FRANCESCO GAROFALO
Segretario Generale CSA e FIADEL
Dopo una lunga e proficua attività come dirigente UIL nella provincia di Napoli, Francesco Garofalo decise di uscire dall’organizzazione allora diretta da Giorgio Benvenuto per affacciarsi al mondo del sindacalismo autonomo – allora ostaggio delle tre Confederazioni – non condividendo più le scelte politiche delle tre Confederazioni, che già allora si stavano allontanando dalle esigenze dei lavoratori, configurandosi di fatto come cinghie di trasmissione dei vari governi.
Compiuto questo passo, a Garofalo venne proposto di entrare a far parte della grande famiglia FIADEL, che allora era una federazione già ben conosciuta nel sindacalismo autonomo.
In FIADEL Garofalo assunse inizialmente il ruolo di componente la Segreteria Provinciale di Napoli, proprio nel momento in cui il Sindacato stava lavorando per la costituzione del CSA – Coordinamento Sindacati Autonomi – al fine di ottenere la rappresentatività secondo le norme dell’epoca. Poco dopo, alle elezioni RSU per il Comune di Napoli, risultò primo eletto, ottenendo così la carica di presidente che manterrà per diversi anni.
Successivamente, assunse l’incarico di Segretario dell’Unione Confederale CISAL, all’epoca in gestione commissariale da parte dell’ex-Sindaco di Napoli Carlo D’Amato.
Da questi due prestigiosi incarichi Francesco Garofalo cominciò la scalata in FIADEL diventandone Segretario Nazionale e di riflesso, essendo la FIADEL la federazione più rappresentativa nel coordinamento CSA, andò a rivestire anche l’incarico di Coordinatore Nazionale CSA.
Nel prendere a cuore la mission della FIADEL e del CSA, Garofalo li ha resi sindacati competitivi e al passo coi tempi, capaci di confrontarsi con le strutture confederali. Accompagnando l’organizzazione attraverso varie trasformazioni, l’ha resa al fine una federazione unica e inscindibile, rappresentativa nell’alveo delle Regioni e Autonomie Locali e dell’Igiene Ambientale.
La strategia vincente di Francesco Garofalo è stata quella di creare le condizioni affinchè CSA e FIADEL si affermassero sindacati liberi, forti, dotati di dirigenti capaci e motivati, vicini alle problematiche dei lavoratori e aperti alla crescita democratica, senza alcun legame politico, favorendone altresì la convergenza in un unico progetto.
Una scelta che sa di coraggio – anche perchè fortemente osteggiata, allora come oggi, dal sistema confederale – ma è un coraggio che è stato ampiamente ripagato dai risultati ottenuti in corso d’opera, anche in termini di capacità d’attrazione nei riguardi di tutti quei lavoratori che erano e sono alla ricerca di un sindacato capace di coinvolgerli e di renderli protagonisti attivi, nella consapevolezza che il CSA e FIADEL hanno il diritto di sedersi ai tavoli istituzionali insieme ai sindacati maggiori, partecipando quale sindacato propositivo, con propri programmi, progetti e rivendicazioni e quindi non subordinati alle scelte confederali.