presentata a Napoli il 7 novembre u.s. alla presenza del Sindaco Luigi De Magistris, il quale ha sposato in pieno le nostre idee.

Ebbene, superato felicemente lo scoglio referendario, è arrivato il momento di determinare in proprio il nostro futuro, rinunciando definitivamente a cercare qualsiasi forma di sostegno nella politica stessa e nei sindacati confederali.

La “politica amica” è pura illusione; un’illusione che rischia di tramutarsi in autolesionismo, per quanto – in linea assolutamente teorica – siano proprio quelli gli ambiti in cui le istanze della base, dei cittadini e dei lavoratori, dovrebbero incontrare accoglimento e attenzione.

Pertanto, stiamo puntando sul rafforzamento della nostra visibilità attraverso la costituzione di una forma di aggregazione che ci consenta di penetrare nel modo politico e far sentire la nostra voce, che sino ad oggi è stata soffocata, e che sia orientata verso una autentica rivoluzione culturale sul piano sociale.

In sostanza, tale aggregazione costituisce la massima espressione della capacità e della forza che abbiamo sempre avuto  di mantenerci autonomi nelle idee, nel colore politico e nell’azione sindacale, e ancor di più di opporci alle subdole manovre che sono state messe in atto contro di noi col chiaro, unico obiettivo di sopprimerci.

Mi riferisco, in particolare, alla ben nota e annosa vicenda della revoca della rappresentatività del nostro Sindacato – frutto di una subdola manovra ben architettata dall’Aran, in combutta coi sindacati confederali e col supporto della Funzione Pubblica – che ha dato vita ad una estenuante battaglia legale e sindacale che ancora non si è conclusa.

Peraltro, a seguito del reperimento di documenti di estrema importanza per l’esito della annosa vertenza con l’Aran e il DFP, siamo in grado di affermare di disporre di ulteriori potenzialità per giungere ad una soluzione delle nostre problematiche, di notevole efficacia e giustizia.

Ebbene, questo significa calpestare i principi costituzionalmente definiti di democrazia e parità di trattamento, col risultato di penalizzare non solo la nostra OO.SS. in quanto tale, ma altresì di porre una pregiudiziale nei confronti di migliaia di lavoratori e lavoratrici!

La bontà e la trasparenza del nostro lavoro, comunque, hanno avuto il riscontro che meritano, come testimonia il fatto che, in questi anni, siamo riusciti ad attrarre nel nostro ambito tante altre realtà sindacali.

Adesso, è il momento di fare il salto di qualità e giocare d’anticipo, allargandola nostra visuale d’osservazione oltre le questioni meramente sindacali. Non possiamo più rimanere estranei a tutti i grandi temi che attraversano il Paese, a cominciare proprio dal deficit della politica – che non riuscire più a calarsi nelle problematiche reali del Paese, finendo così per scavare un solco netto coi cittadini – dalla disoccupazione giovanile galoppante, dallo smarrimento che i lavoratori avvertono in chiave futura, ed in particolare quelli delle pubbliche amministrazioni ed enti locali. Su di loro i riflettori sono costantemente puntati soltanto per metterne in evidenza la parte marcia e senza mai dare risalto al grande apporto che essi danno nello svolgimento dei  rapporti fra Stato e cittadini. Lavoratori che aspettano ancora concretezza nei Contratti Nazionali per un futuro lavorativo certo.

Sotto quest’ultimo aspetto, numerose sono le considerazioni che si dovrebbero fare. A partire dall’inaccettabile accordo che i sindacati confederali hanno stipulato il 28 novembre scorso col presidente del Consiglio. Non è solo una questione di soldi, ma di sistema. Noi che da 7 anni attendiamo un congruo rinnovo del CCNL del pubblico impiego, e che siamo stati costretti ad assistere  a ripetuti rinvii della trattativa coi sindacati, probabilmente sempre a causa della difficoltà di trovare la necessaria copertura finanziaria, non possiamo avallare che una questione così delicata venga risolta con una contrattazione frettolosa, dove è stata prospettata una soluzione – quella dell’aumento di 85 euro in busta paga – che ricalca  grossolanamente quella adottate per il contratto dei metalmeccanici, e che nelle modalità di applicazione desta numerose perplessità, come vedremo poi in uno dei documenti allegati in cartella.

Un’iniziativa, quella del Governo, non mirata ad offrire un reale sostegno al personale del settore pubblico, ma soltanto al tentativo di rabbonire i sindacati in vista del voto referendario del 4 dicembre.

Ora che si è tornati a dibattere sulla questione, continueremo senza sosta a confrontare la nostra posizione sui tavoli contrattuali, senza accettare alcun tipo di compromesso (ulteriori approfondimenti sulla questione Unti Locali sono riportati nell’ Allegato 4).

E’ ora di finirla con questa politica di demolizione sociale! E la nostra coscienza, che è maturata in vista del referendum costituzionale, ci ha imposto di schierarci per evitare una la catastrofe che qualcuno, in modo leggero, ci stava confezionando. Ora, quel valore aggiunto che noi abbiamo rappresentato con quelle scelte non va disperso. In concreto, dobbiamo rafforzare la nostra politica sindacale in un mondo politico che non vuole riconoscerci; dobbiamo fare del tutto per essere presenti nelle aziende, negli enti locali e pubblici per salvaguardarne il futuro e per scongiurare quanto è accaduto con le Province che, a causa della Legge Delrio, non sono state più garantite dalla Costituzione e perciò sono state deprivate delle loro funzioni di servizio sociale, sino ad arrivare alla conseguenza più estrema: la tragedia di Rigopiano.

FIADEL e CSA in futuro dovranno immaginare di diventare ancora più forti per consolidare una realtà che oggi è sotto gli occhi di tutti: siamo l’unico, vero sindacato del “mondo autonomo”, e come tale punto di riferimento per tutti coloro che si riconoscono nei nostri programmi e che vogliono la rinascita del Paese attraverso progetti e iniziative condivisi, che non possono restare inevasi.

Tutti insieme, siamo chiamati a difendere i valori della Vera Costituzione, il che significa pure ripristinare i diritti dei lavoratori e pertanto ci batteremo per far abrogare le leggi che in questi anni li hanno mortificati, ed in particolare la Legge Fornero, i Jobs Act 1 e 2 e la Legge Madia.

Inoltre, l’Ufficio Legislativo sta valutando le modalità di opposizione a quanto è già stato realizzato in merito allo smantellamento delle Province, delle Camere di Commercio e di tutto quanto entra in palese contrasto con la Costituzione.

Ora, si è aperto uno scenario nel quale la nostra Organizzazione dovrà essere al centro, per affrontare il ripristino di quanto appena accennato, e la nostra battaglia continuerà nel percorso intrapreso di difendere il lavoro pubblico e privato.

Ci impegneremo al massimo affinchè tutti i danni prodotti in questi anni da leggi scellerate vengano cancellati, e per ricondurre l’azione della politica sui binari della giusta correttezza e dell’applicazione delle norme della Costituzione.

Ai lavoratori e alle lavoratrici, invio l’esortazione ad esserci sempre più vicini, a darci fiducia e ad appoggiare le nostre campagne, il cui obiettivo è soltanto uno: dare loro certezze, tranquillità e dignità.

Infine, rivolgo anche alle forze sociali di questo Paese – ed in particolare a quelle che hanno seguito il nostro percorso verso il NO alla riforma costituzionale – l’invito ad unirsi alle nostre iniziative, per intraprendere un percorso comune.

 

L’attività dell’ufficio Legislativo

Accogliendo le richieste che da tempo pervenivano alla Segreteria Generale circa la necessità di usufruire, da parte dei dirigenti e degli iscritti alla O.S. di parei concernenti aspetti particolarmente complessi della legislazione ordinaria e contrattuale, la Segreteria Generale FIADEL-CSA ha istituito un apposito Ufficio Legislativo per adempiere a tali incombenze, che mirano anche ad uniformare sotto alcuni profili giuridici dell’azione sindacale.

All’incarico di responsabile nazionale del suddetto Ufficio è stato nominato il prof. Avv. Nicola Coco, che all’occorrenza si avvale di consulenti esterni, muniti di qualificati titoli accademici, ovvero maturati presso Pubbliche Amministrazioni.

Sino alla data odierna ha trattato circa 20 richieste Attinenti a vari settori di interesse del sindacato, ampliando, in base ai quesiti posti, il raggio di ricerca e valutazione tecnica delle proposte e dei disegni di legge presentati al Parlamento, a cominciare dal testo della riforma costituzionale Renzi/Boschi, successivamente respinta dalla consultazione popolare.

 

Il lavoro dei dipartimenti

Nel corso di questi ultimi 12 mesi abbiamo messo in calendario un intenso ciclo di riunioni dei Dipartimenti, da quelli già in essere a quelli di nuova costituzione. In particolare:

  • Quadri e Tecnici (si veda l’Allegato 7 concernente le proposte da portare in discussione nella riunione di Dipartimento convocata per il 30 aprile a Chianciano)
  • Camere di Commercio (si veda l’ Allegato 5 per le questioni inerenti l’opposizione all’art.10 della Legge Madia e l’intervento del Dipartimento Camere di Commercio Csa all’incontro indetto da Unioncamere.
  • Regioni/Province (si veda l’Allegato 8 – Verbale della riunione del 12 dicembre 2016)
  • Scuola (si veda l’Allegato 9 – Verbale della riunione del 6 dicembre 2016)
  • Sanità (si veda l’Allegato 10 – Verbale della riunione del 24 gennaio 2017)
  • Welfare e Assistenza Sociale (si veda l’Allegato 11 Verbale della riunione del 19 dicembre 2016)
  • Pari Opportunità e Politiche di Genere (si veda l’Allegato 11)
  • Polizia Locale. (si veda l’Allegato 6– parere dell’Ufficio Legislativo sul disegno di legge Naccarato).

L’intento è di far seguire ogni area di interesse della nostra organizzazione da gruppi omogenei di persone, con l’impegno di raccordarsi coi lavoratori per verificare la posizione che la nostra Organizzazione Sindacale andrà ad assumere nel momento in cui si aprirà la discussione sul rinnovo del contratto degli enti locali (ora Funzioni Locali).

Una attività che è dunque orientata verso la creazione di una piattaforma quanto più completa possibile e soprattutto vicina alle problematiche reali dei lavoratori stessi. Considerando la complessità e la delicatezza del lavoro da svolgere, esso richiede tempistiche adeguate.

Colgo però l’occasione per sollecitare i Dipartimenti a stringere i tempi, in quanto gli impegni che ci attendono sono molteplici.

Un discorso a parte va fatto per il Dipartimento Polizia Locale, dove va evidenziato l’ottimo lavoro svolto dal presidente Ospol Luigi Marucci e dai nostri dirigenti, che con tenacia stanno portando avanti da tanti anni una battaglia che nessun altro vuole sostenere, per far si che venga al più presto emanata  una nuova legge che permetta al comparto di godere della tutela e della dignità riconosciuta alle Forze di Polizia. Le manifestazioni e gli scioperi che abbiamo indetto nei mesi scorsi sono stati il passaggio fondamentale per il rilancio delle nostre rivendicazioni, le quali dovranno sfociare in tempi brevi in una proposta di legge coerente, condivisa e con concrete possibilità di giungere in porto.

Nel frattempo, considerato che il comparto rientra nelle Funzioni Locali, bisognerà lavorare in funzione dei relativi rinnovi contrattuali, e il Dipartimento dovrà attivarsi nell’immediato per sviluppare una proposta che – in attesa dell’arrivo di una legge specifica – permetta di sviluppare dei contratti a parte per la Polizia Locale.

Da ultimo, sta proseguendo l’iter parlamentare il “decreto sicurezza”, in cui viene ribadito che la Polizia Locale collabora con la Polizia di Stato, ma nulla di nuovo prevede per lo status giuridico della categoria, ma grazie a un emendamento presentato alla Camera, adesso anche i vigili possono usufruire dei benefici dell’equo indennizzo e del rimborso delle spese di degenza da causa di servizio. Rimane tuttavia esclusa la pensione privilegiata, anche per invalidità al 100% e la perequazione salariale con le altre forze di polizia.

Si conclude così una lunga battaglia, intrapresa e vinta esclusivamente dal CSA, giacchè le altre sigle sindacali, a cominciare dalla triplice, si sono solo pedissequamente e tardivamente accodate a codesta iniziativa.

Per quanto riguarda il settore Igiene Ambientale, rivolgo un caldo abbraccio a Luigi Verzicco, Vittorio D’Albero e tutti i dirigenti che in questi 12 mesi si sono adoperati per il raggiungimento di due importantissimi traguardi quali i rinnovi dei contratti FISE/Assoambiente e Utilitalia (quest’ultimo, integrato dall’accordo del 13 marzo, riguardante i nuovi testi degli articoli 21-22-25 – Vedi allegato – Verbale di accordo 13 marzo 2017). E’ merito loro se la FIADEL ha acquisito tanta autorevolezza nello scenario sindacale del comparto e se migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici hanno partecipato alle manifestazioni di piazza, ai cortei e agli scioperi indetti per dare sostegno alle proprie legittime aspettative. D’altra parte, i traguardi raggiunti non devono costituire un punto d’arrivo ma di partenza, per migliorare ulteriormente alcuni punti, a vantaggio dei lavoratori stessi e per implementare la qualità del servizio.

In cartella troverete una scheda di approfondimento (Allegato 3).

 

CONCLUSIONI

Il compito da noi assunto nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici in tutti questi anni continueremo a portarlo avanti con tenacia e senza esclusione di colpi, per tutelare il lavoro e i contratti nazionali. Vogliamo altresì  portare avanti, contestualmente, un processo innovativo e costruttivo per le nuove generazioni, affinchè si ricreino per esse le condizioni per entrare nel mondo del lavoro, con dignità e con tutte le necessarie tutele. Inoltre, dovremo continuare ad adoperarci per mantenere gli Enti e le Aziende da noi rappresentati, non solo in funzione di una maggiore salvaguardia dei lavoratori ed elle lavoratrici stessi, ma anche per offrire un servizio sempre più efficiente alla cittadinanza.

Francesco Garofalo




Un Sindacato in crescita

 

 

In concomitanza  con il Consiglio Nazionale del CSA convocato a partire da oggi  30 marzo presso l’hotel Villa Ricci di Chianciano, vogliamo sottolineare la grande e costante crescita della O.S. sul territorio nazionale.

Un risultato che ha portato il CSA  ad essere l’unica O.S. riconosciuta dall’ARAN quale rappresentativa nel comparto Funzioni Locali ed unica forza alternativa alla triplice.

Questo si aggiunge alla già ampia rappresentatività della FIADEL nel settore servizi e alla crescita nel comparto sanità.

Un tassello importante è la crescita in Regione Campania e nell’area metropolitana di Napoli.

Aver portato il CSA ad essere il primo Sindacato del Comune di Napoli con oltre 1500 iscritti è un risultato di grande prestigio che rende sempre più forte il nostro sforzo di essere un sindacato libero con un solo obiettivo: la difesa dei lavoratori e dei servizi pubblici in termini di qualità ed efficienza.

In ultimo la difesa di un idea di città dove i diritti delle persone devono essere al centro dell’azione dei pubblici servizi. Per questo, l’adesione di lavoratori appartenenti a importanti settori del Comune di Napoli offre esattamente l’idea che vogliamo ratificare al Consiglio Nazionale: valorizzazione dei pubblici servizi, delle tante e differenti professionalità esistenti, capacità di coniugare la tutela dei diritti dei lavoratori quale elemento di miglioramento dei servizi offerti ai cittadini, combattere la corruzione e le sacche di inefficienza.

Un benvenuto ai nuovi iscritti,  ai quadri sindacali e RSU  che contribuiranno fortemente ad accrescere la tutela di tutti i lavoratori delle tante e diverse professionalità esistenti tutte egualmente importanti e con pari dignità nella nostra O.S.

Francesco Garofalo




Ricordo di Achille Zavolta

Ci ha lasciato un pilastro del sindacalismo autonomo della categoria Polizia Locale. Achille Zavolta è stato componente il Dipartimento Nazionale CSA e, soprattutto, fondatore del glorioso sindacato SNAVU, che fino ad oggi ha goduto della sua figura di uomo perbene, legato ai valori della categoria.

In questi anni ho avuto il piacere di confrontarli con lui e di averlo al mio fianco come fautore della lotta per dare una legge specifica alla Polizia Locale, nella convinzione di poter dare, in tal modo, dignità autentica alla professionalità della categoria.

Lo voglio ricordare come persona di grandi virtù e come un combattente nato, che mi ha insegnato a non abbassare mai la guardia e a mantenere alti i valori, prima dell’essere uomini e poi sindacalisti veri.

Ciao Achille!

Francesco Garofalo

 

Chi volesse presentare le proprie condoglianze alla Famiglia, può farlo al seguente indirizzo:

Famiglia Zavolta

Via Simone Martini, 79

80128 Napoli




A tutela del personale delle Camere di Commercio

Proponiamo il testo della lettera inviata il 16 gennaio ai Presidenti delle Camere di Commercio operanti sul territorio nazionale, ai Presidenti delle Camere di Commercio Italiane all’estero, al Presidente dell’Unioncamere nazionale, alla Presidenza della Conferenza Stato-Regioni, ai Presidenti delle Regioni e, p.c. Ai Dipendenti delle Camere di Commercio Alla Confindustria, in merito all’impugnazione dell’art.10 della Legge Madia da parte di alcune Giunte Regionali

Egregi Presidenti,

come probabilmente già saprete, dalla data del 10 gennaio u.s. due regioni (Toscana e Lombardia) hanno sollevato, in breve successione temporale tra loro, questione di illegittimità dell’art.10 della c.d. “riforma della P.A.” dinnanzi alla Corte Costituzionale.

Questa decisione ci giunge particolarmente gradita, sia per la pluralità degli organi promotori, sia per il rilevante interesse dimostrato nei confronti degli istituti camerali, da parte dei Governatori e delle Giunte regionali e sia, infine, per l’accoglimento delle nostre istanze sindacali, posto che, dal 16 dicembre 2016, l’Ufficio Legislativo del CSA aveva elaborato e diffuso un parere tecnico-giuridico a riguardo.

Le tesi e gli obiettivi illustrati in tale parere – vertenti specificamente sulla necessità di estendere anche alla CCIAA le censure rivolte dalla sentenza costituzionale n. 251/2016 agli abusi e prevaricazioni della “legge Madia” – si sono infatti dimostrati strettamente coincidenti con quelli evidenziati nei ricorsi già presentati e che fungono da presupposto per una conforme statuizione del Giudice delle Leggi.

D’altronde, le violazioni del principio fondamentale della “leale collaborazione” tra Stato e Regioni, che sono già valse allo smantellamento di almeno 2/3 della legge-delega e dei decreti applicativi, non possono non trovare pedissequo esito anche a riguardo del trattamento, autoritario e arbitrariamente invasivo, che il governo Renzi ebbe ad infliggere ad una gloriosa istituzione quale è il sistema delle CCIAA. E tutto ciò, in assenza di alcuna effettiva e valida motivazione diversa dal forsennato accentramento di poteri nell’Esecutivo, simmetrico alla devastazione di qualsivoglia entità territoriale, specialmente se munita di un certo grado di autonomia giuridica, decisionale e operativa.

Tuttavia, mentre esprimiamo la nostra sincera gratitudine a quanti si sono impegnati nella difesa delle Camere di Commercio, colmando un vuoto di iniziative e azioni di autotutela che – soprattutto dopo la declaratoria di incostituzionalità concernente una vasta gamma di materie (dirigenza pubblica, Asl, ecc.), lasciava impregiudicata la questione delle CCIAA – era divenuto ancor più grave e discriminatorio, ci corre l’obbligo di stigmatizzare l’assordante silenzio riservato a quel che era accaduto, sia da parte di altre sigle sindacali che dagli stessi vertici e strutture di Unioncamere.

In proposito, va constatato (e denunciato ai lavoratori) come codesti “rappresentanti” della categoria avessero completamente abdicato ai propri ruoli istituzionali, giacché contro il “taglio” (in realtà, un dimezzamento operato con precisione chirurgica!) delle camere e dei dipendenti (nell’ordine di alcune migliaia) non si erano preoccupati di alzare un dito!

E poteva anche presumersi, quantomeno, che i suddetti “tagli” non si fermassero lì, bensì preludessero ad una prossima o graduale, ma definitiva, soppressione dell’intero sistema camerale, grazie alla cancellazione del criterio delle dotazioni organiche e all’avvento universale dei cc.dd. “indicatori di riferimento di costo e di fabbisogno” (art.33, quarto comma, della riforma costituzionale Renzi/Boschi) usati in qualità di strumenti della soluzione finale di enti, istituti e piante occupazionali.

Ma, anche a fronte di simili rischi, paralleli a quelli corsi dai dipendenti delle Regioni, “esodandi” dalla mezzanotte del 4 dicembre 2016, ove la riforma del Titolo V non fosse finita nel secchio della spazzatura assieme a tutto il Ddl costituzionale bocciato dal referendum, non sembra proprio che si sia levata una pur flebile opposizione.

Ora, è da ritenersi necessario che le Camere, a seguito e nell’occasione delle impugnazioni promosse dalle menzionate due regioni (alle quali, ci si augura, possano aggiungersi altre adesioni di eguale statura), riprendano, univocamente e unitariamente, la soggettività di enti pubblici muniti delle non trascurabili attribuzioni conferite loro dalla legislazione vigente ed in continuità con una tradizione che va, semmai, sviluppata ed attualizzata, in armonia con gli scenari politico-costituzionali che potranno affermarsi in un nuovo modello di assetto e di equilibri fra poteri e autonomie.

Nel contempo, occorre valutare delle strategie di intervento affinché gli incombenti dei ricorsi alla Corte costituzionale non gravino esclusivamente sull’azione delle Regioni, bensì ricevano il contributo diretto della Unioncamere, ovvero di singoli plessi camerali anche attraverso la proposizione di ricorsi “ad adiuvandum” per quelli già al vaglio della Consulta o, in alternativa, con l’accesso a procedure incidentali consistenti nell’attivare azioni giudiziarie (civili o amministrative) nell’ambito delle quali chiedere e ottenere la rimissione degli atti processuali – previo riconoscimento della non fondatezza della questione – alla Corte, con la finalità di pervenire alla cancellazione, dall’ordinamento giuridico, del succitato art. 10 L. 124/2015.

La qual cosa, naturalmente, non esclude, anzi, deve accompagnarsi a contestuali iniziative sindacali di rivendicazione dei diritti dei dipendenti delle CCIAA, sia in termini contrattuali che salariali, all’interno di un piano di rifinanziamento, considerando che, se il dimezzamento del diritto (di contribuzione) poteva corrispondere ad un provvedimento in qualche misura propedeutico al programma di ristrutturazione delle Camere con conseguente decremento della loro redditività, efficienza e funzionalità per le utenze imprenditoriali, l’assai probabile (oltreché imminente) declaratoria di incostituzionalità dell’art. 10 cit. consente di implementare uno o più progetti di riqualificazione degli istituti camerali che possano assegnare loro un ruolo anche maggiore nel contesto delle dinamiche e delle relazioni economico-produttive del futuro.

Non va dimenticato, in tal senso, che la bocciatura della riforma costituzionale, recupera alla potestà regionale un vasto numero di funzioni quali, ad esempio, il commercio con l’estero, la gestione del mercato del lavoro e così via, la cui piena esercitabilità delinea notevoli potenzialità di ordine sociale ed economico fin’ora schiacciate dal centralismo e dal dirigismo statali, nelle quali le CCIAA dovranno svolgere un ruolo da protagoniste.

(firmata dal Responsabile Ufficio Legislativo Prof. Avv. Nicola Coco, dal Segretario Generale Francesco Garofalo, dai Capi Dipartimento Camere di Commercio CSA Lucia Grasso e Alessandro Tassi)




Comunicato di solidarietà per le popolazioni terremotate

A nome mio personale e delle Organizzazioni Sindacali che ho l’onore di rappresentare, esprimo il più profondo cordoglio per le nuove, immani tragedie che hanno colpito le popolazioni del Centro Italia, già aspramente martoriate dai fenomeni sismici occorsi nel passato mese di agosto.

La mia vicinanza a tutte le persone che sono state segnate dai lutti, dalla perdita dei propri beni e del proprio lavoro, a cui voglio dedicare un caldo abbraccio, si unisce all’angoscia di assistere ad un dramma senza fine, come mai è successo nella storia recente del nostro Paese.

Vi è, però, anche lo sgomento di dover constatare che gli innumerevoli disagi a cui le popolazioni terremotate sono soggette non sono dovuti esclusivamente a fattori naturali, ma altresì alla lentezza, alla macchinosità ed alla leggerezza con cui le istituzioni si stanno muovendo, che si contrappongono in maniera stridente alla solerzia, all’impegno, alla generosità con cui le Forze dell’Ordine nella loro interezza, le Organizzazioni umanitarie, i tanti lavoratori e privati cittadini stanno portando il proprio soccorso e sostegno morale alle migliaia di persone coinvolte in questa tragedia.

A tutti loro, rivolgo il mio plauso, perché sono l’espressione autentica di quella solidarietà sociale di cui le nostre Organizzazioni Sindacali sono tenaci sostenitrici.

Lungi da me l’intento di farne una questione politica, ma questa è una realtà che è sotto gli occhi di tutti e che sta acuendo sempre più la già grande sfiducia che i cittadini nutrono nei confronti dello Stato.

Non è ammissibile che in uno Stato civile, moderno e democratico la Protezione Civile, un tempo eccellenza italiana nel mondo, sia stata depotenziata da Governo e Parlamento, privandola di poteri e di risorse.

Non è ammissibile, ancor di più, che un decreto passato di soppiatto nel periodo del Governo Monti abbia cancellato ogni forma di aiuto statale a chi vede danneggiati o distrutti i propri immobili da calamità naturali, obbligandoci a ricorrere alle assicurazioni private!

Non è ammissibile che i soldi degli Sms solidali (si parla di circa 28 milioni di euro) non possano essere impiegati per situazioni emergenziali, quali sono, per l’appunto, quelle di questi giorni!

Non è ammissibile dover riscontrare, oggi, che tutti i messaggi propagandistici lanciati da una certa politica e adeguatamente supportati da certa stampa sulla rapidità e l’efficacia degli interventi di ricostruzione siano stati soltanto una presa in giro nei confronti, in primis, dei terremotati, e in seconda battuta di tutto il popolo italiano!

Rabbia, angoscia, impotenza, senso di umiliazione. Questo e quant’altro è ciò che proviamo di fronte a una così vergognosa realtà.

Ma il mio pensiero, e quello delle nostre OO.SS. è ora tutto rivolto a chi vive nella sofferenza.  Ed è per questo che concludo aggrappandomi all’unica cosa che ci resta: la speranza che il Cielo voglia concedere clemenza a queste povere, martoriate popolazioni, di cui lo Stato si è troppo presto dimenticato.

Francesco Garofalo