Legge di Bilancio: le novità per i dipendenti delle PA

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Con la Legge di Bilancio 2024 sono in arrivo diverse novità per i dipendenti pubblici, sia statali che degli enti locali.

Tra i contratti collettivi, sono diversi quelli che il governo – e in particolare il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo – si è impegnato a rinnovare quest’anno, dando la priorità al comparto sicurezza. Anche in previsione di questo, tutti gli enti locali e regionali dovranno prevedere nei loro bilancio un aumento del 5,78% della spesa per il personale. L’incremento include anche l’indennità di vacanza contrattuale, che sarà aumentata di 6,7 volte: una somma che alcuni hanno già ricevuto con un anticipo a Natale e che gli altri vedranno inserita in busta paga nei prossimi mesi. L’indennità crescerà non solo per i dipendenti statali ma anche per quelli locali, dato che tutti gli enti saranno obbligati a riconoscerla (finora era facoltativo).

Per quanto riguarda i congedi parentali, coloro che quest’anno terminano il periodo di maternità o di paternità avranno condizioni migliori. Passato il primo mese (che è retribuito al 100%), il secondo avrà una paga pari all’80% dello stipendio, invece dell’attuale 30%. Dal 2025, però, la retribuzione scenderà al 60%. Anche questo vale per tutti i dipendenti pubblici, anche quelli locali.

Ci saranno poi nuove assunzioni tra i segretari comunali: gli ammessi al concorso straordinario saranno individuati facendo scorrere la graduatoria degli idonei che si erano candidati per il bando del novembre 2021. Sempre in tema di assunzioni, alcuni grandi Comuni (Napoli, Torino, Palermo e Reggio Calabria) saranno autorizzati a stabilizzare i loro dipendenti precari.

Con la legge di bilancio è riconfermato il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti pubblici, anche se non porterà aumenti visibili nello stipendio di gennaio rispetto a quello di dicembre. In più, i fringe benefit aziendali (che per alcuni enti pubblici sono previsti dai contratti collettivi di secondo livello) saranno detassati fino a mille euro all’anno. La soglia si alzerà a 2mila euro all’anno per i dipendenti che hanno figli a carico. Infine, saranno completamente esonerate dal versare i contributi (fino a 3mila euro all’anno) le madri lavoratrici: per il 2024 quelle che hanno due figli di cui uno di età inferiore ai 10 anni, dal 2025 in poi quelle con tre figli.

C’è poi la nota dolente delle pensioni. Tra gli interventi più discussi c’è quello che riguarda il taglio degli assegni per alcune categorie di dipendenti pubblici: medici e infermieri, insegnanti delle scuole materne ed elementari, ufficiali giudiziari e dipendenti degli enti locali. Chi tra di loro ha versato contributi negli anni tra il 1981 e il 1995, e nel 2024 va in pensione anticipata (o di anzianità), si ritroverà con un assegno più basso che se l’avesse fatto nel 2023.

Come preannunciato, sono state esentate le pensioni di vecchiaia (67 anni di età e 20 di contributi). Per i medici in particolare, ci sarà la possibilità di migliorare la situazione continuando a lavorare dopo aver raggiunto i requisiti per la pensione di anzianità (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne): chi resterà al lavoro per altri tre anni compenserà del tutto il taglio imposto dal governo.

 

 

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